Traduco alcune parti  della pagina curata dagli organizzatori della manifestazione di oggi al Cairo.

La partecipazione  dovrebbe essere decisamente alta, visti gli standard egiziani.

Ci si aspetta repressione (vedi qui e per gli update qui).

Il “Fronte di difesa dei manifestanti in Egitto” ha diramato un annuncio in cui fornisce anche recapiti telefonici ai quali chiedere assistenza legale, se necessaria.

Altri update: qui.

(altri update alla alla fine del post)

Tutto ciò che è bene sapere sulle manifestazioni della rivoluzione del 25 gennaio

Indice:

  • Chi siamo
  • Perché manifestiamo
  • Perché il 25 gennaio
  • Che cosa chiediamo
  • Luoghi e ora delle dimostrazioni
  • Numeri di telefono importanti
  • Link importanti
  • Partecipano alle manifestazioni

Nota bene: vi chiediamo di visitare spesso la pagina perché verrà aggiornata spesso con nuove informazioni.

Chi siamo

La manifestazione del 25 gennaio è stata convocata da “Siamo tutti Khaled Sa`id”. E’ una pagina di Facebook posta in essere per rendere nota la vicenda del martire Khaled Sa`id, catturato e pestato a morte in strada ad Alessandria nel giugno 2010. La manifestazione è spontanea, non era stata pianificata da alcuna forza politica o popolare. Gli eventi tunisini, verificatisi dopo la convocazione, hanno incoraggiato gli egiziani a parteciparla e a diffonderne l’idea. La pagina non è collegata a partiti, a gruppi, a movimenti o associazioni; non dipende da specifiche persone né da ideologie: è per tutti gli egiziani che vogliono affermare i propri diritti. La pagina è il risultato dello sforzo di chi la mantiene: i suoi membri sono il segreto del suo successo.

Perché manifestiamo?

L’Egitto sta attraversando una delle sue peggiori fasi storiche da tutti i punti di vista. Nonostante il governo egiziano ne dia nelle sue relazioni una rappresentazione edulcorata, la realtà è purtroppo diversa. Auspichiamo tutti che il 25 gennaio possa essere l’inizio della fine, la fine del silenzio e della complicità, della rassegnazione per ciò che sta succedendo al nostro paese e l’inizio di una pagina nuova di rivendicazione e ottenimento dei diritti. La giornata del 25 non è una rivoluzione nel senso di una esplosione di violenza bensì una rivoluzione contro il governo. Noi noi diciamo al governo che abbiamo iniziato a prenderci cura dei nostri interessi. Ci prenderemo tutti i nostri diritti, non staremo più zitti.

Qui ci sono 30 milioni di egiziani malati di depressione. Fra di essi c’è un milione e mezzo di malati gravi: più di centomila tentativi di suicidio hanno provocato la morte nel 2009 di 5000 persone. Abbiamo 48 milioni di poveri di cui 2 milioni e mezzo vivono sotto la soglia della povertà. 12 milioni di egiziani non hanno un riparo. Di questi un milione e mezzo vive nei cimiteri.

Qui la corruzione è sistematica, si stima che la corruzione in Egitto in un solo anno pesi 39 miliardi di lire egiziane [ca. 5 miliardi di euro, n.d.t.]. E l’Egitto è classificato al 115° posto su 139 nella lista dei paesi più corrotti secondo il World Competitiveness Record [qui, n.d.t.].

Qui ci sono 3 milioni di giovani disoccupati, la percentuale dei giovani disoccupati ha superato il 30%. L’Egitto è all’ultimo posto su 139 in quanto a trasparenza nelle assunzioni.

Da noi c’è il più alto tasso di mortalità infantile, 50 su 1000. Quasi la metà dei bambini egiziani è colpita dall’anemia e circa 8 milioni di persone soffrono di epatite C. Abbiamo più di 100.000 casi di cancro ogni anno a causa dell’inquinamento dell’acqua. Da noi c’è un’ambulanza ogni 35.000 cittadini.

In Egitto la Legge d’Emergenza [in vigore dal 1981 dopo l’assassinio di Anwar Sadat e rinnovata lo scorso maggio per altri 2 anni, vedi ad es. qui, n.d.t.] causa la morte di decine di egiziani fra coloro che a migliaia vengono arrestati senza alcuna base giuridica e torturati. L’uso delle forze di sicurezza per monitorare e censurare l’attività dei politici ha portato a evidenti frodi nelle elezioni parlamentari nelle quali il partito del governo ha ottenuto più del 90% dei seggi.

Per saperne di più e sulle fonti di questi dati vedi questo video.

Perché il 25 gennaio?

Nel 1952 i nostri nonni arruolati nella polizia resistettero con le loro pistole di ordinanza ai carri armati dell’esercito regolare britannico. Perirono in 50 e più di 100 furono i feriti: rappresentano il miglior esempio di sacrificio per la patria. E ora noi, a più di cinquant’anni di distanza, subiamo le sopraffazioni delle forze di polizia, che sono diventate uno strumento di umiliazione e tortura per gli egiziani. Abbiamo scelto questo giorno particolare perché simboleggia l’unione delle forze di polizia con la gente e speriamo che nel giorno della manifestazione si uniscano a noi gli alti ufficiali, perché la nostra causa è una. Il 25 gennaio è una ricorrenza nazionale in cui è permesso a tutti gli egiziani di interrompere la propria attività lavorativa.

Cosa chiediamo?

1. affrontare il problema della povertà prima che esploda e perciò rispettare ciò che ha stabilito la magistratura egiziana rispetto all’aumento del salario minimo nei comparti della sanità e dell’istruzione per migliorare i servizi ai cittadini. Fornire sovvenzioni fino a 500 lire egiziane [meno di 65 euro, n.d.t.] a tutti i giovani laureati che non trovano lavoro, e ciò per un periodo definito.

2. abolizione dello stato di emergenza che ha determinato lo strapotere dell’apparato di sicurezza a detrimento dell’Egitto e l’arresto degli oppositori politici del governo e la loro detenzione senza motivo.  Chiediamo alla procura di vigilare sulle sue diverse sezioni, chiediamo di fermare la tortura che viene sistematicamente esercitata nelle stazioni di polizia, chiediamo l’attuazione delle disposizioni della magistratura e il loro rispetto da parte del governo egiziano.

3. dimissioni del Ministro dell’interno Habib el-Adly che ha generato in Egitto un clima di insicurezza in occasione degli attentati terroristici e ha permesso la proliferazione di crimini perpetrati, senza freno, da ufficiali o agenti del Ministero degli interni stesso.

4. limitare la possibilità di candidarsi alle presidenziali per più di due volte, in modo che il potere non diventi assoluto e corrotto: nessun paese sviluppato prevede che un Presidente della repubblica abbia un mandato di decine di anni. Abbiamo il diritto di scegliere il nostro Presidente, abbiamo il diritto di non avere una persona che comanda a vita.

Foto della situazione a Tahrir, h. 12.30 ca.:

25 gennaio, rivoluzione contro ...

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h. 14.34 Da Mohandisin verso Tahrir, se non vado errato

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Foto delle manifestazioni a Ismailia.

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Video

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Video: alcuni manifestanti vogliono staccare l’immagine di Mubarak

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h. 15.12 arresti di massa al centro del Cairo, lacrimogeni. La polizia arresta la gente di fronte all’ospedale.

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Ad Alessandria invecel’immagine di Mubarak cade.

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Acqua ai manifestanti ad al-Mansura

 

Acqua ai manifestanti, al-Mansura

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h. 19.47 una cosa del genere non si era mai vista nell’Egitto contemporaneo. Masse si muovono, in tutto il paese. Le dimensioni del “giorno della rabbia” sono assolutamente impreviste. In questo caso i numeri di adesioni alle campagne di facebook, che in Italia o in Europa si riducono nel momento in cui si passa dal virtuale al reale, sono riduttivi. Si pensava a migliaia di persone, si tratta di decine di migliaia.

Qui Paola Caridi.

Qui Elisa fa un serio update.

Qui le dichiarazioni terrorizzate di Clinton.

Qui ancora Zeinobia.

 

 

 

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Traduco alcune parti  della pagina curata dagli organizzatori della manifestazione di oggi al Cairo. La partecipazione  dovrebbe essere decisamente alta, visti gli standard egiziani. Ci si aspetta repressione (vedi qui e per gli update qui). Il 'Fronte di difesa dei manifestanti in Egitto' ha diramato un annuncio in cui fornisce anche...