I primi wahhabiti della Penisola araba scorrazzavano in lungo e in largo alla ricerca di “deviazioni” da eliminare.

Distruggevano tutto ciò che a loro sembrava “idolatra”, e fra queste cose c’erano tutte le espressioni dell’islam mistico, del cosiddetto “culto dei santi”, tutto cose di millenario radicamento nell’islam.

Oggi i nuovi salafiti fanno la stessa cosa, ovunque.

Non se la prendono solo coi cristiani, e a volte non se la prendono affatto coi cristiani ma con i simboli storici dell’islam mistico (oltre che con gli sciiti, con luoghi di culto che essi considerano “non islamici”, come le moschee degli Ahmadi in Pakistan).

Lo abbiamo visto in Egitto, dove oltre alle chiese copte sono stati attaccati i “santuari” sufi (ad es. vedi qui).

Lo vediamo oggi in Libia.

Senonché in Libia questa cosa diventa addirittura paradossale.

Ricordiamolo: la “rivoluzione libica” di oggi si riappropria di Omar al-Mukhtar il leader di una confraternita sufi, la Sanusiyya, che combatté contro i fascisti italiani.

La nuova bandiera libica porta con sé le insegne di quella confraternita.

Bandiera della Sanusiyya

Bandiera della Libia

 

 

Lorenzo DeclichIn 30 secondilibia,omar al-mukhtar,salafiti,sanusiyya,sufi
I primi wahhabiti della Penisola araba scorrazzavano in lungo e in largo alla ricerca di 'deviazioni' da eliminare. Distruggevano tutto ciò che a loro sembrava 'idolatra', e fra queste cose c'erano tutte le espressioni dell'islam mistico, del cosiddetto 'culto dei santi', tutto cose di millenario radicamento nell'islam. Oggi i nuovi salafiti...