Nel giro di pochi giorni le autorità algerine hanno arrestato due volte il numero due del vecchio Fronte Islamico di Salvezza algerino (FIS), Ali Belhaj.

La cosa è avvenuta perché in Algeria è passata una nuova legge relativa alla libertà di associazione che, fra le altre cose, vieta la ricostituzione del FIS e vieta ai suoi esponenti di entrare in politica. E Ali Belhaj si è messo a protestare.

In una lunga intervista a TSA Algerie, Belhaj racconta i motivi del suo scontento offrendo argomentazioni assolutamente ragionevoli. In special modo dice che in Algeria c’è un problema politico prima che “di sicurezza” (motivo per cui si rifiuta di condannare il terrorismo. Fra l’altro sembra che suo figlio, terrorista, sia stato ucciso e che le autorità non ne abbiano informato la famiglia). Che vietare al FIS e ai suoi esponenti di accedere all’agone politico non fa che crerare quella stessa contrapposizione che negli anni ’90 portò alla guerra civile.

Il pulpito da cui viene la predica non è certo di grande affidabilità. Ma è vero che affrontare il tema della democrazia in Algeria escludendo, se non sul piano della “sicurezza”, quello della riconciliazione nazionale non ha alcuna utilità. Si liberano delle persone, giudicate ormai “non pericolose”, ma si nega loro il diritto ad associarsi perché ciò comporterebbe problemi di sicurezza.

Consiglio, comunque, la lettura dell’intervista.

Lorenzo DeclichIn 30 secondialgeria,ali belhaj,libertà di associazione
Nel giro di pochi giorni le autorità algerine hanno arrestato due volte il numero due del vecchio Fronte Islamico di Salvezza algerino (FIS), Ali Belhaj. La cosa è avvenuta perché in Algeria è passata una nuova legge relativa alla libertà di associazione che, fra le altre cose, vieta la ricostituzione...