Stamani per prima cosa ho letto i due post di Miguel sul “norvegese fallaciano” (qui e qui): sono una buona base per iniziare a ragionare, o perlomeno per iniziare a scoperchiare il problema, che in molti, in questi giorni, tendono a non cogliere.

Poi, visto che l’osteopata mi ha detto che ho il fegato a pezzi e io voglio che rimanga in queste condizioni, ho letto questo pout-pourri di “Informazione corretta”.

L’articolo ci illustra molto efficacemente con quale espediente retorico i fomentatori di odio islamofobo nostrani tentano di rimescolare il mazzo di carte: ci vengono a dire che questo massacro è compiuto con le stesse modalità di un massacro qaidista, che questa cosa è la diretta conseguenza dell’odio che l’islam ha per noi.

Belpietro addirittura titola: “Il killer non è di al Qaeda ma l’islam resta il problema“.

Insomma, gli unici responsabili delle proprie azioni sono “gli altri”: non è un endorsement ma poco ci manca.

Pigi Battista invita a non fare dietrologie e punta sulla “follia pura” dell’attentatore.

E a me viene in mente Lee Harvey Oswald.

Magdi Allam punta il dito sul “multiculturalismo”, che genera mostri.

E anche qui, sebbene l’articolo sia pieno di frasi come “una brutale e ir­razionale reazione, assolutamen­te ingiustificabile e inaccettabile…”, siamo quasi all’endorsement:

La Norvegia, al pari della Svezia, Gran Bretagna, Olanda e Germa­nia, predica e pratica l’ideologia del multiculturalismo, concepen­do che l’accoglienza degli immi­grati e più in generale il rapporto con il mondo della globalizzazio­ne debbano portare a un cambia­mento radicale della nostra civiltà, fino a vergognarci delle nostre radi­ci giudaico- cristiane, a negare i va­lori non negoziabili, a tradire la no­stra identità cristiana, ad antepor­r­e l’amore per il prossimo alla salva­guardia dei legittimi interessi na­zionali della popolazione autocto­na, al punto da elargire a piene ma­ni agli stranieri diritti e libertà sen­za chiedere loro l’ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole.

Lasciamo definitivamente a se stessi questi cialtroni criminogeni che non sanno come difendere posizioni indifedibili: spero solo che un giorno il mondo dell’informazione li ponga definitivamente nella microscopica nicchia d’opinione nella quale meritano di stare.

Addentriamoci invece nelle fonti di Anders Behring Breivik non prima di avervi consigliato questo sunto di Jaime D’Alessandro su Repubblica, che vi darà un’infarinatura generale.

Bene, il manualone di 1500 pagine compilato da Breivik è in realtà un pastone di roba già scritta, “di suo” ci ha messo davvero pochissimo (il ché indica il “credito” aperto da questi nei confronti delle sue fonti).

Al di là delle specifiche “operative e logistiche”, è tutta o quasi tratta da siti e/o pubblicazioni islamofobe.

Ci sono davvero tutti quelli che in questo blog ho chiamato di volta in volta “eurabisti” o “controjihadisti“.

Ci sono le fonti di quello che ho chiamato il “Manuale dell’islamofobo” e quelle del “Manuale del Conflittore di Civiltà“.

Breivik cita Bat Ye’or, Bernard Lewis, Daniel Pipes, e decine di volte Geert Wilders che, secondo Liberaliperisraele, non incita a odiare, ma a difendere il carattere, l’identità, la cultura e la libertà dell’Europa“, sebbene dica che: “l’islam è principalmente un’ideologia, un’ideologia di lotta, distruzione, conquista. E’ mia profonda convinzione che l’islam è una lotta ai valori occidentali, alla libertà di parola, all’eguaglianza fra uomo e donna, fra etero e omosessuali, fra credenti e non credenti”.

Breivik fa riferimento continuamente a siti come:

http://islammonitor.org/
http://www.americanthinker.com/
http://frontpagemagazine.com/
http://amconmag.com/
http://www.jihadwatch.org/
http://www.frontpagemag.com/
http://gatesofvienna.blogspot.com/
http://fjordman.blogspot.com/
http://atlasshrugs2000.typepad.com/

Andatevi a fare un giro, o fatevi un giro su questo blog per vedere cosa scrivono questi bloggers.

Oppure partite da questo tag, o leggetevi la rubrica “Controjihadisti e nazileghisti”, o anche “Propagatori di spazzatura” (a piè di pagina in homepage).

“Annidato” nel polpettone c’è anche questo “What the west needs to know“, un altro capolavoro sul tema.

A cui corrisponde questo lungo e agghiacciante documentario a cui Breivik si riferisce.

I nemici sono quelli indicati da tutte le fonti islamofobe oggi in attività: i musulmani, ovviamente, ma anche e soprattutto i “marxisti-multiculturalisti”, cioé quelli che – a occhio e croce – ci farebbero “vergognare delle nostre radici giudaico-cristiane”.

Ecco perché Breivik ha ammazzato dei giovani laburisti e non dei musulmani riuniti in preghiera in una moschea.

Fatto non secondario se consideriamo che le destre islamofobe europee puntano il dito proprio su quel genere di persone, e i destrorsi islamofobi nostrani continuano a dirci che queste idiozie sull’identità, sulle radici giudaico-cristiane, sul fallimento del multiculturalismo hanno senso.

Non raccontiamoci panzane: sono queste le idee in base alle quali questo infiorato macellaio ha massacrato più di novanta persone.

E che nessuno mi venga più a parlare di cattivi maestri.

Lorenzo DeclichLe destre e l'islamanders behring breivik,attentato,norvegia,terrorismo
Stamani per prima cosa ho letto i due post di Miguel sul 'norvegese fallaciano' (qui e qui): sono una buona base per iniziare a ragionare, o perlomeno per iniziare a scoperchiare il problema, che in molti, in questi giorni, tendono a non cogliere. Poi, visto che l'osteopata mi ha detto...