Alla protesta egiziana dell’8 luglio, il Venerdì dell’Insistenza, partecipano tutte le organizzazioni, giovanili e non, che hanno fatto la rivoluzione del 25 gennaio, oltre a un buon numero di partiti.

Per tutti i giornalisti che si avventeranno sulla cosa avverto che le manifestazioni sono organizzate in diverse città: fra i punti di raduno ci sono principalmente moschee e chiese.

Quindi, perfavore, risparmiateci la “retorica dei giovani di piazza Tahrir” (non se ne può più) e gli stucchevoli cenni all’ineludibile islamità delle proteste (tipo “si fa di venerdì dopo la preghiera e questo significa che qualcosa di islamico deve esserci“).

Aprite un po’ lo zoom, considerando — ad esempio:

  1. che da giorni a Suez ci sono pesanti scontri con la polizia perché lì hanno messo in libertà poliziotti accusati di aver ucciso un ragazzo durante i moti del 25 gennaio,
  2. che i lavoratori organizzati esistono (vedi anche qui e qui) anche se a voi non piacciono e non fanno “oriente”,
  3. che le richieste dei manifestanti non sono vaghe,
  4. che fra le richieste ci sono rivendicazioni sindacali, aumento del budget per scuola e salute e altre cose che nulla hanno a che vedere con l’aspirazione a vivere in un mondo di libero mercato bensì ad avere giustizia sociale, libertà e democrazia.

Roba d’altri tempi, insomma.

Che la Camusso a pensarci le viene l’orticaria.

Tenete conto, cari giornalisti, che forse al-Jazeera e al-Arabiya non copriranno così bene gli eventi (anche se non è detto), e quindi dovrete alzare qualche cornetta, fare click diverse volte col mouse, scrivere #8july o #8jul sul search di Twitter.

Sempre che il vostro caporedattore non vi abbia detto: “lascia perdere, bastano 2 righe dell’ANSA”.

Last but not least: all’ultimo — guardacaso — si sono uniti anche i Fratelli Musulmani.

E questa è in qualche modo già una vittoria degli organizzatori: i Fratelli — ritengo — non hanno voluto farsi prendere in contropiede di nuovo (come successe il 25 gennaio), il ché significa che le ragioni e i numeri della protesta ci sono, o perlomeno i Fratelli pensano che ci siano.

Si sono uniti anche dei giovani salafiti: stessa considerazione.

Gli organizzatori dell’8 luglio hanno invitato il Primo ministro egiziano in piazza.

Verrà?

 

Lorenzo DeclichIn fiamme2011.01.25,2011.07.08,egitto,fratelli musulmani,rivolta
Alla protesta egiziana dell'8 luglio, il Venerdì dell'Insistenza, partecipano tutte le organizzazioni, giovanili e non, che hanno fatto la rivoluzione del 25 gennaio, oltre a un buon numero di partiti. Per tutti i giornalisti che si avventeranno sulla cosa avverto che le manifestazioni sono organizzate in diverse città: fra i...