La Siria di DEBKAfile: showdown qaidista
Ieri scrivevo di al-Zawahiri e del suo video che incita i qaidisti a combattere in Siria.
Sempre ieri DEBKAfile (che, ormai lo saprete, è un sito di spie israeliane) pubblica un inquietante report sulle mosse di al-Qaida in Siria.
Mi tocca ripeterlo, DEBKAfile è da prendere con le dovute precauzioni, cioè tenendo conto del fatto che la testata tende a esagerare alcuni dati e a sottostimarne altri in base a ciò che la testata vuole produrre nelle menti dei lettori. Quindi, in questo senso, sconfina spesso nella spy literature.
E’ un po’ una roba alla Guzzanti: tu sai chi è tu sai dov’è tu sai perché :-)
In questo caso immagino che le spie israeliane vogliano indurre gli americani e gli inglesi all’azione.
Però un fondo di verità penso ci sia: il titolo fa “I Sauditi spingono al-Qaida iraqena a spostarsi in Siria: la cacciata di al-Asad è prioritaria.
Compare una foto di Abu Mus’ab al-Suri, della cui liberazione da parte del regime siriano ho scritto qui.
Il pezzo esordisce così (la traduzione non è letterale):
I reali sauditi, vedendo che Bashshar al-Asad sta per sconfiggere l’opposizione al suo regime, stanno cercando, secondo fonti di intelligence di DEBKAfile, di spingere al-Qaida-Iraq contro di lui. Gli agenti sauditi stanno usando i loro contatti fra i sunniti iraqeni per persuadere i leader di al-Qaida che al-Asad e il suo regime Alawita è il loro nemico peggiore.
Anche qui, come in Yemen, i sauditi non economizzerebbero, offrendo soldi a profusione.
Ma ritorniamo all’incitamento di al-Zawahiri, che sembra essere proprio in linea con i reali sauditi. Infatti:
Lo stesso messaggio è stato diramato dal loro leader basato in Pakistan, Ayman al-Zawahiri.
Secondo DEBKAfile:
La forza di al-Qaida è in veloce crescita in Siria, dicono le agenzie di intelligence americane, che tracciavano i movimenti dei jihadisti nel Medio Oriente Al Qaeda dieci giorni prima del messaggio di al-Zawahiri, che fornisce istruzioni a tutte le forze di combattimento in Iraq, Giordania, Libano e Turchia per convergere sul campo di battaglia siriano.
Lunedì scorso il Ministro dell’interno iraqeno, Adnan al-Assadi confermava che “un certo numero di jihadisti sono andati in Siria”,
DEBKAfile afferma che i terroristi passati in Siria sarebbero intorno ai 1.500 e che ciò ha fatto scemare il numero di attacchi terroristici in Iraq.
I nuovi arrivati sarebbero dietro all’attentato di Aleppo del 10 febbraio (vedi qui).
E conoscerebbero bene il sistema di sicurezza siriano, essendo stati spesso ospitati e addestrati in Siria al tempo della guerra in Iraq.
Qui veniamo alla parte debole. Secondo DEBKAfile la liberazione di Abu Mus’ab al-Suri da parte di al-Asad sarebbe avvenuta perché questi è un rivale di al-Zawahiri e perché –secondo l’intelligence siriana– questi, come già aveva fatto in passato, si sarebbe concentrato su attacchi in Europa.
A mio modo di vedere, invece, la liberazione di Abu Mus’ab (sempre che sia avvenuta, ricordiamo che la notizia non è confermata) faceva parte della strategia di radicalizzazione di al-Asad. Il tiranno da subito, fin da marzo, ha parlato di “terroristi” in azione nel suo paese. La cosa ha fatto parte fin dall’inizio della sua strategia di propaganda. Se prima i terroristi li evocava oggi ce li ha in casa.
Il parallelo libico c’è, non v’è dubbio. Anche in Libia Gheddafi agitava lo spauracchio dei terroristi che, con la guerra e con l’aiuto dei petromonarchi, alla fine sono affluiti e si sono ben strutturati.
Che poi questa cosa faccia parte di un complottone globale è tutto da dimostrare.
Piuttosto, come ho scritto altrove, il jihadismo, qaidista o meno, è da considerate un baco del sistema politico-economico mondiale, qualcosa che si annida nelle pieghe della politica dei grandi potentati che, come tutti ben sanno, seguono i propri interessi. Sfruttandone le debolezze.
https://in30secondi.altervista.org/2012/02/14/la-siria-di-debkafile-showdown-qaidista/In fiammeabu mus'ab al-suri,al-qaida,al-qaida in iraq,arabia saudita,siria,terrorismo
sarò forse superficiale, ma a questo punto propongo un emendamento al manuale “tyrant for dummies”. Quando si decide di scarcerare dei terroristi per alimentare una “strategia della tensione”, bisogna pensarci due volte, perché la cosa ti si ritorcerà contro, ma di brutto brutto brutto…
:)
D
Può andar bene, può andar male.
http://www.youtube.com/watch?v=jPj-8_wOZcA&feature=youtu.be
Se volessimo formulare un paradigma strategico (ma odio pensare alla strategia come ad un insime di regole)direi che ti conviene liberare i terroristi se e solo se tra i tuoi alleati hai le petrolio-monachie del golfo.
Allora vedrai che quelli ti fanno solo gli attentati utili.
P.S.
“DEBKAfile afferma che i terroristi passati in Siria sarebbero intorno ai 1.500 e che ciò ha fatto scemare il numero di attacchi terroristici in Iraq.”
Caspita i qaedisti in Iraq erano più di 1500, e questo dopo 10 anni di guerra anche contro di loro, in cui avevano dimostrato di essere un gruppo “medio-piccolo” degli insurgenti iraqeni.
Secondo me DEBKAfile i numeri li scrive a muzzo, si è visto anche per la Libia.
Comunque 1500 persone sono veramente tante.