Il capo dei capi dell'esercito libico
Secondo Adnkronos Abd el-Hakim Belhaj (di cui leggi qui) è ” l’attuale capo militare del Consiglio nazionale di transizione (Cnt)” (qui).
Il titolo della notizia recita: “Libia: capo militare Cnt, Gb e Usa mi consegnarono a Gheddafi, si scusino”
Niente di più fuorviante: il personaggio è il capo militare a Tripoli, e non dell’intera compagine degli insorti.
Come afferma lui stesso:
I am under the authority of the Transitional National Council, its executive body, and its ministry of defense (fonte).
Questo distinguo è importante perché più passano i giorni e più si ha la sensazione che la “nuova Libia” sia nata sulla base di potentati e potentatucoli più o meno consolidati, costruiti su posizioni acquisite sul campo e nei palazzi.
Chi ha preso Tripoli è diverso da chi tiene Bengasi e ciò in futuro potrebbe essere un problema.
Anzi, in realtà è solo il comandante di una Brigata, ed il proposto comanandante militare di Tripoli (molto sponsorizzato dal Qatar).
Molte unità operative a Tripoli non lo riconoscono come comandante militare della capitale (ed infatti lui le ha invitate a tornare a Misurata…), né lui ha l’appoggio incondizionato del CNT. (a meno che qualcosa non sia cambiato in questi giorni)
Ha però al suo comando alcune brigate, piuttosto grosse e ben armate, ed una certa autorevolezza, derivante anche dalla partecipazione alla guerra Sovietico-Afghana, ovvero alla sua esperienza pluridecennale di combattente e leader.
Aggiungo che in questi giorni, dopo un valzer di cambiamento di poltrone, non so più nemmeno io chi sia il comandante in capo dell’esercito libico…
Khalifa Hifter! Chi vuoi che lo smuova? L’unico che poteva, Younes, lo ha fatto ammazzare; vivo lui, militare di carriera, non si sarebbe potuto dare Tripoli in mano ai mercenari.
Hifter è notoriamente un operativo CIA, che dopo il Ciad ha vissuto (bene) in America per poi essere rimandato in attesa degli eventi a Bengasi.
Queste sono notizie—
ora aggiungo una possibilità. Alla Nato serve una Tripoli non sicura con bande in conflitto fra loro; rende “ovvio” dover mandare truppe di terra per proteggere il CNT, quando sarà troppo indecente che continui a restare a Bengasi. (Si fa per dire, visto che se ne stanno sempre all’estero.)