Questa è la cronaca di uno scoop, un vero scoop di al-Akhbar, giornale della sinistra libanese, che fin dai tempi del Cablegate collabora con Wikileaks.

Oggi quel giornale pubblica un relazione su un gruppo di e-mail “rubate” a Stratfor, l’agenzia di intelligence americana privata, riguardanti due personaggi che questo blog ha seguito in diverse forme, il Libia e in Siria: Abd el-Hakim Belhaj e Mahdi al-Harati.

Seguiamo il racconto, commentandolo.

Nel dicembre 2011 alcuni funzionari del Governo americano contattano l’ex direttore di Blackwater, il famigerato contractor privato americano per operazioni di mercenariato in mezzo mondo (Iraq, Afghanistan etc.), ed ora Chief Executive della SCG International, un’agenzia simile: James F. Smith.

Gli chiedono di contattare figure dell’opposizione siriana in Turchia per capire “cosa possono fare per dare supporto al cambio di regime”.

Il 13 dicembre 2011 James F. Smith e Walid Phares salgono sull’aereo per la Turchia che il Congresso ha predisposto per la senatrice Sue Myrick, inviata in missione per contattare l’opposizione siriana non collegata ai Fratelli Musulmani siriani e al Qatar [sic!].

Walid Phares è un libanese-americano destrorso che attualmente co-dirige il gruppo incaricato dal candidato presidenziale americano Mitt Romney di monitorare gli sviluppi in Medio Oriente.

Sue Myrick, invece, seguendo al-Akhbar, è una senatrice di destra che si distingue per il suo estremismo pro-sionista e per le sue uscite islamofobe ed ora è membro del comitato del Congresso per la supervisione dell’intelligence americana, oltre ad essere in stretto contatto col Dipartimento della difesa e l’apparato militare.

L’obbiettivo “vero” della missione è “trovare il modo di aiutare” più che “contattare l’opposizione siriana”.

Smith offre “i suoi servizi per aiutare a proteggere i membri dell’opposizione, così come ho fatto in Libia”. Aggiunge che la Booz Allen Hamilton, un’altra Private Military Firm americana, sta lavorando “con l’Agenzia” per motivi simili ai suoi (fonte).

Smith e Fred Burton, il Vicecapo di Stratfor, avevano avviato da tempo una collaborazione e dal settembre 2011 Smith era divenuto una fonte fondamentale per Stratfor per quanto riguarda la Libia, dove il personaggio e la sua SGC stavano lavorando come contractor del Governo americano  per “proteggere i membri del Consiglio Nazionale di Transizione” e “addestrare i ribelli dopo l’implementazione della no-fly zone nel marzo 2011” (fonte).

Uno dei contatti di Smith in Libia era Mahdi al-Harati, lo strano irlandese-libico di cui Thierry Meyssan ha pubblicato una fotografia mentre era appunto in Libia: era in compagnia del fotografo del Sunday Times Paul Conroy e del suddetto Abd el-Hakim Belhaj.

Al tempo era il comandante della Brigata rivoluzionaria di Tripoli e vice comandante del Consiglio Militare di Tripoli, prima di dare le dimissioni l’11 ottobre 2011. (fonte)

In un e-mail di inizio novembre 2011 pubblicata da al-Akhbar ma che la relazione non descrive nei particolari, troviamo ulteriori informazioni su al-Harati, e anche su Abd el-Hakim Belhaj:

La fonte di Smith è Yousef Haddad. Haddad ha chiamato Smith per dirgli che si è dimesso. Haddad è vicino a Mahdi.

In breve: i due più importanti del Consiglio rivoluzionario di Tripoli si sono dimessi.

Mahdi si è anche dimesso dalla Brigata rivoluzionaria di Tripoli ed è stato pagato per lasciare il Consiglio Nazionale di Transizione, ricevendo 200.000 euro. Tuttavia gli euro gli sono stati rubati nella sua casa a Dublino.

Hashim (?) ha preso il posto di Mahdi. Era il suo vice.

Smith pensa che ora la palla sia in mano a [Abd el-Hakim] Belhaj, che sta provando a consolidare il suo potere. Non è una bella notizia per gli Stati Uniti.

Sembra, qui, che al-Harati sia un uomo degli americani e Belhaj no (conoscendo le sue vicende posso dire con certezza che questi è un uomo del Qatar). E, cosa più interessante, che sia stato pagato profumatamente per i suoi servigi da mercenario. La qual cosa si aggiunge alle altre notizie (alcune delle quali imprecise) che abbiamo su di lui, raccolte da Daniel Iriarte lo scorso 17 dicembre in Siria, dove al-Harati si era recato, evidentemente per un’altra delle sue “missioni”. Con lui, secondo il giornalista, c’erano di nuovo uomini dell’entourage di Abd el-Hakim Belhaj che, come ho scritto qui, all’inizio di dicembre si trovava già in Turchia, alla frontiera con la Siria, dopo essere “fuggito” dalla Libia con una valigia piena di denaro e un passaporto falso.

Ma andiamo avanti: durante la sua collaborazione con Stratfor, Smith dà anche informazioni sui famosi SAM-7 trafugati dagli arsenali di Gheddafi ed ora sparsi in mezza Africa, oltre che –forse– anche in Siria e a Gaza (24 ottobre, fonte). E, cosa decisamente più inquietante, era probabilmente presente nelle operazioni che portarono all’assassinio di Moammar Gheddafi (fonte).

Quando alla Stratfor seppero del nuovo contratto di Smith in Siria lo contattarono per sapere di più sull’opposizione siriana. Alla Stratfor, intanto, contattarono per lo stesso motivo Ashley Harrison, un analista tattico, che rispose (fonte) con un documento di 14 pagine (davvero interessante, scaricatelo qui).

I carteggi si chiudono il 13 dicembre, poco prima del colpo di Wikileaks. Burton si chiede come contattare i leader dell’opposizione.

Quanto a noi oggi conosciamo (alcuni) dei canali d’intervento del Governo americano in Libia e in Siria. E abbiamo un altro tassello del mosaico intitolato “chi c’è in Siria“.

Inoltre, e questa è forse la cosa più importante, abbiamo la testimonianza dell’impiego da parte del Governo americano di  quelle mortifere agenzie private che hanno devastato (almeno) l’Afghanistan e  l’Iraq.

 

 

Smith offre “i suoi servizi per aiutare a proteggere i membri dell’opposizione, così come ho fatto in Libia”. Aggiunge che la Booz Allen Hamilton, un’altra Private Military Firm americana, sta lavorando “con l’Agenzia” per motivi simili ai suoi (<a href=”http://english.al-akhbar.com/gi-files/5331882got-moment-syria-757-478-7383-post-i-think”>fonte</a>).

Lorenzo DeclichStratfor on airabd el-hakim belhaj,consiglio nazionale di transizione della repubblica libica,James F. Smith,mahdi al-harati,moammar gheddafi,paul conroy,qatar,stati uniti,yusef haddad
Questa è la cronaca di uno scoop, un vero scoop di al-Akhbar, giornale della sinistra libanese, che fin dai tempi del Cablegate collabora con Wikileaks. Oggi quel giornale pubblica un relazione su un gruppo di e-mail 'rubate' a Stratfor, l'agenzia di intelligence americana privata, riguardanti due personaggi che questo blog...