Pierluigi Battista si esercita nel compito di dire che bisogna avere pietà dei morti ma che quel morto lì, Vittorio Arrigoni, era un suo nemico e non era buono.

Il compito gli riesce malissimo (o benissimo, a seconda dei punti di vista), e vi spiegherò perché iniziando con un inciso.

Leggo il testo dell’ultima fatica di Pigi da un blog che si chiama “Il Borghesino” e che mette il seguente cappello al pezzo:

Purtroppo questo intervento del vicedirettore del Corriere compensa soltanto in parte la sbandata antisionista di ieri, con l’intervento ancora una volta scomposto di Battistini. Ho lo stomaco in subbuglio per la retorica da quattro soldi spesa per un amichetto dei terroristi che chiamava ratti gli israeliani (anzi, i “sionisti”), e che se la faceva tutti i giorni con gli sgherri di Hamas. Malgrado i tentativi patetici dei filopalestinesi di respingere la nemesi che ha colpito il loro caro, non riesco a provare nemmeno una umana pietà (fonte).

Questo corsivo ha un pregio che il pezzo di Battista non ha: lo scrivente dice in tutta franchezza: “non riesco a provare nemmeno una umana pietà”.

Invece il pezzo Battista si esercita nel dimostrare scompostamente “umana pietà” ma lo fa in un modo talmente manierato e falsificante che il risultato è aberrante e provoca in me profonda repulsione.

L’incipit fa così:

Si stenta persino a capire in quali abissi di bestialità possano essere piombati gli uomini che hanno trucidato Vittorio Arrigoni a Gaza. Quali giustificazioni può avere l’enormità disumana del loro gesto? E invece il fanatismo folle ha questo di peculiare: il trattare gli esseri umani come oggetti da torturare, se la Causa lo impone. Il sacrificare gli innocenti, se il sangue versato può essere utile alla guerra santa. Perciò il corpo martoriato di Arrigoni suscita pietà due volte. Pietà per il rito cruento che lo ha barbaramente annientato. Pietà per lo sgomento e la disillusione che Arrigoni deve aver provato negli ultimi momenti della vita, prima di essere ucciso da chi era stato il destinatario, ingrato, del proprio impegno e del proprio aiuto.

Battista dimostra di non aver capito una mazza e/o di fare un gioco brutto perché:

  1. dà per scontate le responsabilità del delitto, e noi sappiamo bene che l’unica certezza esistente in questo momento è che vi sia stato un depistaggio;
  2. quando dice “prima di essere ucciso da chi era stato il destinatario, ingrato, del proprio impegno e del proprio aiuto” avvalora lo schema mentale di quegli iperisraeliani che pensano che “i palestinesi” siano un tutt’uno quando ammazzano Arrigoni e invece cinque o sei cose diverse quando arriva il momento di parlarci.

Ma soprattutto: di quale “enormità disumana” parla Battista?

Arrigoni l’hanno preso, malmenato, strangolato.

Scusate se sono brutale (non sono io a giocare col macabro): non l’hanno sgozzato o cose simili.

Battista crea la retorica di quello che si spaventa per l’efferatezza dei terroristi quando c’è poco di cui spaventarsi, perché l’efferatezza è immaginata, sta nell’immaginario che i lettori associano ai terroristi, ma non sta nei fatti.

E’ penoso, triste, vedere impresse nero su bianco frasi come “abissi di bestialità” e simili quando ‘sti abissi non li abbiamo ancora verificati o, peggio, abbiamo verificato che non si sono verificati.

Sì. Arrigoni è stato picchiato brutalmente e strangolato.

Ed anzi la cosa assurda è che questa cosa sia stata fatta in fretta e furia, senza nemmeno aspettare la fine dell’ultimatum, e senza quel corredo “bestiale” che invece Battista evoca.

Quello che è successo è brutto, bruttissimo, e fa rabbia, ma “l’abisso di bestialità” è un’altra cosa.

E’ forse quello che facevano in Iraq al-Zarqawi&friends, ma qui, caro il mio mistificatore, la vicenda non ha nulla a che vedere con quelle dinamiche lì.

Usando queste esagerazioni, queste enfatizzazioni dai implicitamente una versione dei fatti assolutamente inventata.

La quale versione serve per dire “ommamma che ovvove” e a  cancellare il vero salto concettuale che tu, Pigi, vuoi ammorbidire il più possibile per non sembrare disumano: è morto un mio nemico.

Ora, Pigi: dì le cose come stanno.

Invece di spiattellarci mellifluamente in principio quanto sono ipoteticamente efferati gli ipotetici autori dell’omicio di Vittorio Arrigoni dovevi andare al sodo subito, e scrivere subito quello che pensi, e cioé che Arrigoni era antisionista e questo a te non piace.

Dovevi scrivere che stava dalla parte sbagliata, che giustificava Hamas etc. etc.

Dovevi scrivere subito che il suo stay human lo trovi orribile e pericoloso e che per te Arrigoni praticava la menzogna sistematica.

E invece queste cose le dici alla fine del pezzo, dopo aver alzato una cortina di fumo artificiale.

Caro Pigi, per certi versi sei molto, molto peggiore del Borghesino che ti cita.

La tua pudicizia e la tua menzogna mi fanno orrore.

 

Lorenzo DeclichIn 30 secondiisraele,omicidio arrigoni,palestina,pierluigi battista,vittorio arrigoni
Pierluigi Battista si esercita nel compito di dire che bisogna avere pietà dei morti ma che quel morto lì, Vittorio Arrigoni, era un suo nemico e non era buono. Il compito gli riesce malissimo (o benissimo, a seconda dei punti di vista), e vi spiegherò perché iniziando con un inciso. Leggo...