Osama bin Laden aveva perso il suo appeal da tempo.

Narrativamente parlando era inflazionatissimo e già era uscito qualche film che lo prendeva più o meno in giro.

Fra l’altro non era più il ghepardo di una volta e quindi più che spostarsi (virtualmente) da una parte all’altra del passo Khyber non poteva.

Oggi tutti dicono che tutti sapevano che Osama era in Pakistan, o quantomeno del Waziristan, cioè quel non-luogo che si trova nell’area frontaliera fra Pakistan a Afghanistan nella quale non v’è né legge né ordine senza i talebani.

Va bene, oggi tutti dicono che tutti sapevano.

Ma in pochi ricordano cosa tutti accettavano che non si dicesse.

Voglio dire: il rimosso generale, in questo momento, non riguarda la realtà di Osama bin Laden ma la narrativa che su Osama bin Laden è stata fatta per 10 anni.

Non mi riferisco alle fughe a cavallo, cammello, motocicletta dei tempi d’oro.

Mi riferisco a cose uscite di fresco.

Alcuni esempi.

Il Primo ministro pakistano diceva che Osama NON era in Pakistan.

Fox News diceva che viveva a nord di Teheran, dove si dedicava alla falconeria.

DEBKAfile diceva che viveva nel nord-est dell’Iran insieme ad al-Zawahiri e altri cinque “capi” di al-Qaida.

Circondato da 3 o 4 anelli concentrici di guardie del corpo, accompagnato da 3 traduttori di Hezbollah.

La CNN a un certo punto l’aveva avvistato nella valle del Chitral, in quell’area che ancora amo chiamare Kafiristan.

Un ex-capo dell’intelligence tedesca diceva che lo avevano individuato intorno a Peshawar, cioè più a valle.

In tutto questo gli esperti sono ancora in dubbio se definire autentici i messaggi di Bin Laden dal 2004 in poi.

Per anni e anni i messaggi di Bin Laden sono stati divulgati tramite “agenzie di monitoraggio” americane come Intelcenter o Site che – è chiaro, chiarissimo – talvolta o sempre hanno mandato in giro vere e proprie bufale solo per fare 2 lire (o per obbedire a qualcuno, ma sono più propenso a indicare il “movente” del denaro, sinceramente).

Una volta intelcenter mandò un “quasi-tweet” di Bin Laden.

Era così corto che l’ANSA riuscì a riportarlo per intero senza sbagliare.

E secondo intelcenter il messaggio indicava l’imminenza di un attacco.

Che non ci fu, ovviamente.

Fu una delle poche, pochissime volte in cui si mise in dubbio l’autenticità di un “comunicato” di Osama bin Laden ma questo non bastò a toglierlo dalle prime pagine dei giornali.

Altri veri trafficanti di messaggi di Osama erano quelli di al-Jazeera.

Una volta, era il gennaio del 2010, ne parafrasarono uno in cui si citava Noam Chomsky, si faceva una tirata ambientalista, si invitava a boicottare il dollaro proprio nel momento in cui entrava in campo la nuova moneta unica del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

In mezzo a questo mare di fake-stories una qualche “realtà” c’era, o sembrava esserci.

A luglio 2010, ad esempio, dopo le rivelazioni di Wikileaks, l’ammiraglio Mike Mullen diceva come stavano le cose, si era iniziato a parlare dei legami perversi fra americani, talebani, pakistani e al-Qaida.

Ma come fai a distinguere la realtà dalla fiction se entrambe le cose ti vengono raccontate sullo stesso registro e attraverso gli stessi media?

Per chiudere: gli autori di narrativa bin ladeniana non rimarranno senza lavoro, ne sono certo.

Già è in piedi da qualche giorno il toto-khalifa (successore) di Bin Laden.

Si ragiona come se al-Qaida dovesse avere per forza un leader come Bin Laden.

Ovviamente è un gioco mediatico, nient’altro.

Il guaio è che uno come Osama non c’è, narrativamente parlando.

Morto Bin Laden non se fa un altro, almeno da questo punto di vista, perché l’infotainment ha delle regole, e la bio o la retorica di Abu Yahya al-Libi o anche quella di Ayman al-Zawahiri non sono all’altezza.

Anwar al-Awlaki è l’unico vagamente in grado di sviluppare un certo genere di tensione, ed effettivamente è già da un po’ che si sta scaldando in panchina.

Gli manca un attacco all’America, però.

Cambierà il paradigma narrativo? Più personaggi, non necessariamente ai vertici dell’organizzazione?

I Fantastici 4 invece dell’Uomo Ragno?

No, sul serio, spero davvero che la baracca mediatica di questi ultimi giorni sia l’ultimo capitolo della farsa.

[questo post è dedicato a Kor ;-)]

 

 

 

Lorenzo DeclichLost Osamaafghanistan,mike mullen,osama bin laden,pakistan,talebani
Osama bin Laden aveva perso il suo appeal da tempo. Narrativamente parlando era inflazionatissimo e già era uscito qualche film che lo prendeva più o meno in giro. Fra l'altro non era più il ghepardo di una volta e quindi più che spostarsi (virtualmente) da una parte all'altra del passo Khyber...