In Arabia Saudita sono in tanti a credere nella magia.

Ufficialmente, nello stile ipocrita che contraddistingue i sauditi, le pratiche stregonesche sono bandite, punite con la morte, sottoposte all’ostracismo mediatico.

Nella realtà sono davvero in tanti quelli che in quel paese fanno ricorso alla magia.

C’è però da fare un distinguo. Nell’islam la magia/stregoneria è vietata, mentre è ampiamente accettata l’idea che il corano, in varie forme, possa curare.

Nei secoli l’islam ha depositato un sapere noto come tibb al-nabawi, “medicina profetica“* “medicina del Profeta”, che utilizza le virtù “benedette” del Corano (baraka) per curare le persone [e che raccoglie un sapere, quello delle “cure e rimedi” attraverso la conoscenza delle virtù medicinali delle piante, laddove non venga esplicitamente vietato dal corano e dai hadith].

Le modalità sono moltissime e non sto qui a raccontarvele. Unico ragionamento da fare in merito: l’effetto placebo potrebbe entrare in ballo in contesti in cui le persone credono molto a questa cosa.

Bene, stabilito questo, arrivo alla notizia: il Ministero degli affari islamici saudita ha autorizzato l’uso della “medicina profetica” delle ruqiyyat – che sono in sostanza recitazioni coraniche o preghiere speciali  – in una “clinica specializzata” in questi trattamenti che si trova a Jedda.

L’obiettivo è anche quello di distinguere queste pratiche, ammesse nell’islam, da quelle considerate non islamiche.

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* vedi nei commenti.

Lorenzo DeclichIn 30 secondiarabia saudita,medicina,medicina profetica
In Arabia Saudita sono in tanti a credere nella magia. Ufficialmente, nello stile ipocrita che contraddistingue i sauditi, le pratiche stregonesche sono bandite, punite con la morte, sottoposte all'ostracismo mediatico. Nella realtà sono davvero in tanti quelli che in quel paese fanno ricorso alla magia. C'è però da fare un distinguo. Nell'islam...