Michele Serra e la modernità
E quando sono cattivi è perché sono cattivi. E quando sono buoni è perché sono buoni.
Non andrà mai bene, è inutile mettercisi.
E’ il gioco del lupo e dell’agnello.
Il lupo sbranerà l’agnello perché, alla fine, è quello il punto.
L’agnello potrà dire qualsiasi cosa ma non importa.
Non andrebbe bene lo stesso.
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Tempo fa Serra aveva inaugurato la stagione dell'”islam tribale”.
Oggi se ne esce con quest’altro classicone: modernità vs islam (non ve la sto a dire, questa storia, leggete “Islam in 20 parole”, casomai).
Dimostrando un penoso complesso di superiorità.
E una lettura poverissima della modernità.
Direi una lettura postmoderna della modernità.
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Scendi da cavallo, Miché, è meglio per tutti, pure per te.
Mischiati un po’ con il mondo che – nonostante te – si ibrida in una cosa che non può che definirsi modernità.
Non rimanere sparaflesciato nella postmoderna postura.
La cosa ti rende inutile e, soprattutto, reazionario.
Guarda gli imam gay, i matrimoni fra donne musulmane, le lotte delle comunità lgtb nei paesi musulmani.
E fatti una domanda: va bene o non va bene?
Non è segno di qualcosa, indice di qualcos’altro?
Il problema è solo perché “c’è l’islam” o anche perché ci sono delle dittature?
La cosa non andrà letta?
Che cosa significa ‘sta roba?
Oppure ti interessa solo dire: LORO non sono come me e quindi vaffanculo?
Chiudendo, Michele, ti chiedo anche di fare una cosa, la prossima volta,Pensa 5 minuti: sono gli imam che si “premurano di informarci” o sono i giornalisti che vanno a caccia di imam buonicattivi?
E’ estenuante,
Non ne usciamo.
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