La metto qui, in forma di appunto (con commentini e neretti). Va letta insieme a questo post.

1) I cambiamenti in corso in Medio Oriente e Nord Africa [MONA] sono di portata storica e hanno il potenziale di aprire le porte a un tipo di trasformazione come quella avvenuta nell’Europa centro-orientale dopo la caduta del Muro di Berlino. Le aspirazioni della gente per la liberta’, i diritti umani, la democrazia, le opportunita’ di lavoro, maggiori poteri e dignita’, li hanno portati a controllare i propri destini in modo da rendere consapevoli e rinforzare i valori comuni.

Sì, vabbene, andiamo al sodo. A parte che poi c’è da discutere su cosa ci sia, ora, nell’Europa centro-orientale, e sulla legittimità del paragone perché le differenze – ma non mi ci soffermo – sono davvero tante e sostanziali.

2) Noi membri del G8 sosteniamo fortemente le aspirazioni della Primavera araba cosi’ come quelle della popolazione iraniana.
Ascoltiamo la voce dei cittadini e sosteniamo la loro determinazione per un’uguaglianza e affianchiamo il loro anelito democratico, di aprire la societa’ e di modernizzare l’economia. In particolare sosteniamo il ruolo giocato dai giovani e dalle donne in questa trasformazione.

La primavera araba è un lancio giornalistico. A livello di definizione non esiste nulla di meno accurato. A una definizio inaccurata corrisponde un’interpretazione larga e dunque potenzialmente malevola. Vedremo che è proprio questo il caso.

La popolazione iraniana è divisa per lo meno a metà. Voglio dire: c’è chi sostiene Ahmadinejad e non sono alcuni, sono tantissimi.

Non mi risultano, nei due contesti, appelli alla modernizzazione dell’economia.

Mi risultano, semmai, appelli a una maggiore giustizia sociale all’interno del quadro economico, modernizzato o meno fa poca differenza.

E comunque attendiamo miliardi di dollari per la “stagione delle piogge swahili” o per “El Niño anglofono”.

3) Oggi il G8 lancia il ‘Partenariato di Deauville’ insieme alla gente dell’area basato su obiettivi comuni per il futuro alla presenza dei premier di Egitto e Tunisia, paesi in cui e’ nato il movimento, e il segretario della Lega araba. Siamo pronti a estendere questa partnership anche a tutti i paesi della regione impegnati in una transizione democratica. Questo partenariato sottolinea i valori comuni della liberta’ e della democrazia ed e’ basato sul rispetto della sovranita’ degli stati e della gente la cui protezione e comune responsabilita’ dei governi.

I premier di Egitto e Tunisia non sono stati eletti. In questo contesto, dunque, non mi è chiaro il concetto di transizione democratica. O meglio, mi è chiarissimo: sosteniamo questi premier non eletti affinché facciano quello che diciamo noi prima che ci sia la possibilità che al potere ci vadano persone che a noi non piacciono. A quel punto il contenuto di quella che noi chiamiamo democrazia non ci darà alcun problema.

4) Il partenariato e’ basato su due pilastri: un processo politico per sostenere la transizione democratica e lanciare le riforme, lotta alla corruzione, rafforzamento delle istituzioni mirata a una maggiore trasparenza delle amministrazioni; secondo pilastro un quadro di aiuti economici alla crescita mirato a sostenere i paesi del partenariato nella transizione.

Il lancio delle riforme, visti gli effetti delle stesse in diversi paesi “aiutati” dal FMI, ha un che di allarmante.

5) Invitiamo le istituzioni finanziarie internazionali, il settore privato e civile a partecipare e lavorare a questa iniziativa.

E vai.

6) Il Partenariato di Deauville sviluppera’ un‘agenda economica che permettera’ ai governi in transizione di andare incontro alle aspirazioni di una crescita forte e facilitare i processi politici in corso. Tra questi il miglioramento della trasparenza, della gestione amministrativa e della partecipazione dei cittadini alla vita economica del paese; aumento della inclusione sociale con piu’ opportunita’ di lavoro per tutti; modernizzazione delle economie e sostegno allo sviluppo del settore privato e creazione di posti di lavoro e capitale umano; integrazione regionale nella globalizzazione.

Non mi risulta che una crescita forte sia l’aspirazione dei rivoltosi in Tunisia ed Egitto.

Il concetto di lavoro per tutti, per noi che viviamo a Berluscopoli, suona male. Specialmente se lo accoppiamo a opportunità… Se poi ci mettiamo dentro il sostegno allo sviluppo del settore privato la frittata è fatta. Egiziani e tunisini non possono volere un altro modo di gestire il proprio paese se non quello appena descritto.  Quanto all’integrazione regionale nella globalizzazione vale quanto ho scritto ieri: si dà per scontato che la regione sia “Medio Oriente e Nordafrica” ma questo è un costrutto ideologico, un modello propugnato e non una realtà. Procedendo in questa direzione si va dritti verso l‘islamercato, cari miei (e se non sapete così è l’islamercato io qui non ve lo posso spiegare, non ho tempo).

7) Nel breve termine l’obiettivo e’ quello di non danneggiare il processo delle riforme e sostenere la coesione e la stabilita’ macroeconomica.

Ma davvero?

8) Nel medio e lungo termine sosterremo le sfide economiche dei paesi del partenariato verso una transizione sostenibile e un ampliamento delle opportunita’ economiche secondo le priorita’ identificate dai governi nazionali e le consultazioni con gli azionisti principali.

Aggiungerei: nelle modalità assolutamente non sindacabili dell’economia di mercato e della globalizzazione economica che noi qui pompiamo.

9) Monitoremo e lavoreremo in stretto contatto con le banche multilaterali per scegliere e rilanciare i programmi dei paesi del partenariato rivedendo le priorita’ e il coordinamento.

Quindi attenti: non vi sganciate sennò sono guai.

10) Sollecitiamo un estensione del mandato della Bers per sostenere la transizione dei paesi verso una democrazia multipartitica, pluralismo e riforme di mercato.

Quindi attenti: non vi sganciate sennò sono guai.

11) Siamo impegnati a sostenere l’integrazione dei paesi del partenariato nell’economia globale attraverso un aumento degli scambi commerciali e maggiori investimenti nella regione.

Quindi attenti: non vi sganciate sennò sono guai.

12) Accogliamo con favore i programmi di azione di Tunisia ed Egitto preesentati ai donatori internazionali e siamo pronti a sostenerli. Le banche multilaterali di sviluppo metteranno a disposizione 20 miliardi di dollari inclusi 3,5 miliardi dalla Bei per i due paesi nel periodo 2011-2013 e i paesi del G8 sono gia in una posizione di contribuire con altri sforzi finanziari. (AGI) Tig (fonte)

Ecco fatto: benvenuti nel magico mondo degli strozzini globali.

Se fossi tunisino o egiziano oggi avrei davvero paura.

Houssen Hajlaoui ha proprio ragione: c’è il rischio di passare dalla tirannia alla schiavitù.

E penso – questa è una nota di speranza – che le decine di migliaia di egiziani scesi in piazza ieri lo sappiano bene.

Basta vedere cosa dicono.

Last: come notano su Euronews il G8 è stato molto chiaro su Egitto e Tunisia ma non sulla Siria.

Dunque: di che MONA stiamo parlando?

Chiudo con una vecchia canzone augurale (Won’t get fooled again, Who).

We’ll be fighting in the streets
With our children at our feet
And the morals that they worship will be gone
And the men who spurred us on
Sit in judgment of all wrong
They decide and the shotgun sings the song

I’ll tip my hat to the new constitution
Take a bow for the new revolution
Smile and grin at the change all around me
Pick up my guitar and play
Just like yesterday
And I’ll get on my knees and pray
We don’t get fooled again
Don’t get fooled again

Change it had to come
We knew it all along
We were liberated from the fall that’s all
But the world looks just the same
And history ain’t changed
‘Cause the banners, they all flown in the last war

I’ll tip my hat to the new constitution
Take a bow for the new revolution
Smile and grin at the change all around me
Pick up my guitar and play
Just like yesterday
And I’ll get on my knees and pray
We don’t get fooled again
Don’t get fooled again
No, no!

I’ll move myself and my family aside
If we happen to be left half alive
I’ll get all my papers and smile at the sky
For I know that the hypnotized never lie

Do ya?

There’s nothing in the street
Looks any different to me
And the slogans are replaced, by-the-bye
And the parting on the left
Is now the parting on the right
And the beards have all grown longer overnight

I’ll tip my hat to the new constitution
Take a bow for the new revolution
Smile and grin at the change all around me
Pick up my guitar and play
Just like yesterday
Then I’ll get on my knees and pray
We don’t get fooled again
Don’t get fooled again
No, no!

Meet the new boss
Same as the old boss

 

Lorenzo DeclichFuori misurabanca mondiale,democrazia,economia,egitto,fondo monetario internazionale,g8,medio oriente e nordafrica,tunisia
La metto qui, in forma di appunto (con commentini e neretti). Va letta insieme a questo post. 1) I cambiamenti in corso in Medio Oriente e Nord Africa sono di portata storica e hanno il potenziale di aprire le porte a un tipo di trasformazione come quella avvenuta nell'Europa...