E’ un democratico, a suo tempo consigliere di Bill Clinton.

Nel 1996 scrisse Jihad vs. McWorld: How Globalism and Tribalism Are Reshaping the World un libro ormai superato che, se letto oggi con un certo senso critico, ha il pregio di raccontare per la prima volta le performances del nascente islamercato.

Benjamin Barber era fra quel gruppo di personaggi che fu portato in Libia negli anni scorsi nell’ambito di un progetto di lobbying .

Nel 2006 partecipò a missioni in Libia il cui obiettivo era sostanzialmente rendere Gheddafi&sons digeribili all’America.

Insieme a lui c’erano fra gli altri Bernard Lewis, Francis Fukuyama, Nicolas Negroponte , David Frost.

Ne ho scritto qui.

Oggi Barber ci viene a dire che Sayf al-Islam Gheddafi, l’aggressivo secondogenito di Moammar delle cui peripezie ho scritto in questi post e che tutti abbiamo visto minacciare il mondo e/o pompare i suoi seguaci con fare trionfalistico, è buono.

E’ un “riformista” ma ha problemi con un papà un po’ autoritario.

Il Guardian titola: “Yes, Saif is a Gaddafi. But there’s still a real reformer inside”.

Angry Arab commenta: “Mi chiedo se Barber pensa che anche Goebbels in fondo era un riformista.

Io invoco Slavoj Zizek che insegna a tutti noi che non ha senso vedere il lato umano del proprio nemico, se lo si individua come tale.

Anche il peggior massacratore di esseri umani può aver provato affetto per il suo gatto, può aver vissuto attimi di struggente passione con chi amava.

Ma questo non significa assolutamente niente, se lui è il mio nemico.

Perché non c’è il male in persona e il mio nemico può anche avere tratti psicologici, culturali, caratteriali apprezzabili senza che per questo cessi di essere il mio nemico.

Essendo che un nemico è tale nello spazio pubblico, nel quale quei tratti non dovrebbero contare.

Barber avrebbe fatto meglio a dire: sono impicciato in una faccenda di soldi, riabilitate Sayf al-Islam, please.

O anche: “Sono per il dialogo con i lealisti e Sayf al-Islam è l’unico con cui realisticamente si può trattare”.

Quest’ultima è una posizione leggittima.

 

Lorenzo DeclichIn fiammebenjamin barber,bernard lewis,bill clinton,conflitto di civiltà,david frost,francis fukuyama,libia,nicolas negroponte,sayf al-islam gheddafi
E' un democratico, a suo tempo consigliere di Bill Clinton. Nel 1996 scrisse Jihad vs. McWorld: How Globalism and Tribalism Are Reshaping the World un libro ormai superato che, se letto oggi con un certo senso critico, ha il pregio di raccontare per la prima volta le performances del nascente...