Martino oggi mette in evidenza un importantissimo articolo del New York Times riguardante il fatto che i “giovani” in America non sono più il principale oggetto di marketing.

Sono troppo poveri: meglio battere sui sempiterni baby boomers che hanno fatto rivoluzioni, controrivoluzioni, hanno ammazzato i padri, hanno torturato e infine giustiziato i figli, e sono rimasti soli, in cima al bastione come degli highlanders del consumo.

A parte il fatto che a me questi baby boomers mi hanno davvero scassato i maroni, ma da tantissimo tempo (non hanno fatto altro che distruggere, gli unici 2 aggeggi che hanno inventato li hanno chiamati “futuro” e ce li hanno propinati per 30 anni), e ritengo che meritino di soffrire moltissimo, psicologicamente e fisicamente, per i pochi anni che gli restano da vivere, noto che mettere al centro del mercato i baby boomers significa certificare l’assenza di futuro per le masse di giovani che, fino a ieri, erano considerate il fulcro del mercato, l’oggetto di marketing più importante in assoluto.

E noto anche che questo rivolgersi a dei vecchi bavosi ebbri di potere e assetati di carne umana per risollevare le vendite va di pari passo con la ricerca di nuovi mercati, non necessariamente connotati dal punto di vista generazionale.

Fra questi c’è l‘islamercato il cui principale target è per ora la sempre più consistente “middle class musulmana” globale.

L’islamercato non ha problemi di “futuro”. E’ un mercato nuovo perché nasce come oggetto di marketing da poco tempo.

Vedremo se quel marketing avrà successo, ma a questo punto non vedo proprio come potrebbe non averne.

 

 

Lorenzo DeclichIslamercatoislamercato,marketing
Martino oggi mette in evidenza un importantissimo articolo del New York Times riguardante il fatto che i 'giovani' in America non sono più il principale oggetto di marketing. Sono troppo poveri: meglio battere sui sempiterni baby boomers che hanno fatto rivoluzioni, controrivoluzioni, hanno ammazzato i padri, hanno torturato e infine...