Oggi l’Egitto va alle urne per dire sì o no alle riforme costituzionali proposte dal comitato riunito dalla giunta militare.

Le riforme hanno lo scopo di condurre gli egiziani a nuove elezioni presidenziali e parlamentari (per un background vedi qui e qui).

Questo è il sito informativo predisposto dalle autorità per informare su luoghi e modalità di voto.

E’ abolita la “tessera elettorale”, che in passato incentivava i brogli: si voterà mostrando la carta d’identità.

Gli schieramenti, grossolanamente, sono i seguenti:

  1. per il sì voteranno il Partito Nazionale Democratico del fu Hosni Mubarak e i Fratelli Musulmani.
  2. per il no voteranno i partiti della sinistra parlamentare e non, i movimenti giovanili raggruppatisi attorno alla rivoluzione del 25 gennaio.

Per il sì si sono pronunciati anche raggruppamenti islamisti radicali, fra cui la Gamaa islamiya, e i gruppi salafiti.

Queste formazioni pensano che più tempo passa prima delle elezioni parlamentari e presidenziali, più il loro peso politico andrà scemando.

Quindi spingono affinché passi il referendum e siano indette le elezioni.

Anche in questo contesto la formazione dei Fratelli Musulmani dimostra di non avere una sola anima laddove – è evidente, fra le altre, la cesura generazionale – la corrente riformista del movimento si è dichiarata per il no*.

I partigiani del no pensano invece che si debba e si possa aspettare prima di eleggere Presidente e parlamento. Vogliono una Costituzione radicalmente diversa e, non da ultimo, hanno bisogno di più tempo degli altri per organizzarsi in vista delle elezioni.

In tutto questo il dato principale sembra essere la partecipazione al voto di un’ampia fetta di popolazione che fino a qualche mese fa a votare non ci pensava nemmeno.

Alle scorse elezioni-truffa parlamentari del 2010 non votò più del 20% degli aventi diritto.

I sondaggi darebbero i sì al 68%.

Vedremo cosa succede.

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* Un curioso evento si è verificato sul sito in arabo dei Fratelli: un articolo, poi subito fatto sparire, accusava i partigiani del no di prendere i soldi dagli americani.

Lorenzo DeclichL'età della politicaegitto,fratelli musulmani,referendum costituzionale,salafiti egiziani
Oggi l'Egitto va alle urne per dire sì o no alle riforme costituzionali proposte dal comitato riunito dalla giunta militare. Le riforme hanno lo scopo di condurre gli egiziani a nuove elezioni presidenziali e parlamentari (per un background vedi qui e qui). Questo è il sito informativo predisposto dalle autorità per...