Il senso comune vuole che al-Jazeera, la televisione del Qatar nota a tutti per aver fatto da megafono a Osama bin Laden e per sponsorizzare in maniera smodata Yusuf al-Qaradawi, sia uno spregiudicato network televisivo arabo che non si cura di governi e governanti ma solo dell’audience.

I cablogrammi americani di Wikileaks ci raccontano invece che al-Jazeera è ostaggio del governo qatarita.

Questo articolo apparso su Limes online ci racconta della strana sensazione che si vive in Qatar dove si festeggiano le cadute dei dittatori altrui ma non si pensa neanche vagamente a chiedere democrazia in patria.

Ci racconta, anche, che la rivolta in Bahrain –  che fra le altre cose è un paese di torturatori –  ha preso tutti di sorpresa perché si pensava che le rivolte, nel Golfo, non sarebbero arrivate.

La qual cosa genera un qualche timore.

E’ da qualche giorno che Angry Arab tiene d’occhio al-Jazeera in rapporto al Bahrain (vedi qui ad esempio), concludendo che tutta l’apertura dimostrata per Egitto e Tunisia non trova un parallelo in Bahrain: per fare un esempio:  la diretta non è stata mai attivata.

Come osserva l'”Arabo arrabbiato” in questo pezzo (e anche qui), al-Jazeera abbandona il campo quando si tratta di parlare dei paesi arabi del Golfo.

E lo stesso fa al-Arabiya.

Non che le TV di Stato dei paesi interessati facciano di meglio, si intende (vedi qui).

Ma non è questo il punto.

Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, come scrivevo qui, ha in mente di gestire la questione dei diritti umani tramite un’agenzia intergovernativa che, sostanzialmente, tappi la bocca ai rappresentanti delle associazioni non governative.

Quindi tutto questo trambusto in Bahrain proprio non gli va giù.

Diverse fonti ci raccontano dei momenti di panico che sta vivendo in questi giorni il Re saudita (vedi ad esempio qui) e ieri l’altro scrivevo degli aiuti sauditi al Bahrain in termini di logistica poliziesca e militare.

In Arabia Saudita, sembrano attivarsi in questi giorni le caratteristiche reti pre-rivolta (qui e qui)

Conosciamo le posizioni di UE e USA contro violenze, sappiamo che le autorità del Bahrain negano di aver aperto il fuoco contro i manifestanti, e sappiamo anche della riunione del Consiglio di Cooperazione del Golfo in cui tutti i tiranni dell’area sostengono il tiranno bahrainita.

Può bastare?

No, non basta.

Ho un altro sassolino nella scarpa, ahi.

Vale la pena ricordare, infatti, che l’università “La Sapienza” di Roma prende i soldi dal Consiglio di Cooperazione del Golfo. E che Fini va a celebrare l’evento.

Nessuno si senta offeso.

Passo e chiudo.

Lorenzo DeclichIn fiammeal-arabiya,al-jazeera,al-qaradawi,arabia saudita,bahrain,consiglio di cooperazione dei paesi arabi del golfo,islam,italia,oman,qatar
Il senso comune vuole che al-Jazeera, la televisione del Qatar nota a tutti per aver fatto da megafono a Osama bin Laden e per sponsorizzare in maniera smodata Yusuf al-Qaradawi, sia uno spregiudicato network televisivo arabo che non si cura di governi e governanti ma solo dell'audience. I cablogrammi americani...