Ci sono 3 entità che gridano al complotto in queste ore:

  1. Hosni Mubarak
  2. il giornale Maariv
  3. qualche inavveduto e disattento giornalista italiano

Su Hosni Mubarak rimando al “manuale del tiranno 0.1”: non c’è dittatore al mondo che non gridi al complotto quando si trova in difficoltà (vedi Silvio Berlusconi).

C’è poco da dire, davvero. Ben Ali aveva parlato del nemico esterno. Gheddafi sulla Tunisia, ritrattando, dice che approva la rivolta ma “attenti ai nemici esterni” (tanto che i militari si spostano proprio sul confine libico per evitare intrusioni).

Piuttosto bisogna sottolineare che sono entrati in azione li sgherri di Mubarak, come segnalato e come da copione. E, lo segnala anche Miguel, gli stessi rivoltosi si sono organizzati per fermarli (come è successo in Tunisia).

Il tuo regime è vecchio di 30 anni, mr. Hosni Mubarak, come anche i tuoi metodi per la repressione.

Passiamo a Maariv, che pubblica un “manualetto per la rivolta” in arabo. Questo pdf dovrebbe dimostrare che la rivolta era premeditata?

Bene, l’ho scaricato è gli ho dato una guardata veloce:

  1. vi si dice che non bisogna diffondere il testo via facebook o twitter (la qual cosa mi sembra assolutamente comprensibile);
  2. vi si spiegano gli obiettivi della rivolta (peraltro legittimi: libertà di espressione, un nuovo governo non militare etc.);
  3. si individuano alcuni obiettivi – radio e televisione, palazzo del Presidente, diversi posti di polizia, prefetture, blocco di organizzazioni che collaborano col regime come Vodafone e T.E Data – molti dei quali di fatto non sono stati attaccati e/o effettivamente presi. Guardate l’elenchino qua sopra e ragionate sul fatto che questi obiettivi sono a dir poco scontati. V’è anche una certa ingenuità: come si può pensare di attaccare la televisione di stato senza ricevere sonore mazzate? Come si può pensare che abbia senso bloccare Vodafone, che fornisce l’unico vero “servizio” alla rivolta, cioè la connettività? Fra l’altro Vodafone è stata bloccata proprio dal governo, nella mattina di ieri, insieme a tutti gli altri provider egiziani della internet. E la rete è ancora ampiamente down.
  4. si illustrano alcune tecniche di guerriglia urbana di facilissimo reperimento ovunque sulla internet.

Secondo il manualetto il venerdì, dopo la preghiera (cioè ieri), bisognava uscire in ranghi serrati portando con in mano rose e fiori, raggiungere gli edifici governativi più vicini e lì scatenare l’inferno.

Se questi cospiratori esistono sono stati irrilevanti, penso io. Ma giudicate voi, magari mi sbaglio.

E poi, scusate, ma è ovvio che in uno Stato di polizia come quello egiziano si pensi a come non farsi ammazzare e a raggiungere presto alcuni obbiettivi minimi una volta che si è in mezzo al guado.

Come scrivevo qualche giorno fa in Egitto la rivolta è assolutamente pianificata: i manifestanti sapevano che avrebbero subito una repressione durissima, come è stato, quindi si sono preparati per bene.

Niente di più scontato.

Terzo e ultimo caso di complottistica d’accatto: ieri circolava la voce secondo cui alcuni cable di Wikileaks testimoniavano l’aiuto americano alle organizzazioni pro-democrazia.

Questo è uno dei casi in cui i cable dicono ben poco di più rispetto a ciò che già si sa, anche perché questi aiuti sono sempre stati forniti da USAID, l’organizzazione di aiuti ufficiale del governo americano (la cui sezione “Egitto” oggi è irraggiungibile, fra l’altro).

La questione, sollevata dall’Aftenposten riguardava il fatto che Mubarak si era lamentato per questi aiuti, nel 2007.

Il fatto è che gli Stati Uniti hanno continuato a darli, questi aiuti, alla luce del sole. Inoltre, come riportava Bikya Masr nello scorso ottobre, diverse organizzazioni non governative denunciavano il fatto che i fondi sarebbero andati in mano solo alle ONG “registrate”, il ché – come potete immaginare – escludeva moltissime organizzazioni “pro-democrazia”.

In ogni caso potete scaricare il “USAID/Egypt Strategic Plan Update for Fiscal Years 2000 — 2009” e farvi una vostra idea.

La notizia, rimbalzata in Italia, è diventata “aiuto americano alle organizzazioni di opposizione” e, come ben sapete, “opposizione a un regime” non significa assolutamente “organizzazione per la democrazia”.

Se non fosse così dovremmo concludere che gli Stati Uniti hanno finanziato organizzazioni come la Jihad islamica… e davvero questo non ha senso.

La mamma dei complottardi è sempre pregna.

Lorenzo DeclichIn fiammeTyrant for Dummiescomplotto,egitto,hosni mubarak,maariv,silvio berlusconi
Ci sono 3 entità che gridano al complotto in queste ore: Hosni Mubarak il giornale Maariv qualche inavveduto e disattento giornalista italiano Su Hosni Mubarak rimando al 'manuale del tiranno 0.1': non c'è dittatore al mondo che non gridi al complotto quando si trova in difficoltà (vedi Silvio Berlusconi). C'è poco da dire, davvero....