Egitto: il giorno della verità
In Egitto è il giorno più duro dall’inizio della rivolta.
Fonti molto attendibili danno per quasi completamente chiuso il rubinetto della connettività internet, almeno per quanto riguarda “the big four Egyptian ISPs”: Link Egypt, Vodafone/Raya, Telecom Egypt, Etisalat Misr.
Anonymous chiede a tutti gli “Anons” di smettere di occupare banda egiziana: la poca che è rimasta “serve agli egiziani per comunicare”.
Ciò significa che tutto quello che arriva dall’Egitto salta questi provider, e la cosa non è secondaria.
Si tenta anche il caro vecchio etere (onde lunghe, lo diceva quel mio amico che era bene tenersi il baracchino a casa. Certo, la potenza di trasmissione permette solo testo, meglio se ascii. Ma meglio questo che niente).
Elisa traccia il canale più battuto di Twitter. Tre cinguettii a caso:
Coptic_Cry: RT @jrug: Morning from Cairo. Internet down. Special Forces in Tahrir Sq. Big day. #jan25 #Egypt [via Twitter] Friday January 28, 2011 9:03 Coptic_Cry
9:03ruwaisreviews: Please RT @vodafone_es Stop censoring Vodafone Egypts communications on behalf of the Egyptian government #jan25 #Egypt [via Twitter] Friday January 28, 2011 9:03 ruwaisreviews 9:03
skeedio: RT @HuffingtonPost: #Egypt shuts down Internet http://huff.to/gKQZJv #jan25 [via Twitter]
Al-Jazeera News funziona.
Al-Jazeera Live funziona a tratti (english).
Assange pubblica decine di cablogrammi sull’Egitto.
Ieri i Fratelli Musulmani hanno aderito formalmente alla protesta di oggi e ciò, ovviamente, genera apprensione soprattutto negli osservatori internazionali (vedi anche qui).
Non sono in grado di fare previsioni. Noto che i Fratelli Musulmani hanno aspettato il venerdì, giorno di preghiera, per scendere in piazza. E, probabilmente, ritengono di non poter più temporeggiare visto il ritorno al Cairo e la partecipazione alle dimostrazioni di Mohamed el-Baradei, premio nobel per la pace, ex Direttore generale della IAEA – l’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica – e aspirante credibile alla guida del paese (leggi soprattutto su Newsweek).
Il Governo, oltre ad aver chiuso la internet, chiude anche gli stadi (questa mossa di bloccare il campionato è comune a Egitto, Tunisia e Algeria).
Suez è letteralmente assediata dalle forze di sicurezza.
Al-Jazeera dice che, addirittura, sono state bloccate le vie d’accesso alla città.
Il capo del parlamento annuncia di “voler parlare coi manifestanti” e denuncia “infiltrati” facinorosi (anche questo è da copione).
Su Siamo tutti Khaled Said circola la notizia, confermata da al-Jazeera, che:
In diversi sobborghi del Cairo e di Alessandria dei teppisti ingaggiati dal governo sono stati visti spargere benzina sulle macchine parcheggiate. Questo per prepararsi alle proteste, durante le quali, al momento per loro propizio, daranno fuoco ai veicoli. Sono armati di spade e acido e useranno queste armi per gettare discredito sui manifestanti.
In tutto questo i simpatici businnesmen mandano i soldi all’estero.
L’intera direzione dei Fratelli Musulmani è stata posta agli arresti.
Tutto fa pensare che la repressione, oggi sarà feroce.
Ne sarà ben contento Franco Frattini.
E Hosni Mubarak tace.
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Leggete Paola Caridi anche oggi ;-)
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RT @jrug: Morning from Cairo. Internet down. Special Forces in Tahrir Sq. Big day. #jan25 #Egypt [via Twitter]
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Friday January 28, 2011 9:03 ruwaisreviews
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Tace anche qualcun altro, più di uno in verità …
è normale, le rivolte si appoggiano solo nell’ultimo quarto d’ora prima della vittoria.
Anche “1 secondo dopo”…
tacciono anche gli “esperti”…
nigro su repubblica si schiera con mubarak
http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/28/news/egitto_mubarak-11759895/?ref=HREA-1
dice:
Se salta Mubarak è il caos: 80 milioni di egiziani fuori controllo al confine di
Israele e al confine marittimo dell’Europa sono una seria incognita. Forse il regime non salterà. Ma se Mubarak dura, se la repressione continuerà immutabile, anche il caos continuerà. L’unica speranza è che i segnali di un vero cambiamento arrivino presto, siano rapidi, concreti e che riescano a convincere il popolo egiziano.
” 80 milioni di egiziani fuori controllo”
E che cazzo sono? Scimmie?
Stavo giusto per segnalarti il vomitevole articolo di Nigro che ho appena letto su Repubblica, ma vedo che hai già provveduto.
Del resto fino a ieri le notizie sull’Egitto sul sito di Repubblica erano confinate in ottava posizione…
Qualcuno legge dello Yemen sui giornali italiani?
RIDICOLI! E dire che Repubblica sarebbe il giornale più “leggibile”…
Mi trovo d’accordissimo quando Paola Caridi evidenzia la differenza nel trattare le proteste egiziane rispetto a quelle iraniane di due anni fa. Mi sembra che da sola, questa differenza, spieghi molto.
Purtroppo i pensieri “alla Nigro” sono molto diffusi. L’altra domenica ho avuto un illuminante dialogo con “uno di sinistra” che la pensava esattamente come lui.
Ma questo è :-( Siamo qui per questo, più o meno