In Egitto c’è un ex-Ministro degli interni, Habib el-Adly, indagato per diversi motivi, non ultimo per aver avuto un ruolo nell’attentato di capodanno ai copti.

Il personaggio, più in generale, compare nell’abito del “fomentatore” di scontri interreligiosi. Come documenta Cam McGrath di IPS, El-Adly aveva vere e proprie “milizie”, che guidava verso obbiettivi del genere quando il regime era sotto attacco per altri motivi.

I rivoltosi del 25 gennaio tutto questo lo intuivano e comunque nella loro piattaforma le dimissioni di el-Adly  erano fra i punti cardine.

Per loro lo stato di polizia in Egitto doveva e deve finire.

Motivo per cui in buon numero, a partire da venerdì scorso, hanno cercato (anche riuscendoci) di fare irruzione nelle sedi della Sicurezza di Stato, luoghi dove presumibilmente vengono conservati documenti compromettenti in merito alla gestione dell’ordine in Egitto e che – ci dice al-Masri al-youm – qualcuno voleva far sparire per sempre.

A tentare di fermare gli attivisti non hanno trovato poliziotti in divisa ma una serie di personaggi in borghese con spranghe e coltelli: presumibilmente individui connessi con le brutture compiute dal Ministero dell’interno in passato e che hanno tutto da perdere nel vedere rivelati alcuni segreti.

A un certo punto, domenica, è arrivato l’esercito e ha sparato in aria per disperdere la folla.

Per il “Fatto quotidiano” e un buon numero di suoi cloni, però, l’esercito “sparava sulla folla” per motivi non precisati:

L’esercito egiziano ha sparato nel pieno centro del Cairo quando alcuni manifestanti hanno cercato di avvicinarsi a uno degli edifici della sicurezza di Stato nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti. Altri spari sono stati avvertiti nei pressi del ministero dell’Interno.

Numerosi attivisti stanno raccontando su Facebook l’intervento dell’esercito. Alcuni manifestanti raccontano di essere stati minacciati e attaccati da criminali armati e che sarebbero molte le persone che sono state fermate. Uno degli attivisti su Facebook ha chiamato a raccolta i manifestanti, chiedendo loro di spostarsi da Piazza Tahrir verso il ministero dell’Interno, dove sono stati uditi gli altri spari.

Ottimo servizio.

Grazie.

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Lorenzo DeclichL'età della politica2011.01.25,attentato di alessandria,egitto,habib el-adly,il fatto,ministero degli interni,rivolta,stato di polizia
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