In Qatar – 04.8 – La cultura culturale – Katara 2
Al Katara coesistono:
- l’anfiteatro (greco o romano?) antichizzato di marmo con pseudotravi di legno ivi imbullonate stile suq Waqif;
- un’anonima spiaggia che vorrebbe ricordare a volte la Costa azzurra a volte Cuba ma chiaramente assomiglia a Coccia di Morto, nota spiaggia nei dintorni di Fiumicino aeroporto;
- alcuni esercizi commerciali culturalizzati come una cioccolateria francese e una pizzeria “Le Vesuvio” (la scritta in arabo recita però “Lu Vesuvio”);
- dei teatri con nomi pomposi;
- delle mostre permanenti o meno;
- due cosiddette moschee: la prima completamente d’oro e l’altra che è una specie di patchwork, con torri per piccioni maliane come minareti e un parallelepipedo piastrellato che fa da sala di preghiera, i cui riferimenti potrebbero andare all’800 tunisino o a Samarcanda ma non sono né l’uno né l’altro – probabilmente la cosa più orribile che vi sia al mondo.
L’unico legame a qualcosa che dovrebbe essere percepito come appartenente alla storia e alla cultura del Qatar, cioè il punto di partenza attorno al quale – al limite – dipanare il proprio discorso sulla cultura globale, sarebbe la generica islamità di queste due moschee che, invece, sono un vero e proprio insulto alla storia dell’arte islamica.
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