Dobbiamo superare le opinioni del Corriere
Per il titolista del Corriere, oggi 5 gennaio 2017 “Dobbiamo superare le reticenze sull’islam“.
Per il titolista del Corriere l’articolo di Roberto Calasso parla del fatto che:
L’Isis ha dichiarato la sua guerra contro cristiani e pagani. I suoi messaggi non vanno elusi né liquidati come «deliranti», ma studiati per contrattaccare
Premesso che non mi soffermerò su quel “per contrattaccare” – abbiate pietà dei miei neuroni – voglio credere che il titolista abbia fatto male il suo lavoro perché tutto ciò che ho letto e riportato fino a qui mi fa venire il malmatrone.
I motivi del malmatrone sono:
- nel titolo si suppone che qualcuno non parli dell’Islam quanto si dovrebbe, ma poi nel sottotitolo scopriamo che l’Islam è l’ISIS, e allora salta tutto, e mi parte l’improperio.
- l’Isis ha dichiarato guerra a tutti. Nasce da una costola di al-Qa’ida in Iraq che si distingue da sempre per il suo odio verso altri musulmani, in particolare gli sciiti e tutti quei sunniti che non fanno come al-Qa’ida in Iraq. Chi ha studiato la propaganda dell’ISIS – di certo non Calasso – questa cosa la sa benissimo, e ne parla, ne scrive. Un fiume in piena di parole scorre di fronte ai miei occhi mentre scrivo queste note riguardo a questa cosa.
- si inserisce il concetto di “pagani”, che è un concetto cristiano, per definire genericamente tutti quelli che non sono né musulmani, né cristiani. Ora: l’Isis ha dichiarato guerra anche a me, e io non sono “pagano”. Io rifiuto di essere definito “pagano”. Pagano ci sarai te, Calasso.
- i messaggi dell’ISIS sono studiati. Sono molto studiati. Sono studiati fino allo sfinimento. Ci sono migliaia e migliaia di persone che studiano da tutti i punti di vista i messaggi dell’ISIS.
- i messaggi dell’ISIS sono effettivamente deliranti, in essi spesso si dichiara guerra a persone che non esistono: “i crociati”.
Leggendo l’articolo capiamo due o tre cose in più.
La prima, molto deprimente, è che il titolista ha fatto bene il suo lavoro.
La seconda riguarda questi pagani che stavano al Reina.
Prendendo spunto da un frammento di rivendicazione, che delira attorno ad un attacco ai cristiani, Calasso dice che sia “noi” che “loro” sappiamo che chi viene definito cristiano dall’ISIS è in realtà molto spesso pagano.
Dunque l’ISIS dichiara guerra anche ai pagani.
Tutti i fieri laici occidentali, convinti di essersi liberati di ogni impaccio religioso, ora dovranno rassegnarsi a riconoscere di essere soltanto dei vecchi pagani. Perciò passibili di essere colpiti non meno dei cristiani, nella nuova guerra di religione.
Ecco, non so a voi, ma a me questa cosa mi sembra una solenne minchiata, oltre a essere una specie di chiamata alle armi rivolta a una categoria di persone che immagino capitanata dai Ferrara, Fallaci o Feltri di turno (chiamata che non serve perché questi citati sono quei famosi “atei devoti” che si sono già arruolati da tempo).
Tu prendi una cosa, ci fai attorno tutto un ragionamento tuo, dici che questo ragionamento lo dobbiamo fare tutti perché lo fa anche l’ISIS. E alla fine mi dici pure che io, Lorenzo, sono pagano.
Cioè noi dovremmo studiare i messaggi dell’ISIS in questo modo?
Cioè Calasso da una frasetta del menga che hai trovato cercando male, una frase che non fa che scimmiottare altre centinaia di migliaia di frasi simili pronunciate da migliaia di qaidisti almeno a partire dagli anni ’90 a oggi, frasi passate al setaccio da decine e decine di studiosi per decenni, fai derivare la convinzione che NOI siamo dei Subcristiani avendocelo detto l’ISIS?
Ma insomma, ma di che cazzo stai parlando, Calasso?
La terza cosa è che Calasso se la piglia un po’ col papa per il fatto che non parla mai dell’Islam nei termini di un nemico di una guerra di religione che si sta effettivamente combattendo.
La cosa riecheggia, in una forma corrierista – cioè da establishment destrorso – le posizioni di un Magdi Nonsodichereligionesono Allam, cioè di un fondamentalista cristiano non più cattolico islamofobo orfano del papa precedente.
Se c’è una cosa di cui invece esser felici è che, a differenza di Calasso, il papa non confonde l’islam con l’ISIS.
Ma ecco io lo so cosa mi dirà qualcuno adesso.
Mi dirà che bisogna ammettere che l’islam ha un problema.
E io dirò: abbiamo TUTTI un problema (anzi ne abbiamo molti, legati fra loro, ma lasciam perdere).
Perché non ho alcun motivo per pensare a un Loro e a un Noi nella forma di un Calasso.
E questo lo vedo anche solo scorrendo l’elenco dei paesi di provenienza delle vittime pagane del Reina:
Siria
Tunisia
Israele
India
Giordania
Turchia
Iraq
Marocco
Belgio
Libia
Canada
Arabia Saudita
Kuwait
Russia
Sta tutto qui il vero discrimine. Sta nel “noi” di Calasso. Che è un colossale falso.
https://in30secondi.altervista.org/2017/01/06/dobbiamo-superare-le-opinioni-del-corriere/insectatiole destre e l'islam reloaded
Mi chiedo solo cosa Lei abbia contro i pagani. L’interpretazione storicamente esatta del termine è fonte di dibattito e, se, come pare, deriva da pagus, villaggio, gli stessi Romani dell’età imperiale definivano tali coloro che invece di riconoscere la divinità dell’imperatore continuavano ad attenersi a credenze e riti locali, rurali e famigliari. Che comunque non mi paiono maggiormente foriere di disastri delle religioni monoteiste… Il discorso potrebbe essere lungo anche vol nudo ridefinire meglio il significato di “atei devoti” che dovrebbe far imbestialire gli atei, quelli veri, perché una traduzione più accurata della locuzione in oggetto potrebbe essere “malfattori devoti”…
Bentornato!
Sui “pagani” mi associo a Roberto Ferigolli: per anni sono stato in dubbio se definirmi ateo, agnostico o altro, ma ora penso che a essere “pagano” (nel senso che non riconosco la divinità dell’imperatore, ma tengo più ai miei riti e le mie credenze) mi ci sento bene.
Puntualizzo inoltre che nell’islam (o meglio nel Corano), nessuno dei termini con cui si indica il “nemico” (idolatra, politeista, infedele, ipocrita, ecc.) corrisponde concettualmente a “pagano”.
D