La voce inglese di Wikipedia sulla “Primavera araba” (Arab spring) rivela tante cose sul mondo dell’informazione.

Entriamo con essa in una zona grigia in cui nulla è davvero autorevole, oggettivo (o almeno tendente all’oggettività) o verificabile, vediamo perché.

1. la voce. Per prima cosa la voce porta la dicitura in arabo e la cosa può sembrare di primo acchito “dovuta”, trattandosi di “primavera araba”. Il fatto è, però, che questa dicitura non è originata in ambiente arabo. Insomma, è come se scrivessi una voce sul “violino” e per prima cosa inserissi fra parententesi l’inglese “violin”: una cosa senza senso.

Non c’è traccia di una “critica della dicitura” nella voce (chi ha iniziato a usarla? quali sono i paralleli? perché, in poche parole, chiamiamo così questa cosa?). Si dà per scontato che sia corretta e accettata. Eppure, questo è certo, sebbene la dicitura “primavera araba” inizi in qualche modo ad essere in uso anche nel mondo arabo, nessun “protagonista” della stessa la usava  prima che il mondo dei media se l’inventasse.

Sembrano dettagli, ma non lo sono: più avanti vedremo quanto sotto la forma si celi una sostanza, ma intanto pensate un attimo a come reagireste se, invece di “italiani”, vi chiamassero “suonatori di mandolino” o “cucinatori di pizza”.

Vi piace l’idea?

Insomma la voce è “discutibile in sé” e quindi uno si aspetta che nella sezione della voce dedicata alla discussione vi sia traccia di questo. E invece no o meglio, ve n’è una traccia implicita.

2. la “discussione“. La discussione ha un esordio decisamente inquietante. Fra le prime avvertenze si legge: Attenzione, poiché questa voce, come altre, è in relazione col conflitto arabo-israeliano verrà moderata in base ai criteri X e Y… etc. etc.

Il conflitto arabo-israeliano? E che relazione ci sarebbe? Sì, c’è una relazione, d’accordo, ma a questo punto mi aspetterei che qualcuno mi spiegasse quale, cosa che non avviene. L’unica cosa che evinco è che la dicitura “primaver araba”, di per sé criticabile, è sottoposta a una moderazione speciale perché è in relazione con un altro discorso. E la cosa è quantomeno fastidiosa. Più sotto si legge: “il soggetto di questo articolo è controverso e il suo contenuto potrebbe essere oggetto di disputa”.

Più avanti, nel commentario, scopro storture minori ma di certonon meno indicative. Dobbiamo inserire il Sudan nel novero dei paesi toccati dalla Primavera araba? Sì, in Sudan si parla soprattutto in arabo e il paese fa parte della Lega Araba… ma quello che succede lì è “primavera” o no? E poi: le Maldive? Ma come le Maldive! Le Maldive non sono arabofone e c’è stato un colpo di Stato…

Per farla breve: a mio modo di vedere la voce “primavera araba” doveva essere una “metavoce”, nel senso: “primavera araba” è l’espressione con cui i media e alcuni commentatori hanno etichettato… etc. etc. (con critica della voce, teorie pro e contro etc.). La voce poi avrebbe dovuto rimandare a cose più specifiche.

Ci sarebbe ancora molto da dire ma mi fermo qui. In conclusione: non ho scritto questa cosa per fare la classica e scontata critica a Wikipedia. Anzi, proprio perché do per acquisito che vi sia in linea di massima della buona fede negli editor di quell’enciclopedia, l’ho presa come campione del senso comune sull’argomento.

Ragioniamoci.

 

Lorenzo DeclichIn 30 secondicritica della notizia,dicitura,primavera araba
La voce inglese di Wikipedia sulla 'Primavera araba' (Arab spring) rivela tante cose sul mondo dell'informazione. Entriamo con essa in una zona grigia in cui nulla è davvero autorevole, oggettivo (o almeno tendente all'oggettività) o verificabile, vediamo perché. 1. la voce. Per prima cosa la voce porta la dicitura in arabo...