Su el-Watan, oggi, c’è un articolo dal titolo “Disperazione degli algerini e mutismo ufficiale”.

Ci racconta, in breve, il dramma dei suicidi in Algeria (cui accennavo qui), le cui radici rimontano ai primi anni zero.

Il pezzo chiude così:

Il mare o la morte

Il male di vivere spinge gli algerini ad altri atti suicidi, certi meno spettacolati ma sempre più ricorrenti. E così si registrano ufficialmente una trentina di suicidi al mese in Algeria. Il senso di vergogna obbliga numerose famiglie a tacere sui drammi. Ma una nuova forma di contestazione ha fatto apparizione: i suicidi collettivi. Nel luglio 2010 una decina di giovani disoccupati nella località di Ouargla minacciano di buttarsi dall’alto della sede dell’ANEM della città [l’Agenzia nazionale per l’impiego algerina]. Stanchi di aspettare un posto purchessia dall’agenzia, questi giovani non vedono altri modo di farsi ascoltare. Qualche giorno prima per lo stesso motivo una decina di giovani aveva preso d’assalto la sede dell’APC (Assemplea popolare comunale). Dopo essersi autoinferti delle ferite si erano cosparsi di benzina. Il loro leitmotiv: “o il suicidio o il mare”. E sono sempre numerosi quelle che scelgono la harga [bruciare i documenti e tentare di attraversare il mare verso l’Europa, n.d.t] che è, spesso, sinonimo di suicidio. Perché sono centinaia – ed è necessario ricordarlo – le barche che si avventurano ogni giorno in mare “per andare verso il meglio” ma soprattutto verso il peggio. Con un misto di cinismo e disprezzo le autorità hanno preso un gran numero di misure per criminalizzare quel comportamento suicida che va sotto il nome di harga.

Mi sbagliavo, ieri.

Il suicidio collettivo in Algeria è purtroppo un fatto assodato. E talvolta assume le forme di un suicidio di massa.

Lorenzo DeclichIn 30 secondialgeria,suicidio,suicidio di massa
Su el-Watan, oggi, c'è un articolo dal titolo 'Disperazione degli algerini e mutismo ufficiale'. Ci racconta, in breve, il dramma dei suicidi in Algeria (cui accennavo qui), le cui radici rimontano ai primi anni zero. Il pezzo chiude così: Il mare o la morte Il male di vivere spinge gli algerini ad altri...