Secondo Adnkronos un leader musulmano kenyota, Sheikh Mohammed Khalifa, segretario organizzativo del Consiglio degli Imam e dei Predicatori del Kenya, ha affermato che gli imprenditori omosessuali devono essere boicottati mentre gli omosessuali pedofili devono essere ammazzati.

Secondo Gayprider invece il “leader musulmano suggerisce la pena di morte per i gay” (qui).

Il suo post — non si sa perché — è corredato dall’immagine di due arabi del Golfo che si parlano.

Scena disgustosa, d’accordo: ma che c’entra?

Comunque: la fonte diretta è il Daily Nation, giornale kenyota, data 13 giugno.

Alcuni religiosi musulmani hanno chiesto al governo di consentire l’uso della shari`a, la Legge islamica, in “casi di omosessualità”.

La qual cosa — capiremo più avanti — non comporta l’uccisione del colpevole.

Ma procediamo.

Sheikh Khalifa ha chiesto a cristiani e musulmani kenyoti di rifuggire i leader religiosi complici di omosessualità.

Ha chiesto ai kenyani di rifuggire i businness di cui gli omosessuali sono titolari e anzi di discriminarli apertamente in modo da fermare i loro “atti bestiali”.

Ha detto che abusano dei diritti degli altri e non dovrebbero essere accettati nella società.

Ha detto che un maestro di madrasa (scuola dove i bambini imparano a leggere il Corano e a scrivere in arabo) pakistano della moschea di Mlango wa Papa è stato accusato di aver abusato sessualmente dei ragazzi e quindi gli è stato tolto qualsiasi ruolo educativo e religioso.

Ha poi sferzato la platea, composta soprattutto di maestri di madrasa.

Ha detto: “La morte è l’unica punizione che l’islam prescrive per questa gente, così come succede in Cina e Iran”.

Bene, siete confusi? Anch’io. Ad esempio: che c’entra la Cina?

Riavvolgiamo.

Lo sheykh parlava ai maestri di cui sopra, visto che il workshop, in partenza, aveva come argomento la crescita di casi di abusi sessuali nelle madrase dell’area da cui i maestri provenivano (la costa, l’area di Mombasa).

da voi ci aspettiamo che impartiate decenza e conoscenza, non che siate autori di abusi

ha detto lo sheykh.

E ha concluso affermando che se il governo non autorizza gli sheykh a usare la shari`a per punire i colpevoli, allora dovrà considerare l’ipotesi di introdurre per essi la pena di morte.

Corretto, insomma, il titolo di Adnkronos: “Kenya: un leader musulmano appoggia la pena di morte contro i molestatori di bambini”.

Un po’ diverso da quel “leader musulmano suggerisce la pena di morte per i gay”.

Una situazione un po’ diversa da quella dell’Uganda, dove i gruppi fondamentalisti cristiani, foraggiati da qualche banda di americani invasati fino alla deficienza, invocano con tutti i mezzi possibili la pena di morte per gli omosessuali.

E ora la morale della favola, o meglio “la notizia”. In Kenya:

  1. ci sono dei maestri di scuola coranica pedofili;
  2. ci sono degli sheykh omofobi che mescolano omosessuali e pedofili;
  3. ci sono degli sheykh misogini che, in tutto questo, non parlano delle bambine.

Cose brutte, bruttissime.

 

 

 

Lorenzo DeclichIn 30 secondiafrica,islam,kenya,omosessualità,pedofilia,uganda
Secondo Adnkronos un leader musulmano kenyota, Sheikh Mohammed Khalifa, segretario organizzativo del Consiglio degli Imam e dei Predicatori del Kenya, ha affermato che gli imprenditori omosessuali devono essere boicottati mentre gli omosessuali pedofili devono essere ammazzati. Secondo Gayprider invece il 'leader musulmano suggerisce la pena di morte per i gay'...