Ci sono rischi di involuzione nella vicenda tunisina.

Finché si è trattato di mandar via i più evidentemente corrotti e finché non è scoppiato l’Egitto, il mondo in un modo o nell’altro si è interessato alla rivoluzione di quel paese e in molti non hanno nascosto le proprie simpatie verso dinamiche tutto sommato “cristalline”:

  1. rivolta;
  2. che diventa rivoluzione;
  3. che sfocia in una vittoria.

Bello no?

Siamo tornati allo standard precedente: “la Tunisia in fondo sta bene”, già sento dire in giro, “hanno fatto una bella rivoluzione, vanno verso la democrazia etc. etc.”.

Quest’estate magari andiamo al mare a Hammamet.

Il fatto è che la fase 2 della rivoluzione tunisina, quella che presumibilmente prevedeva l’eliminazione di tutti gli elementi di collegamento col vecchio regime, non prende corpo.

E chi protesta viene preso a bastonate.

Il lavoro di Jacopo Granci, che ora è in Tunisia, è particolarmente istruttivo al riguardo.

Gli ultimi pezzi che ha mandato sul suo blog sono:

Seguono le vicende anche “Canaledisicilia” e “L’angolo del patriota“.

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Sul concetto di “spirale del silenzio” vedi qui.

Lorenzo DeclichIn fiammerivoluzione tunisina,tunisia
Ci sono rischi di involuzione nella vicenda tunisina. Finché si è trattato di mandar via i più evidentemente corrotti e finché non è scoppiato l'Egitto, il mondo in un modo o nell'altro si è interessato alla rivoluzione di quel paese e in molti non hanno nascosto le proprie simpatie verso...