L’8 ottobre 2009, avevo quasi 42 anni, ho scritto il mio primo post su “Tutto in 30 secondi”.

Si intitolava: L’Egitto al maschile che non finisce mai.

Il concetto del blog  era:

l’unica cosa che tengo sempre a mente quando parlo di islamistica è: “chiudi in trenta secondi”.

Dovevo parlare di islamistica con post veloci.

La cosa ha funzionato, nel giro di pochi mesi attorno al blog si erano riunite diverse persone interessate ai temi che aprivo.

Alcune di esse poi sono diventate mie amiche e hanno scritto per Tutto in 30 secondi.

Un momento di rottura nel flusso dei post che pubblicato si verificò nel 2011, con quelle che vennero definite “primavere arabe”.

Iniziai a dare notizie, visto che nessuno le dava.

Ricordo questo post, in particolare, intitolato: C’è qualcuno là fuori? (rivolta in Tunisia, 2).

Poco prima mi ero messo a spulciare i file del Cablegate.

***

Nei mesi e poi anni seguenti la mia energia è stata assorbita per gran parte dal lavoro attorno a quello che progressivamente si andava profilando come un genocidio in Siria.

In quel periodo ho capito molte cose e ho vissuto grandi delusioni.

Tante persone che genericamente stimavo mi risultarono indigeribili.

Tanti che credevo essere di sinistra mi si dimostrarono invece come dei reazionari di merda.

I germi del sovranismo e del rossobrunismo stavano montando e lo specchio attraverso il quale leggevo questo fatto era proprio la Siria.

Ma in troppi si giravano dall’altra parte, facevano finta di nulla, non volevano ragionare sulle implicazioni di quella indifferenza.

***

Nell’ottobre 2012 chiusi il blog.

Divenne da quel momento un contenitore di cose che scrivevo altrove, perché ormai mi chiamavano un po’ ovunque per scrivere o per parlare.

Nel frattempo i social network crescevano a dismisura.

Vedevo siti e communities morire o annacquarsi dentro a Facebook o Twitter: l’era dei blog era finita, l’era del “vale tutto”, del livellamento dei contenuti era iniziata.

Negli anni successivi ho scritto quattro libri. L’ultimo, sulla Siria, è uscito nel 2017, e quando l’ho chiuso mi sono fermato.

Poi Roberto Saviano scrisse una recensione su quel libro e in tanti vennero a dirmi che “era il momento giusto per spiccare il volo”.

Ma non avevo nessuna intenzione di scrivere ancora, perlomeno non allora e non grazie a un volano di quel tipo.

Di cose da dire ne ho ancora, ovvio, ma i tempi e i modi in cui farlo non sono secondari.

Non scrivo per denaro e non “sfrutto la scia degli eventi”.

Lorenzo DeclichIn 30 secondi
L'8 ottobre 2009, avevo quasi 42 anni, ho scritto il mio primo post su 'Tutto in 30 secondi'. Si intitolava: L’Egitto al maschile che non finisce mai. Il concetto del blog  era: l'unica cosa che tengo sempre a mente quando parlo di islamistica è: 'chiudi in trenta secondi'. Dovevo parlare di islamistica con...