Ormai il fronte occidentale sta cedendo in più punti, entro una settimana sapremo se la guerra sta avviandosi alla sua conclusione.
Notevole è sopratutto l’avanzata nell’ovest del paese, con i ribelli che dai Nafusa stanno ormai raggungendo il mare.

Guardate questa cartina delle linee di combattimento aggioranta ad oggi:
http://en.wikipedia.org/wiki/File:Tripolitanian_Front.svg

Seguendo le notizie riportate dai giornali internazionali parrebbe che i combattimenti dentro Al Zawia e Gharyan siano in pieno svolgimento e a favore dei ribelli, accompagnati da sollevazioni spontanee (ed a favore della rivoluzione) della popolazione. Anche da Misurata la diversione compiuta su Tawargha si è conclusa felicemente, con la conquista di questa cittadina ad un prezzo modesto in termini di vittime (sopratutto in confronto a quanto sangiunosa sia invece la battaglia per Ziltan, tutt’ora in corso).

In particolare la situazione a Al Zawia (o Az Zawiyah che dir si voglia) sembra di grave rischio per i lealisti. La città è grande ed importante (la quarta per abianti della Libia, circa 300.000), con l’ultima raffineria rimasta nelle mani di Gheddafi, si è già sollevata due volte, è circondata da importantissime basi militari e vi passa un’importante strada che collega Tripoli a Tunisi.

I ribelli per ora vi sono entrati solo con un reparto di esploratori di 200 uomini (in buona parte fuggiaschi proprio da questa città, che si erano rifugiati sui Nafusa nei mesi scorsi), trovandosi di fronte circa 1000 lealisti (molti dei quali coscritti), con postazioni d’artiglieria e riserve nei dintorni.
Quindi potrebbe essere un’operazione lunga e cruenta, ma il crollo del fronte tutto intorno, magari con reazioni di panico tra i lealisti e di ribellione tra i civili (in città sarebbe in corso proprio in queste ore, ma sarà interessante vedere cosa accade lì intorno), potrebbe facilitare enormemente le cose.

Inoltre la Tunisia ha stretto i cordoni del controllo sul contrabbando da un paio di giorni (aveva assunto proporzioni ciclopiche nei mesi scorsi), mentre un’armata lealista rischia di trovarsi isolata tra Tiji e Zuwara.
Rischia di essere isolata, a corto di benzina e con unità ribelli piene d’ottimismo sulle sorti della loro lotta, tutte intorno. Non una bella situazione.
Se i ribelli si giocassero bene la carta del perdono e iniziassero a trattare un po’ meglio i prigionieri si potrebbe assistere ad una resa ordinata.

Inoltre basterebbe una sollevazione in una delle poche città strategiche della tripolitania rimaste ai lealisti (ad esempio Tarhuna o Bani Walid) e la partita sarebbe chiusa; isolando Gheddafi a Tripoli (con ancora molte riserve relativamente fresche a Waddan e Sirte), determinando la resa e la disgregazione dei reparti meno fedeli.

Certamente va aggiunto che i ribelli, al solito, non concentrano il loro attacco in un punto preciso, ma disperdono le loro forze (attualmente divise in 5 offensive in Tripolitania, una nel Fezzan, in fase di stallo, e una, stentata, in Cireanica), senza però praticare la guerriglia nelle zone controllate dai lealisti.
Ma questi errori, se applicassimo le teorie strategiche insegnate in qualsiasi stato maggiore, non impediscono ai ribelli di essere prossimi alla vittoria. O almeno di avere un’occasione di vittoria nelle prossime 2-3 settimane; che dipende molto anche da quante e quali città intenderanno sollevarsi contro Gheddafi.

I metodi confusi di attacchi simultanei dei ribelli impedisconom, però, anche ai lealisti di concentrare le loro forze. Pare, anzi, che tra i generali rimasti fedeli a Gheddafi (un paio dei quali rischiano di finire sotto processo per crimini contro l’umanità, appena finita la guerra, e che quindi hanno tutto da perdere in caso di sconfitta) vi sia una forte divisione di vedute su cosa fare adesso.

Aggiungerei che anche a Brega si combatte, una battaglia che io avevo sperato i ribelli volessero evitare aggirando quella posizione, ma che se si concludesse con la vittoria dei ribelli nei prossimi giorni, avrebbe un contraccolpo psicologico tremendo sull’oppinione pubblica libica. Alla propaganda non sarebbe possibile tenerla segreta.

In pratica Gheddafi ha fatto trasformare Brega in una fortezza imprendibile, il giorno che dovesse perderla, assieme alla città, perderebbe anche un po’ della faccia che gli rimane.
Questo fermo restando che una volta presa Brega i ribelli della Cireanica, stante anche la confusa situazione del CNT, non avrebbero una strategia molto chiara; non avendo obbiettivi a portata di mano importanti come quelli che invece sono in vista per i ribelli della Tripolitania.
Anzi la battaglia di Brega è diventata una vera e propria battaglia d’attrito, che, grazie alla NATO +-, è costata più cara a Gheddafi che al CNT e che continuerà a costargli molto in materiali ed uomini fin che dura.

Spero che questa guerra finisca il prima possibile perché il numero di vittime civili dei raid aerei della NATO+- continua a crescere, man mano che i combattimenti si concentrano in zone densamente abitate sulla costa.

In particolare la propaganda lealista ha affermato che il 9 agosto un raid NATO, reiterato in due ondate (da tre bombe ciascuna), avrebbe fatto 85 vittime ciivili in un sobborgo agricolo di Zlitan.
Si è anche dichiarato un giorno di lutto nazionale e sfruttato molto la cosa a fini propagandistici.

A differenza di molti altri “massacri” denunciati dai lealisti, di cui non vi era alcuna conferma (anche se molti erano possibili o probabili) in questo caso fonti indipendenti, non so quanto affidabili, parlano di 20 o 14 vittime civili, tra cui 1-2 bambini molto piccoli.

Per sei bombe cadute, a breve intervallo, sui medesimi bersagli, 85 vittime mi sembrano troppe (a meno che in Libia non si costruiscano condomini in campagna), ma se quelle erano case coloniche (ed è veramente possibile) 14 morti sono persino pochi.

Comunque la NATO si trova costretta a limitare i suoi raid a 10-20 bombardamenti al giorno al massimo, perché scarseggia il munizionamento disponibile (e anche il denaro), con rare fiammate (come il 5 agosto, con 48 raid, per lo più su Brega).
Ciò nonostante qualche vittima di fuoco amico riescono comunque ad infliggerla, distruggendo per esempio uno dei pochi T-72 che erano finiti nelle mani dei ribelli e che scendeva dai Nafusa verso Al Zawia.

Un’altra novità da tenere presente è che i ribelli, dopo ormai 7 mesi di guerra guerreggiata, iniziano ad essere addestrati dall’esperienza. Non sono ancora “veri” soldati, ma molti reparti che si sono formati sui Nafusa sembra che inizino a sapere quello che fanno.
Deludono invece proprio i reparti della Cireanica, che dovrebbero aver ormai diversi mesi di addestramento formale (in qualche caso con addestratori francesi, italiani e qatarioti) alle spalle. Sembra anzi che i reparti migliori siano sempre tenuti di riserva.

Valerio PeverelliIn 30 secondiguerra,in fiamme,libia
Ormai il fronte occidentale sta cedendo in più punti, entro una settimana sapremo se la guerra sta avviandosi alla sua conclusione. Notevole è sopratutto l'avanzata nell'ovest del paese, con i ribelli che dai Nafusa stanno ormai raggungendo il mare. Guardate questa cartina delle linee di combattimento aggioranta ad oggi: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Tripolitanian_Front.svg Seguendo le notizie...