Lo dovevo agli aficionados

Grazie Mizam.

Con affetto.

Lorenzo

04/04/2010 alle 00:13

(…) Tremebonda Burqinella guata supplice il marito
“Non conosco l’alfabeto, non mi scopro neanche un dito,
Perché dunque o Giallabone scruti torvo l’orizzonte?”
Un grugnito è la risposta del devoto supponente,
Che sospira, la percuote, e il turbante mesto scuote
“Il cuor mio, stolta consorte, lieto essere non puote:
Il trisnonno del trisnonno perse inetto il Manzanarre
Ormai carne strabisunta non ci resta che produrre.
Un cugino assai meschino erge muri in riva al Reno,
E lo zio gramo destino terge i viali di Sanremo.
Lungi appare la riscossa nella terra boreale,
E in Elvezia il minareto si rivela alquanto frale.
Sol ci resta o Burqinella una mossa plateale,
Coi muezzin far risuonare l’andalusa cattedrale” (…)

05/04/2010 alle 18:18

(…) “Burqinella siamo fritti come costole d’agnello,
Che sagace dottoressa disvelò nostro tranello:
Il cugino muratore è in realtà predicatore
E lo zio vile spazzino ha la tempra del muezzino
Nell’arrosto strabisunto si nasconde un minareto
Pronto a essere innalzato nell’aiola del sagrato”.
“Non temere, o Giallabone, la scaltrezza non ci manca
Se non può rivoluzione, userem la seduzione.
Quegli ignavi sbircian foto e poi ballan la mazurka
Stampiam dunque una rivista, nominandola Playburqa”(…)

07/04/2010 alle 14:07

(…) Sempre mesto è Giallabone per l’avversa situazione.
Dottoressa lo bastona, la vittoria par lontana.
Se poi sniffa anche il Karzai, si prevedon solo guai.
Burqinella, poverina, sotto il velo è pallidina,
Che le carni senza sangue offron poca emoglobina.
Langue dunque il loro ardore nel più cupo malumore
E s’impone soluzione per destare il Giallabone.
Sbotta lieta Burqinella “C’è speranza, non temere!
Spengi orsù la tua Al Jazira, e corriam da El Asira!” (…)

07/04/2010 alle 15:25

(…) Furibonda è Burqinella: allargar serve la banda.
“Cos’è mai questa trovata? Son giannizzeri in parata?”
“Tu t’inganni, o Burqinella, telematica è questione.
“Coi computer è assai diverso, mica è la televisione.
“Quegli unguenti fan portenti, si moltiplicano gli utenti.
“Placa dunque la tua ira, che io torno da Al Jazira!” (…)

14/04/2010 alle 23:26

(…) «Giallabone, che ne dici? Mangerem solo radici?
«Se tagliam la testa al toro il bramino ci contesta,
«Il pollastro kentuckiano non s’addice al musulmano,
«Dei rabbini interdizioni se ne contano a milioni,
«Il cristiano praticante fa Quaresima costante,
«Ma da Elvezia giunge invito a mangiar con appetito:
«Scanneriamo con l’aifone, o scanniamo un buon montone?»
«Taci, o stolta Burqinella, che tutt’altra è la mia mira!
«Su, riponi la padella, che han riaperto El Asira!» (…)

15/04/2010 alle 00:57

Se hai la zucca per pensare
Solo zucca de’ mangiare
Ma non fa’ come Ugolino

16/04/2010 alle 10:46

(…) “Giallabone, dimmi il vero,
“Pensi che siano coquette?”
Giallabone fa un grugnito
E al computer non la smette.
“Taci e cuoci le mie uova
“Come fanno le francesi
“Poco importa che gli elvezi
“Ci considerino un po’ obesi
“Tu non dire fesserie
“E aspettiam la lingerie” (…)

19/04/2010 alle 13:41

(…) “E’ ormai tempo, o Giallabone,
“D’integrarci alla nazione,
“La migliore soluzione
“E’ cantare una canzone:
“Iscriviamoci a Sanremo,
“La tenzone vinceremo!
“Sprovveduta Burqinella
“Sprechi sempre la favella.
“Non ci basta la Sharia
“Per convincer la giuria
“Ma di certo un al-Ajami
“Sedurrebbe gli italiani”
“Che il sistema di Nasser
“Anche qui si suole usar
“Di dirham le milionate
“Ti fan vincer le serate” (…)

19/04/2010 alle 17:33 | Lorenzo Declich in risposta a Mizam.

Mizam, dimmi che alla fine li metti tutti insieme e li pubblichiamo :-)

21/04/2010 alle 22:49

(…) Sia maftuha oppur marbuta
Burqinella ronfa lieta
Sia kabir oppur kabira
Dentro casa è lei che stira.
Se poi gim è un’ipsilone
Se ne frega Giallabone
Che pietoso è sempre un velo
Pur sul viso di Consuelo.
Se lo stendi sopra l’ansa
Ti risparmi il mal di pansa,
Che non giova sofferenza
Per akhbarica ignoranza. (…)

28/04/2010 alle 15:46

“Sia pagnotta o crackerino
Me lo pappo in un baleno
Per secernere il veleno
Giù dal fondo d’intestino”

05/05/2010 alle 23:10

(…) Teso e cupo Giallabone
Scruta la televisione;
Burqinella assai contrita
Torce il velo fra le dita.
«Cinquecento tondi tondi
Se devota ancor ti agghindi:
Qui s’impone soluzione,
Siamo in cassa integrazione!»
«Non crucciarti, o mio diletto,
C’è un rimedio: presto fatto.
L’Occidente premuroso,
D’epidermide voglioso,
Sa che femmina d’Oriente
E’ una mera deficiente:
Non conosce devozione
Preda di sopraffazione;
Non può esprimere pietà,
Priva di sua volontà;
Anche se siamo milioni,
Non esistono eccezioni.
Siamo tutte sottomesse:
Mica come le commesse
Che ridenti e liberate
Sfoggian cosce depilate.
Mica come le soubrette
Che si gonfiano le tette,
O le belle deputate
Con le labbra plasticate.
Siamo sempre ben disposte
Alle ubbie del consorte:
Se il niqab diventa un lusso
Troveremo un compromesso,
E per esser vere donne
Comprerem le minigonne!» (…)

10/05/2010 alle 13:46

(…) “Che ne dici o Burqinella
dei problemi di favella?
Nei messaggi allo zio Ali
Si confondon le vocali
Se poi scrivo alla Khadija
L’iniziale non si pigia,
E pel Cairo, in conclusione,
La mia firma è Gallabone”
“Resta quieto, o mio diletto,
Che il sistema fa difetto.
Scrivi pur come ti aggrada:
E’ già il mese di jumada.
Dopo l’awwal vien l’akhira,
E la cappa non aspira.
Sia camino o consonante,
Non mi par così importante.
La tastiera fa cilecca
Non ci si capisce un’acca!” (…)

22/05/2010 alle 22:49

(…) “Che ne dici, o Burqinella, se mi do all’insegnamento?
Con la pizza margherita come sai sono un portento,
A sfornare le piadine sono di certo un grande esperto
Potrei fare il professore d’accademia nel deserto”.
“Mio diletto Giallabone, mi par vana tua esultanza
La promessa di progresso è di dubbia provenienza.
Quel signor col parrucchino bacia mani a tutto spiano,
E d’appalti se ne intende, come san nell’aquilano.
Ma la sua specialità, se si parla d’import-export
E’ di aviotrasportare baiadere e grulle escort” (…)

28/05/2010 alle 23:20

(…) “L’amor patrio qui s’impone, o mio cara Burqinella:
Lo stufato di montone getta via dalla padella
Metti il velo tricolore, e con aria sbarazzina
Guizzantissima ingerisci trota della Valtellina”
“O marito mio diletto, il giudizio tuo rispetto
Ma mi par che questa sia un’inutile ordalia:
Pei meschini che noi siamo è diuturna tradizione
Inghiottir senza fiatare rospi a cena e colazione!” (…)

29/05/2010 alle 14:00 | Falecius in risposta a Mizam.

Mizam, dimmi che diventera’ un libro questa storia.

30/05/2010 alle 13:45

(…) “Che ne dici o Giallabone, finirem nelle vignette?”
“Temo proprio, o Burqinella, che qualcun le abbia già fatte” (…)

10/06/2010 alle 14:22

(…) «Guarda guarda, Burqinella, la notizia mi par bella,
Per contar genuflessione non occorre più attenzione,
Se durante la preghiera puoi sentire l’al-Jazira
Il progresso è garantito per la Umma tutta intera»
Burqinella mesta stira, poi lo guata e infin sospira:
«Certo la concentrazione è una dote alquanto rara
E c’è sempre il grave rischio che la mente renda chiara.
Non è certo condizione che si addica a un Giallabone:
Deleghiamo al digitale crucci di meditazione,
Dei mirabil tappetini facciam presto collezione,
Che lo sforzo spirituale cozza con moderazione» (…)

24/06/2010 alle 13:21

(…) «Che ne pensi, Giallabone, siamo dunque nell’Eurabia?»
«Non c’è dubbio, Burqinella: pochi euro e tanta rabbia!» (…)

05/07/2010 alle 10:45

Verga prose il tarjumano
Nell’afror medio-padano
Fosco è sol tempo tiranno
Lui ribolle nell’affanno.

05/07/2010 alle 14:33

(…) «Si galoppa, o Burqinella, verso piena integrazione,
Giungeranno all’Esselunga merci halal a profusione!
Di cruenti e angusti antri non c’è più bisogno alcuno,
Le botteghe sono un ghetto che mortifica il consumo.
Già pregusto la cassoeula coi piedini di montone,
L’aspirina senza strutto e di agnello lo zampone,
Tappetini digitali, lingerie certificate,
I barbera indonesiani, cotolette depurate;
L’orologio con la Kaaba ed il duomo di Milano:
È di certo ipermercato paradiso musulmano!»
Burqinella fa un sospiro, guata il suo ferro da stiro,
Ed attacca con veemenza di calzini un nuovo giro.
«Vi è per certo integrazione nelle leggi di mercato,
Non a caso dopo mesi sei ancor cassaintegrato». (…)

05/07/2010 alle 16:20

(…) «Sto pensando, o Burqinella, di abbracciare la via sufi:
l’ascetismo è una gran cosa, di consumi siamo stufi».
«È una scelta meritoria, o mio caro Giallabone,
Ma pavento tremebonda che diventi Tariqone» (…)

15/07/2010 alle 00:57

(…) Pare in smania Giallabone, e alla moglie fa segnali
Di ammirare sullo schermo novità sensazionali.
«Anziché fare i virtuosi, d’ora in poi sarem virtuali,
Coi palazzi pixelati e i palmizi digitali,
Ai sultani vittoriosi torneremo tali e quali…
E di linden ci faremo favolosi capitali!»
«Che sollievo, o Giallabone, per la mia malinconia
Ritornar dentro a uno schermo nella vecchia Andalusia.
Già mi vedo l’avatara zeppo d’ogni mercanzia,
Che di certo a vender fumo si ravviva la Sharia!» (…)

16/07/2010 alle 17:38

(Da “Odi Prade”, di Anonimo musulmano del XXI sec.)

Ya Ali! (al sig. Beydoun)

Con le lenti di Hutch e Starsky
Gli si accende la catarsi:
Come quei dell’anno mille
La sua fede fa faville.
Non son gocce di rugiada
Che rilucono sui prada
Ma lo specchio de’ suoi occhi
Di calura alquanto stracchi.
Le fortezze dei cristiani
Che cingiamo son mutate:
Sian dei gucci e degli armani
Roccaforti sgominate!
Se i suoi avi il ra‘y usavan
Per sottili analogie
Le milady pei suoi ray-ban
Nel qatar faran follie.
O mizam dal cuore franto
Non sian versi il solo incanto
Che versace più si addice
Se d’arabia è la fenice.

11/10/2010 alle 23:59

(…) “Burca vacca, Burqinella,
Non ci si capisce un acca,
Con la kappa o con la qu,
Qui l’accorcian sempre più”.
“Sta’ tranquillo, Giallabone,
Ingannevole è visione;
La tua fida Burqinella
Mai vedrai con la gonnella.
Siamo in piena recessione
È pur sempre soluzione:
Le meschine per la fame
Han tagliato le sottane.
Dunque placa le tue brame
Ed ascolta mia opinione:
Non possiedono la stoffa
Delle vere musulmane” (…)

20/10/2010 alle 15:14

(…) “Hai visto Burqinella la pulzella
Che il volto ha somigliante a uno spiedino?
Parrebbe convenire, meschinella,
Con il rigore dell’hudud divino”.
Accenna un sorrisetto Burqinella
E spegne lestamente Italia Uno.
“Saranno le papille perforate
A rendere la lingua così amara
Saranno le sinapsi devastate
Che al cerebro dan guisa di sahara;
Per certo son soltanto lapidate
Le facoltà di quella triste ignara” (…)

01/11/2010 alle 18:46

Ta’zieh

Fatali furon labbra di rubino
Pel vecchio sedicente libertino
Le lodi e l’audi tu donasti invano
Mandrillo con cipiglio da sultano.
Se rubi baci e balli al tuo festino
Iniquo si profila tuo destino.
Da troppo rubi, non è più karima:
Ingenerosa sorte si avvicina.

03/11/2010 alle 12:42

Qui, qua e là
Non han ziya*

*(ضياء )

03/11/2010 alle 21:06 | Darmius in risposta a Mizam

Mizam, le tue poesie son sempre folgoranti!
:)
D

04/11/2010 alle 02:51 | Mizam in risposta a Darmius

Caro D, probabilmente perché sono folgorato!
:)

04/11/2010 alle 11:08 | Minos n risposta a Mizam.

ziya?
Mizam non sei dummy-friendly

04/11/2010 alle 11:15 | Lorenzo Declich in risposta a Minos.

E’ vero Mizam… Sii dummy friendly :-))

04/11/2010 alle 13:26 | Mizam in risposta a Lorenzo Declich.

Pregandovi di leggere con accento bersaniano (anche ziya):
“Oh, ragazzi, ma dico, scherziamo? Quando mai un versificatore mette le note a se stesso? E con certi pezzi di filologi che bazzicano da queste parti…”

Non s’addice al vecchio autore
Dare lumi sul fulgore
Tu mi chiedi lumi dammi
Ma i miei versi son dilemmi.

04/11/2010 alle 15:00 | Mizam in risposta a Lorenzo Declich.

(con lo stesso accento di cui sopra)

“…, oh, ragazzi, siamo seri, sarebbe come la balena che si cava il grasso da sola, che poi ai lavoratori lì sul peschereccio non ci resta niente da fare e allora non stupiamoci che la cosa, lì, l’economia non decolla…”

(modello di metafora bersaniana)

04/11/2010 alle 17:06 | Mizam in risposta a Darmius.

Eh sì, direi più nel senso di splendore, fulgore ecc.
D, mi spiace, ti nomino esegeta ufficiale.
Nel Subcontinente addirittura traslitterato Zia, qualcuno ricorderà il cupo dittatore pakistano Zia ul-Haq…

19/11/2010 alle 01:20

(…) “Anziché code alla Lidel
Voglio fare il grande leader,
Se a Claremont vai come learner
Poi stazioni da Gad Lerner”
“Giallabon spengi il computer
E il Lorenzo lascia perder,
Quei ti ficcano in un lager
Con i plausi della Geller” (…)

19/11/2010 alle 01:49

Mi stupisce, quantomeno,
Che il Padano sia iracheno.
Se lo guardi a tutto tondo
Sembra solo un iracondo.

22/11/2010 alle 03:01

(…) “Sursum corda, Burqinella,
C’è la fatwa papalina,
Se ti garba porta il velo
Dalla sera alla mattina”
“Giallabone, santo cielo,
Tutto resta come prima:
Dimostriamo il nostro zelo
Abusando d’aspirina” (…)

10/01/2011 alle 17:24

(…) “Nel tempio delle aringhe con l’aneto
Al fin soggiaciono al divin decreto;
Velate fra le salse di mirtilli
Si celan pie sorelle ai guardi arzilli.
O Burqinella, non esiterei:
T’assuman falegnami iperborei!”
“O Giallabone, sai ch’io non disdegno
Scandinava mobilia in chiaro legno,
Eppur – se mi consenti, o mio diletto –
Dei facitor di Tromso io sospetto
Che un tal rispetto al femminil ritegno
Di scaltra strategia sia solo segno” (…)

25/02/2011 alle 17:32

“Ode alla frode”

Se ci mette lo zampino
Ti trasforma il cotechino
Se ci mette lo zampone
Lo tramuta in un montone.
Con cervogia snaturata
Libagione è assicurata,
Lestamente pia etichetta
Timbra sulla scatoletta
Lestofante non si sente
Se la ciccia è graveolente.
Professione riverita,
Teme solo la smentita.

10/05/2011 alle 04:12

M’è fistola tediosa e suppurante
Peana e lai pel l’uomo con turbante.
Se vittima sarò d’impertinente
Di bassa lega sia il sepolcro, e aulente
Di deiezioni d’un rapace errante.
Che l’aquila, seppure raramente,
Può contener vestigia a certi sante.

12/05/2011 alle 23:28

Il problema pare serio, ma a tutto c’è rimedio:
Aliseum, Anseren, Ansiolin, Anxiolit, Atarax, Axoren, Buspar, Buspimen, Compendium, Control, En, Dalmadorm, Demetrin, Depas, Diazemuls, Domar, Dorom, Eridan, Felison, Frisium, Frontal, Halcion, Lexotan, Lexotanil, Librium, Limbial, Lorans, Lubalix, Mialin, Minias, Nirvanil, Noan, Nottem, Oblivon, Oxapam, Pasaden, Paxipam, Prazene, Psicofar, Quait, Quanil, Quilibrex, Rivotril, Rizen, Rliberan, Roipnol, Seren Vita, Seresta, Serpax, Solatran, Stilnox, Tavor, Temesta, Tienor, Tranquirit, Transene, Tranxilium, Trepidan, Urbanyl, Valeans, Valium, Vatran, Vegesan, Xanax…

13/05/2011 alle 08:34 | Letturearabe in risposta a Mizam.

@mizam: mi piaci troppo

23/05/2011 alle 13:26

Immagino gli Armani
Che in guisa di ottomani
Ci trucidano gli armeni.

Pavento già Gabbana
Che impone al Dolce amico
L’islamica sottana.

E il misero Versace
Che sfila compulsando
Ghazali ed Avempace.

Sii certo: il Pisapia
Essendo leguleio
T’impone la Sharia.

O lassi meneghini
Vi vuole sorte ria
Barbuti, e feminini!

26/05/2011 alle 12:34

Se ingrato amor la vita ti fe’ a cocci
Di life-coach sollievo sian gli abbracci!

07/07/2011 alle 00:13

Vi supplico, egregi direttori dei prestigiosi quotidiani, posso fare di meglio, assumete me!

“… Mentre in lontananza il feroce sole d’Africa lanciava i suoi dardi spietati proiettando le cupe ombre dei minareti sull’immensa spianata pullulante di nativi inferociti, mi feci faticosamente strada fra i viottoli del bazar. Negli ombrosi cunicoli l’acre profumo delle spezie si mescolava alle fragranze inebrianti delle baiadere, che celate da veli sontuosi procedevano su portantine caracollanti, e mi fissavano con occhi colmi di sensualità e timore, che taciti imploravano: “O impavido straniero, liberaci dal giogo della sottomissione, e portaci con te nelle algide lande della libertà!” Lo ammetto: turbato, esitai. Ma come rinunciare alla mia sacra missione? Occorreva testimoniare pei nostri lettori il turbinoso flusso della storia, che quale cataratta nilotica stava per riversarsi sull’arida spianata.
Proseguii.
I lugubri richiami dei moezzini parevano volermi dissuadere, così come talvolta le aspre strida di nibbi e avvoltoi inducono il viaggiatore più accorto a deviare da un sentiero periglioso.
Proseguii.
Gli angusti viottoli erano gremiti da una calca tumultuosa: turbanti, caffettani, barracani, burnus, bernusse, e l’onnipresente selva di fez e tarbush si ergevano qual variopinta muraglia, ostacolando l’agilità del passo.
Proseguii.
D’un tratto un lieve ticchettio sul casco coloniale mi distolse da cupe cogitazioni sul fato dei miserandi che mi attorniavano: scorsi una mano nera e nocchiuta vicino al mio viso impolverato, e il volto mite di un servo nubiano che mi fissava con occhi che parevano grandi datteri lucenti:
“Tu no andare, effendi, no andare! Biazza Dahrir essere molto molto bericolo!” Quale spontanea premura nei confronti di un viandante sconosciuto albergava in quel cuore semplice!
Proseguii.
A tempo debito l’afrore asfittico dei vicoli lasciò il posto alle calde brezze odorose di gelsomino che come i sensuali sospiri di una danzatrice del ventre spiravano facendo ondeggiare le frasche dei radi palmizi nell’enorme spianata. Abbacinato come un archeologo che all’improvviso sbuca dai cupi meandri di una piramide, provando al tempo stesso sgomento e sollievo, ammirai la più sorprendente delle scene: un agguerrito manipolo di venditori di tè speziato, spandendo nell’aria torrida una pungente scia di zenzero e cardamomo, osservava con occhi torvi la vasta distesa. Dopo pochi istanti sospesi, quasi come il falcone di uno sceicco che repentino ubbidisce a un segreto segnale mentre si libra maestoso sulle vastità del deserto, la torma si lanciò come un sol uomo in una corsa a perdifiato, e – in un caotico scalpiccio di babbucce arabescate, producendo un possente clangore con i suggestivi recipienti di rame battuto che si scuotevano alla rinfusa sulle schiene brune e ossute – si avventò su di un’altra fazione di facinorosi, i cui arroganti ceffi celati da barbe copiose lasciavano presagire i più crudeli e sinistri intenti…”

ecc, ecc.

07/07/2011 alle 17:19

Scordatevi l’escort
E’ merce raffinata
A pochi fini utenti
La perla è riservata.
L’onore è dei potenti
Son vane le sfuriate
Del volgo d’ignoranti
Che amor non paga a rate.

07/09/2011 alle 17:02

Qual vile caimano infestava le coste,
A lui sian sudario magliette funeste!

20/09/2011 alle 14:15

Pavento che i lamenti di Cornelia
Inani sian per tanta contumelia…

05/11/2011 alle 15:36

Dall’elisir di malto
Estraggono lo smalto:
Nemmeno dell’ebbrezza
Rimane la certezza.
Essenze senza kuhl
Pegli occhi son khayal
D’allocchi fantasie
Sfruttan le mercanzie.

11/11/2011 alle 01:25

Tutto intento Giallabone mira la televisione,
E fremente chi interpella? La sua anima gemella.
«Che ne pensi Burqinella? Una ‘id forse s’impone:
Si direbbe che il Gran Nano lasci il posto di sultano;
Nello spaccio bengalese smercian magica pozione,
Se mi bevo una lattina poi son pieno di stamina».
Mesta geme Burqinella mescolando il minestrone:
«O mio incauto e caro sposo, ti vuoi far di glucurone?
Vuoi sorbir dalla lattina quintessenza di taurina?
E che dir, devotamente, di sospetta vitamina?
Bada ben, o Giallabone, la questione è sempre quella:
Di bovini o di suini, c’è l’estratto di budella.
Evitiamo la baldoria, e ti prego, sii cortese:
Lascia ad altri imitazione della broda tailandese».

14/07/2012 alle 19:31

“L’insalata salafita
Aborrisce il pomodoro,

Meglio un dattero saudita
O diventi come loro.

Mangia carne col bollino
Garanzia di liceità,

Ed al pari d’un Ronaldo
Otterrai felicità.

Marcescente pomodoro,
Odoroso d’empietà,

Solo il lezzo d’oro nero
T’assicura castità.

14/07/2012 alle 20:19

“Fra il pirla e le piramidi
Non scorre più buon sangue,
Della ragione il rivolo
Si fa sempre più esangue.
Col rombo dei cannoni
O solo a calci e a Morsi
Smussiamo gli empi vertici
Dei solidi perversi.
Chissà? forse alla fine
Somiglieranno al Cubo,
Al quale c’inchiniamo,
Senza capire un tubo.

12/10/2012 alle 01:10

Giallabone e Burqinella
Rimarran senza favella.
Sparsi di rosa i petali
Nei digitali dedali
Da tristo mugghiar di venti
In anfratti ormai silenti.
Franti e sgomenti restiamo
A mirar che tutto è vano,
Eppure grati mormoriam:
“Kullu man `alayhā fān
Wa yabqá wajhu rabbika
Dhū ‘l-jalāli wa ‘l-’ikrām”

Post mortem:

Da mizam su Fatwa percepite #

Vorrebbero che fosse assai precipua, eppur lor opinione resta fatua!