A piazza Tahrir c’è la rivoluzione dei giovani egiziani.

Fanno tutto insieme, a prescindere dal loro background culturale e religioso (fra di loro ci sono anche i giovani dei Fratelli Musulmani, fin dall’inizio) e rimangono fedeli alla loro piattaforma, rifiutando il dialogo prima delle dimissioni di Mubarak.

Nei palazzi, invece, si confrontano  le figure di sempre – ben più attempate – con l’aggiunta di personaggi di una opposizione meno allarmante, compresi i vertici dei Fratelli Musulmani (che non rifiutano pur criticando).

Il faccione di Hosni Mubarak, quella stessa effige che in milioni hanno calpestato in questi giorni, che milioni di egiziani non vogliono più vedere appesa nei negozi e sui muri, è lì, campeggia in background, dietro alla sedia del Vice-presidente.

E ora torniamo a quel cable di Wikileaks in cui i diplomatici americani mostravano di non dare alcun credito a quei giovani del “movimento 6 aprile” che avevano un progetto per deporre Mubarak prima delle elezioni del 2011. Non scommettevano un centesimo su quegli stessi che poi sono scesi in piazza davvero, e oggi dicono no a Omar Suleiman e al piano americano.

Ecco, ora abbiamo l’esatta dimensione dell’operazione in corso, sappiamo chi e che cosa questa operazione vuole emarginare, tagliar fuori: i fautori del “giorno della rabbia” che celebravano ieri in piazza i loro martiri.

Rimane solo una cosa a questi giovani: sono la maggioranza. E in caso di elezioni vere, se riuscissero a fare un partito, potrebbero vincere.

https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/02/egypt2.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/02/egypt2-150x150.jpgLorenzo DeclichIn fiamme2011.01.25,egitto,fratelli musulmani,hosni mubarak,omar suleiman,piazza tahrir
A piazza Tahrir c'è la rivoluzione dei giovani egiziani. Fanno tutto insieme, a prescindere dal loro background culturale e religioso (fra di loro ci sono anche i giovani dei Fratelli Musulmani, fin dall'inizio) e rimangono fedeli alla loro piattaforma, rifiutando il dialogo prima delle dimissioni di Mubarak. Nei palazzi, invece, si...