Da qualche giorno Valerio commenta ampiamente i post di “Tutto in 30 secondi”, specialmente quelli riguardanti la Libia, tirando fuori una serie di conoscenze in un dominio che io davvero non copro: l’aspetto militare.

Riporto qui sotto la sua ultima fatica (spero non me ne voglia anche per l’editing che gli ho imposto) sottolineando, da parte mia, che la situazione in Libia ormai non ha più nulla a che vedere con quelle tunisina e egiziana principalmente per il fatto che in quei due casi le dimostrazioni e tutto ciò che è venuto dopo ebbero un carattere pacifico: la repressione lì ci fu ma non produsse, dall’altra parte, una resistenza armata o una guerriglia, cosa che invece si è verificata in Libia.

Pur essendo nata da premesse simili a quelle tunisina ed egiziana, la rivolta di Libia ha insomma rapidamente assunto i caratteri di un’insurrezione, scatenando una reazione della comunità internazionale che in Egitto e in Tunisia non c’è stata perché non aveva motivo di essere. Ciò ha favorito politicamente Gheddafi, che ha potuto scatenare la sua retorica e avviare la sua strategia mediatica.

Gli insorti libici, in questo momento, hanno già perso qualcosa di più di Ras Lanouf o Zawiya:  in Libia “l’età della politica”  è stata già archiviata.

Breve aggiornamento militare.

Le forze ribelli paiono, giorno dopo giorno più depresse.

In molti casi di ribellione del passato si è assistito ad un crollo. Le truppe irregolari e quelle rivoluzionarie hanno una lunga tradizione storica di umoralità, implacabili nelle offensive ma pronte allo sbandamento nelle ritirate.

Però c’è anche dell’altro:

1) Nei combattimenti in Libia abbiamo assistito, a Ras Lanouf, a varie sconfitte delle truppe ribelli per incapacità e indisciplina, queste però tornavano sempre all’attacco. Forse abbandonavano Ras Lanouf con la stessa facilità con qui la attaccavano perché non erano di lì, infatti

2) infatti a Zawiya, dove combattevano praticamente nelle loro case, nel luogo natio, hanno resistito anche molto oltre ogni possibile previsione, combattendo, per scelta o per caso, in maniera tatticamente inteligente. Hanno continuato a lottare anche dopo aver subito perdite presumibilmnete catastrofiche, nella consapevolezza che non ci sarebbe stata pietà per i vinti, quindi

3) quindi se e quando le truppe di Gheddafi arriveranno nelle città mediterranee della Cireanica potrebbero essere coinvolte in combattimenti casa per casa in ambiente urbano particolarmente difficoltosi (e purtroppo sanguinosi per i civili), sulla falsariga di quanto accaduto a Zawiya piuttosto che a Ras Lanouf.

Per questo è presto per fare delle previsioni catastrofiste di una rapida o rapidissima fine della rivolta. che hanno preso il posto, sulla grande stampa, delle previsioni ottimistiche di 2 settimane fa, in cui sembrava che Gheddafi fosse un dead man walking.

I punti strategicamente più importanti per la difesa della Cireanica sono i due estremi dell’arco, oggi come durante la seconda guerra mondiale: Ajdabyia (che purtroppo è facilmente aggirabile) e il vecchio campo di battaglia di Bedda Fromm ad ovest, Tubruq e Bardia ad est.

Tra Ajdabya e Tuburq passa una via di collegamento diretta, lontana dalla costa, che permette di concentrare truppe alle spalle dell’altopiano costiero e inviarle in forze in ogni punto prescelto della costa (anche Al Tammimi e i passi tra Jardas al Abid e Barca, disegnando un arco interno al precedente, hanno un’importanza strategica).

Non conosco le zone controllate dai regolari e dagli insorti con precisione, comunque mi pare che i ribelli non controllino al 100% la pista sud dell’arco, e quindi siano già vulnerabili. Chi controlla le oasi interne della Cireanaica? Tipo Giarabub?

Se uno dei due punti alle estremità dell’arco cade la situazione per i ribelli si fa drammatica, se cede o viene assediata Tubruq (e quindi viene chiusa la via di rifornimento con l’Egitto), la situazione diventa tragica, anche dal punto di vista umanitario.

Però per quanto detto al punto 3) non necessariamente si risolverà tutto in pochi giorni. Bisogna da un lato vedere se i ribelli riescono ad assorbire il contraccolpo psicologico di dover combattere una guerra lunga in condizioni di relativa debolezza, dall’altro vedere se l’esercito Libico ha ampie scorte di munizioni (o riesce a contrabbandarne in abbondanza).

Questo punto è importante, visto che fino ad ora l’esercito regolare non ha praticato la repressione come una guerra di movimento, in cui servono relativamente pochi rifornimenti, ma come guerra di materiale e di annientamento, ovvero concentrando al fronte artiglieria e carri armati, praticando lunghi bombardamenti preparatori, per poi logorare i ribelli in piccoli scontri prolungati. Insomma consumando molte scorte, probabilmente contando sul fatto che le scorte dell’esercito regolare sono comunque molto superiori a quelle dell’esercito ribelle (che, come tutte le milizie, spreca moltissime munizioni, anche solo per sparare in aria).

In tutto questo aggiungo solo che i tempi tecnici per una no-fly zone sembrano allungarsi invece che ridursi, non stiamo assistendo (oppure non siamo informati a dovere) ad un ridispiegamento delle forze NATO in sud Italia e in Grecia, e, in aggiunta, 3-4 portaerei US-Navy che entrano nel Mediterraneo.

Per una no-fly zone servirebbero centinaia di aerei, oltre ai pochi AWACS (radar volanti) già dispiegati, non dovrebbero passare inosservati, oltre ad un pesante riarmo di Malta (che non mi sembra nemmeno preso in considerazione).

Insomma mi sto convincendo che tutta la questione No-fly zone sia un bluff, lanciato per vedere se Gheddafi si spaventa.

Non sta funzionando.

Rischia anzi di illudere gli insorti, con effetti deleteri sia sul morale, sia sulle relazioni tra i ribelli e l’occidente, che possono permanere anche nel lungo periodo, dopo la fine di questa crisi.

https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/03/Libia1.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/03/Libia1-150x150.jpgLorenzo DeclichL'età della politica2011.02.17,libia,moammar gheddafi,rivolta
Da qualche giorno Valerio commenta ampiamente i post di 'Tutto in 30 secondi', specialmente quelli riguardanti la Libia, tirando fuori una serie di conoscenze in un dominio che io davvero non copro: l'aspetto militare. Riporto qui sotto la sua ultima fatica (spero non me ne voglia anche per l'editing che...