Il Bahrain ha una composizione sociopolitica molto particolare.

A capo del paese c’è un emiro sunnita, Hamad bin Isa Al Khalifa, ma la maggioranza della popolazione è sciita (duodecimana, del tipo di sciismo iraniano) e ciò rende il paese, di fatto, legato all’Iran (vedi qui).

Inoltre, come nella maggior parte dei paesi del Golfo, un buon 40% della popolazione è immigrata e vive in condizioni di schiavitù (o semi-schiavitù, fate voi).

Dallo scorso 4 febbraio era apparsa su FB una pagina (qui e qui) che chiama i cittadini dal Bahrain a una “giornata della rabbia” per il prossimo 14 febbraio.

A promuoverla è un’organizzazione per i diritti umani, e un network arabo per la promozione dei diritti umani.

Le autorità del Bahrain reagiscono bloccando le pagine (che non hanno molti contatti). Inoltre arrestano i blogger Ali Abdulemam e Abdul-Jalil Al-Singace con l’accusa di terrorismo, e incriminano Mohammed Al-Rashid per i temi che discute sui forum (qui).

Ironia della sorte, lo scorso 19 gennaio Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Oman hanno siglato un accordo per costituire una “rete per la difesa dei diritti umani”.

Lorenzo DeclichIn fiamme2011.02.14,bahrain,iran,rivolta
Il Bahrain ha una composizione sociopolitica molto particolare. A capo del paese c'è un emiro sunnita, Hamad bin Isa Al Khalifa, ma la maggioranza della popolazione è sciita (duodecimana, del tipo di sciismo iraniano) e ciò rende il paese, di fatto, legato all'Iran (vedi qui). Inoltre, come nella maggior parte dei...