Dove Osama bin Laden sperava di essere sepolto
Uno dei messaggi autentici di Osama bin Laden (è del 2003) contiene una poesiola conclusiva che sembra essere stata scritta da lui stesso (cfr. in Messaggi al mondo: la prima analisi delle dichiarazioni di Osama bin Laden in interviste, lettere, comunicati via internet, registrazioni audio e video, Roma, Fandango libri, 2007. La pagina la trovate voi ché io ci ho la versione digitale non impaginata e piena di cavalli di Troia).
La parte della poesiola che più mi aveva colpito, al tempo, riguardava la sua “tomba volante”:
O Signore, se la mia morte si avvicina, non sia
la bara avvolta da una verde vestaglia
Ma sia la mia tomba il ventre di un aquila, il cui asilo
nell’alto del cielo, fra le aquile solitarie, si staglia
Tutto tranne che sott’acqua, ma il punto è che – non ho controllato ma ne sono quasi certo – l’immagine di una sepoltura “nell’alto dei cieli” e per di più nello stomaco di un volatile non ha nulla di islamico.
Sembra più una cosa da Far West.
Segue la poesiola per intero:
https://in30secondi.altervista.org/2011/05/07/dove-osama-bin-laden-sperava-di-essere-sepolto/Lost Osamaislam,osama bin laden,terrorismoSto sì guidando il mio destriero, e scaglio
sia lui che me contro un bersaglio
O Signore, se la mia morte si avvicina, non sia
la bara avvolta da una verde vestaglia
Ma sia la mia tomba il ventre di un aquila, il cui asilo
nell’alto del cielo, fra le aquile solitarie, si staglia
Sarò un martire destinato a perire,
colpito a morte in una gola spaventosa della montagna,
in una schiera di cavalieri canuti, fra i quali
la fede in Dio è di famiglia, che vanno ad affrontar la soldataglia.
E se han lasciato questo mondo, avran lasciato anche il dolore
giunti all’Ora della morte così come sui Libri si consiglia
Non ha nulla di (comunemente) islamico perché è l’immagine di una sconfitta, e in un luogo di montagna. Inoltre il 2003 è l’anno in cui, secondo la moglie, OBL fu confinato vicino a Islamabad.
L’unico parallelo che mi viene in mente è la distruzione della rocca di Alamut da parte dei mongoli, la cui spietatezza poteve ben comprendere l’atto di lasciare i cadaveri in pasto agli avvoltoi.
Ha anche un certo sentore zoroastriano…
@ lorf: oh nostalgia… ;(
la pag. è 305 (ma dico, le copie cartacee sono davvero scomparse dal tuo orizzonte, Lo?)
:)
Mica tanto zoroastriano, Mizam…
Alamut, che in daylamita vuol dire “insegnamento dell’aquila”, fu edificato nell’840 d.C. da un Justanide, probabilmente prima che la dinastia optasse per lo sciismo zaydita.
Grazie Mephisto, conosco Alamut.
Il “sentore zoroastriano” si riferiva alla pratica zoroastriana di abbandonare i cadaveri sulle cosiddette Torri del Silenzio, il che offre buone possibilità di avere come tomba il ventre di un aquila (o di qualche altro rapace meno poetico), come parrebbe ambire retoricamente OBL nei suoi versi.
Anche nel Tibet buddhista si usa tuttora seppellire così i cadaveri.
Ma a cibarsene son solo avvoltoi & C.
Mai le aquile.
Si vede che lassù seguono il Dharma, e sono diventate vegetariane. Poco più giù, in India, la mangiano avidamente, anche quella delle carogne, e qua e là, persino nelle metropoli, vengono nutrite con brandelli sgocciolanti, che a volte ti piovono sgradevolmente in testa dal cielo…
:)
E’ vero, le aquile possono nutrirsi di carogne. Ma a parte il fatto che i Parsi (zoroastriani) dell’India sono oggi ridotti a poco più di 25.000 individui (cioè lo 0,0002% della popolazione), nel subcontinente indiano anche gli avvoltoi sono a rischio di estinzione a causa dell’anti-infiammatorio diclofenac (il comunissimo Voltaren), usato ampiamente negli ovini, che provoca la morte degli avvoltoi per insufficienza renale. E’ un problema igienico di enorme rilevanza, tanto che India, Pakistan e Nepal hanno varato un grande progetto di salvataggio delle specie rapaci.
Insomma, gira che ti rigira, l’immagine poetica usata da OBL rimanda all’idea di estinzione, più che al suo carattere non islamico, zoroastriano o buddhista…
Allah protegga i rapaci del Subcontinente! almeno quelli muniti di ali, che da quelle parti, come dalle nostre, c’è n’è un gran quantità anche fra i bipedi, e purtroppo sono rapaci tutt’altro che in via d’estinzione!
Comunque non c’è dubbio; lo scritto non è che richieda grandi sforzi esegetici. Immagine poetica mi pare una parola grossa… versi (si fa per dire) intrisi di retorica a buon mercato, in carattere con il personaggio.
Certo tradotti mirabilmente in italiano dai due migliori specialisti della Penisola… :))
Esiste anche l’ironia a buon mercato, specie dopo che si sono lette seriosissime diquisizioni sulla “presunta, presuntissima morte” di OBL, il quale poteva “essere morto ieri o 3 anni fa, o non essere morto affatto”, ecc. ecc.
Caro il mio Mephisto, l’ironia l’hai letta tu. Io stavo ponendo una serissima discriminante fra Osama reale e Osama narrato.
Caro Lorenzo,
ironia di bassa lega è insistere a tormentone sullo scarso valore estetico dei versi (no: versicoli!) della poesia (no: poesiola!) di OBL, come ha fatto Mizam.
Ammetterai che la “narrativa” su OBL scritta da lui medesimo vale un po’ di più di tutto il resto, soprattutto se è stata scritta in un momento (pare) decisivo della sua vita come il 2003.
Urka! Se l’ironia è a buon mercato, la saccenteria è in svendita! Speriamo siano i saldi di fine stagione!
M’è fistola tediosa e suppurante
Peana e lai pel l’uomo con turbante.
Se vittima sarò d’impertinente
Di bassa lega sia il sepolcro, e aulente
Di deiezioni d’un rapace errante.
Che l’aquila, seppure raramente,
Può contener vestigia a certi sante.
versi ben superiori!
grande Mizam
D
E lui a differenza di Osama è ANCHE BUONO :-)))
Ma che bel coretto!
Tex Willer, Kit Carson e Tiger Jack…