Siria: storie di ordinaria monnezza
Marinella Correggia è nata a Rocca d’Arazzo in provincia di Asti. Impegnata da anni nell’affrontare temi socioambientali, si è occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra. È stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi. Per Sonda ha pubblicato: Altroartigianato in Centroamerica, Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Diventare come balsami. Poi, La rivoluzione dei dettagli (Feltrinelli), Il balcone dell’indipendenza (Stampa alternativa), Zero rifiuti (Altreconomia Edizioni). (fonte)
Un’esperta di Siria, dunque, che dopo aver pianto i morti di Hula, nel suo articolo dice:
Per quanto non ci siano conferme del coinvolgimento dell’esercito siriano nell’attacco, i media internazionali e i leader si sono precipitati ad accusare il regime e a chiedere un intervento internazionale forte, e così la stessa opposizione siriana, con il cosiddetto Esercito libero che si ritiene ormai libero da ogni vincolo di cessate il fuoco chiesto dal piano Annan). Un’occasione davvero utile, per la Clinton come per il Qatar. Dunque il chiedersi “cui prodest” non è peregrino.
Di occasioni del genere, dal marzo 2011 ce ne sono state a centinaia, cara Correggia, ma Clinton e Qatar in quei casi “non hanno colto l’occasione”.
Chiedersi “cui prodest”, Correggia, non è solo peregrino, ma anche sostanzialmente demenziale.
Secondo Correggia le case bombardate con “colpi di artiglieria di grosso calibro” di Hula non sarebbero opera dell’esercito siriano, come invece il generale Mood, del contigente ONU, ha affermato.
O, perlomeno, non confermano “il coinvolgimento dell’esercito siriano nell’attacco”.
Correggia, invece, dice che l’ONU non ha accusato l’esercito siriano.
Eppure siamo in presenza di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che esplicitamente condanna il regime siriano per aver bombardato la popolazione civile a Hula.
E nel Consiglio di Sicurezza ci sono anche gli amici russi, ricordiamolo.
Loro hanno spinto per condannare il bombardamento ma “salvare” Asad per il massacro.
Trattasi di diplomazia, non di realtà dei fatti.
Ma per Correggia “ovviamente le dichiarazioni dell’Onu vengono manipolate dall’Ansa che titola “L’Onu accusa l’esercito””.
Correggia ci dovrebbe spiegare CHI ha bombardato le case di Hula coi carri armati: pensa che “i terroristi” o “l’esercito siriano libero” abbiano carri armati o simili?
Mi si spieghi, allora, perché l’esercito siriano non ha sparato contro quei carri armati, e anzi non ne ha proprio fatto menzione, invece di sparare sulle case di Hula.
Poi Correggia dice che “Sia Mood che Annan che Ban Ki Moon hanno chiesto al governo siriano di smettere di usare armamenti pesanti nei centri abitati ma hanno anche chiesto a tutte le parti di cessare le violenze in tutte le loro forme”.
E, a parte il fatto che per l’ONU chiedere la cessazione delle violenze è come per un giocatore di ping pong colpire una pallina con la racchetta -fatto che spiega la seconda parte della frase, insieme al dato diplomatico- secondo lei bombardare dei civili a Hula non è una conferma “del coinvolgimento dell’esercito siriano nell’attacco”.
O comunque una “confermina”, un qualcosa di secondario.
Bombardare delle case in cui vivono famiglie non è un crimine di guerra, non è un’infamia.
Che cos’è, per lei? E’ solo qualcosa da tenere in secondo piano nell’analisi di quanto è successo, perché insomma la verità è che l’esercito siriano ha bombardato i civili a Hula ma poi dei terroristi o l’ESL sono arrivati nelle case e hanno fatto una mattanza.
O magari sono stati Clinton e il Qatar a farlo.
Sì, Correggia pensa proprio così, e si mette a guardare i video su Youtube, in cerca di conferme, ritenendo evidentemente che i video “sono una prova”, quando la prova, per l’ONU e per tutti gli altri, sono gli osservatori ONU.
Dice che alcuni video sono falsi e altri indicano che la gente non è stata ammazzata coi bombardamenti ma all’arma bianca o con armi da fuoco a bruciapelo.
Ma questo lo dice pure l’ONU, non c’era bisogno di andare su Youtube.
Inoltre Correggia non opera alcun genere di critica della fonte e non ci racconta che ci sono decine di video-monnezze che accusano tutto e tutti: prende solo quelli che servono a lei.
C’è addirittura chi accusa la CIA, ma a Correggia questo non interessa -e invece l’ipotesi è, almeno, suggestiva- perché a fare il massacro sono stati i terroristi o l’ESL.
Poi dice che non ci sono video del bombardamento di Hula, dice che è strano.
Ma gli osservatori dell’ONU sono andati lì e hanno visto case bombardate e hanno condannato il bombardamento.
Vale più l’assenza di un video su Youtube, noto vettore di qualunque cosa, sia vera che falsa, o la presenza di persone in un luogo che certificano ciò che è successo?
O fanno tutti parte del complotto?
La chiusura del pezzo è una specie di delirio.
Correggia cita come fosse vangelo l’agenzia d’informazione “Vox Clamans”, un’organizzazione pro-regime, di natura parafascista, tenuta della suora lefebriana Agnès Mariam De La Croix.
Poi cita l’agenzia governativa, la Sana.
E cosa può dire la Sana?
Sana dice che nell’area di Hula ci sono stati attacchi di al-Qaida, che sono stati uccisi dei bambini.
Proprio di al-Qaida.
Bene, la tesi di Marinella Correggia si può riassumere in questo modo: nonostante non sia confermato che l’esercito siriano abbia bombardato Hula, Hula è stata bombardata dall’esercito siriano e poi l’ESL o dei terroristi sono entrati nelle case e hanno fatto la mattanza.
Per dare la colpa ad Asad.
Sissì, è realistico. Lo dice anche la Sana e “Vox Clamans”.
Sarà, ma AGI (che anche lei fa parte del complotto) scrive:
(AGI) – Ginevra, 28 mag. – Gran parte delle vittime del massacro di Hula sono state uccise a bruciapelo dalle milizie pro-Assad, con intere famiglie sterminate con esecuzioni sommarie nelle loro stesse abitazioni. Questo il racconto dei superstiti fatto agli osservatori dell’Onu e riferito dal portavoce dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, Rupert Colville.
Il portavoce ha spiegato che su 108 morti sono meno di 20 quelli che hanno perso la vita sotto le bombe e il fuoco dei carri armati mentre la gran parte delle vittime sono state finite con esecuzioni sommarie compiute delle milizie pro-Assad. “Intere famiglie sono state sterminate dentro le loro case”, ha affermato Colville.
Dunque, a parte i morti sotto i bombardamenti, che per Correggia non contano, le strade di Hula sarebbero popolate soltanto di terroristi o membri dell’ESL che accusano al-Asad.
Oppure gli osservatori dell’ONU sarebbero collusi col complotto.
Al di là della tesi sostenuta, che a questo punto a me sembra criminale più che fantasiosa, mi chiedo perché Correggia prenda come oro colato le fonti di informazione pro-Asad e tutto il resto come “un complotto”.
Davvero, me lo chiedo. Perché dare questa fiducia smodata a un bombardatore di civili?
Ultima cosa.
L’Esercito siriano libero non è “cosiddetto”, bensì “autoproclamato”.
Se io mi chiamo Lorenzo, tu non puoi dire “il cosiddetto Lorenzo”, anche se ti sto antipatico.
Cara Marinella, se tu non fossi una persona dedita a cose belle come l’agricoltura in terrazzo, non avrei scritto tutto questo.
Mi è costato molto.
https://in30secondi.altervista.org/2012/05/29/siria-storie-di-ordinaria-monnezza-2/Scomposte invettivehula,marinella correggia,propaganda,siria
Ad Hula c’è stata, ormai è chiaro, un operazione militare da manuale, posso solo confermare quanto scritto da Lorenzo.
Quello che è accaduto è facile da immaginare in realtà.
Artiglieria pesante viene usata per aprire la via (l’artiglieria è un’arma complicata, fuori portata per dei “terroristi”, nessuno si può imporvvisare artigliere ed anzi l’accademia di artiglieria è una delle struttre portanti del regime siriano dalla sua nascita).
Dopo un fuoco breve ma intenso la fanteria e carri armatisi riversano nelle strade svuotate, in modo che i primi si appoggiassero ai secondi per ottenre un fuoco pesante, sufficiente a neutralizzare qualunque tentativo di resistenza da parte di eventuali combattenti ribelli.
In particolare i cannoni a tiro diretto dei carri sono un ottimo antidoto contro aventuali cecchini e nuclei di resistenza con nidi di mitragliatrici, solo con una certa abbondanza di armi anticarro moderne la guerra urbana vede in gran vantaggio i difensori.
(l’esercito siriano libero evidentemente NON STA RICEVENDO ARMI ANTI CARRO DA NESSUNO, cioè anche le fonti più pro Assad quando parlano di forniture da Qatar, USA e Turchia si riferiscono ad armi leggere! Armi cioè che nel MO quasi quasi si comprano al mercato).
Aggiungerei che su Latakia erano stati impiegati 76mm navali, ma qui parliamo di cannoni campali pesanti, roba in 122 o ancora più probabilmente in 152mm, capace di tirare munizionamenti di vario tipo, inclusi i fumogeni.
Anche i carri armati urlano “esercito regolare”, è possibile che dei miliziani di regime imparino ad “usare” un carro armato, ma la cavalleria corazzata è un’arma tecnica e difficilmente accessibile a forze irregolari. Farli operare in coordinamento con la fanteria poi richiede un ulteriore sforzo addestrativo.
Dopo di che va rimarcato che c’è qualcuno, regolare o irregolare pro-Assad, che ha lo stomaco abbastanza indurito per sparare a bruciapelo su un bambino. Immagini che vi risparmio mostrano corpi colpiti con baionette e infanti sgozzati.
Spesso queste cose le fanno gli irregolari (per esempio in Kosovo e Bosnia i regolari serbi tendevano a non fare stragi con la medesima frequenza dei miliziani della “Tigre Arkan”, ma li usavano per il lavoro sporco). La Siria ha una sovrabbondanza di spietati carnefici di regime nelle strutture portanti dello stato, dell’esercito e delle polizie. Quindi anche in questo caso potrebbero essere stati i regolari. (circolano storie da gelare il sangue nelle vene circa i reparti dell’aviazione e quello che fanno ai prigionieri, ma non ho conferme).
In più gli Shabiha (“fantasmi”, ovvero milizie filo regime e corpi paramilitari, spesso reclutati nella polizia e nei servizi segreti, oppure tra gli avieri, il termine originariamente si riferiva ad organizzazioni criminali, forse legate al regime), accusati dalle opposizioni, sono davvero sempre più spesso associati ad operazioni ributtanti.
La discrepanza delle fonti sul numero dei moti (che vanno da 88 morti, per poi arrivare ad una novantina con 32 bambini,ed infine a circa 108/110 con una cinquantina di bambini) è assolutamente normale per situazioni di questo tipo.
Il rapporto ONU parla di armi leggere incluse mitragliatrici pesanti, cannoni di carri armati e cannoni campali.
Tutte armi che lasciano marchi piuttosto evidenti e facilmente interpretabili da un casco blu dell’ONU, militare di professione.
In particolare farei notare che le mitragliatrici pesanti usate in Siria siano quelle ex-URSS, in cal 14,5×114 mm, SEMPRE presenti sui carri armati e i veicoli blindati dell’esercito regolare, mentre sono completamente inadatte ad essere utilizzate in operazioni di guerriglia perchè intrasportabili a mano.
L’opposizione segnala anche l’uso di razzi d’artiglieria e cecchini in queste ore in quella zona da parte dei governativi.
Proprio per non imbattermi in difensori d’ufficio dei massacratori ho evitato di approfondire questa notizia, che è chiara, lampante, orribile. Ed è qualcosa di più della rottura di una tregua mai entrata in vigore e mai esistita nei fatti.
Ormai mi sembra che i difensori di Assad siano sempre più simili a dei negazionisti, capaci di arrampicarsi su ogni specchio.
A chi giova?
Mi sa ad Assad, che sta distruggendo l’esercito siriano libero e sta facendo terrorismo in senso strategico, ovvero sta cercando di vincere la rivolta con tattiche di terrore e orrore.
Insomma non è un caso, è una scelta operativa basata su una precisa strategia politico-militare, volta a portare la pacificazione con la paura. Una cosa che gli Assad fecero già nel 1982.
E ci sta pure riuscendo anche questa volta, certo ci vorranno altre migliaia di morti…
grazie Lorenzo per avere fatto un po’ di pulizia in quello che la mitica Veronica Lario avrebbe definito “ciarpame senza pudore”. Come ti sarai già accorto è sempre la stessa “compagnia di giro”, che prima è accorsa in aiuto di Gheddafi, scambiando lucciole per lanterne, ed ora di Assad. Non c’è da stupirsi, d’altronde, visto che si tratta di giornalisti-miliitanti in viaggio-premio, senza alcuna competenza in fatto di esteri e abituati perdippiù a lavorare per conto terzi…
Grazie a te per aver omaggiato il mio (angosciante) sforzo :-)
Conosco personalmente Marinella Correggia. Non era infatuata di Gheddafi né lo è di Assad. E’ una che con i suoi pochi mezzi cerca la verità e prova a ragionare sui fatti e sulle cause, cosa che non fate voi che, quando va bene, siete dei fanatici cerchiobottisti. E poi uno come lei, Ricucci, che si produce in ulteriori giudizi dopo il suo contegno struzzesco in Libia: ma mi faccia il piacere!
Correggia avrà pure le sue incrostazioni da militante ex pacifinta, ma negli ultimi tempi ha mangiato diverse foglie e si è messa onestamente a cercare la verità. Voi di questo sito, invece, rappresentate una della sezioni più becere e pericolose della vasta cloaca dell’opposizione fittizia, anche perché siete abbastanza bravi a camuffarvi, esattamente come Ricucci (giornalista furbissimo, sempre col culo al caldo anche quando sembra “denunciare” o “smascherare” qualcosa…).
Inutile continuare con ‘sta gente. Marinella, se vuol perdere tempo con voi, se la vedrà da sé.
Quanto a voi, fareste bene a dismettere i vostri panni da forbiti esperti (eddeché, poi?) e limitarvi alla critica di costume, perché non appena vi avventurate in territori tipo la geopolitica e l’agenda dell’imperialismo attuale sparate una caterva di banalità condite in salsa fintamente serioso-scientifica.
Chiedersi cui prodest? è la prima regola prudenziale in questo e tanti altri casi: non ne siete al corrente? Allora siete dei cialtroni.
Ma non ci credo. Non vi faccio così sprovveduti. Anzi, a giudicare dalla prosopopea di distinguo che dispensa Peverelli, non si direbbe proprio. Forse è che i vostri obiettivi sono altri. Forse fate anche voi parte dell’esercito criminale assortito dei media mondiali che stanno attaccando la Siria, prima e peggio che i mercenari variopinti e i comprati siriani che affollano le bande di tagliagole strumento dell’Occidente.
Sotto la brillante crosta, anche voi fate schifo. Se poi non ve ne rendete neanche ben conto (perché come molti a corto di chiavi di lettura non subalterne), allora forse è ancora peggio. Temo che siate essenzialmente irrecuperabili, al contrario di Marinella che, almeno, sotto la crosta, sa ascoltare chi le parla.
> E’ una che con i suoi pochi mezzi cerca la verità e prova a ragionare sui fatti e sulle cause, cosa che non fate voi che, quando va bene, siete dei fanatici cerchiobottisti.
Marian, fai una ricerchina su questo blog e vedrai che ti sbagli
> E poi uno come lei, Ricucci, che si produce in ulteriori giudizi dopo il suo contegno struzzesco in Libia: ma mi faccia il piacere!
Chiunque può commentare su questo blog. Io non conosco Amedeo Ricucci così come non conosco te.
> Correggia avrà pure le sue incrostazioni da militante ex pacifinta, ma negli ultimi tempi ha mangiato diverse foglie e si è messa onestamente a cercare la verità.
Male, però, perché infila nei suoi articoli una quantità di leggende, di falsi, di mitologie, di preconcetti e di illogicità
> Voi di questo sito, invece, rappresentate una della sezioni più becere e pericolose della vasta cloaca dell’opposizione fittizia, anche perché siete abbastanza bravi a camuffarvi, esattamente come Ricucci (giornalista furbissimo, sempre col culo al caldo anche quando sembra “denunciare” o “smascherare” qualcosa…).
Senti, Marian, prima mi devi dire che “opposizione” saresti tu e poi dovresti dirmi chi sei. Cioè: cosa hai da dire su questa mia critica? Hai un argomento? Ce l’hai? Ecco, se ce l’hai prendi le manine mettile sulla tastiera e prova a buttar giù due righe, altrimenti per me sei solo un nome sul video e un’insulto gratuito. O perlomeno mettiti a leggere cosa ho scritto finora prima di sputare la tua sentenza.
> Inutile continuare con ‘sta gente. Marinella, se vuol perdere tempo con voi, se la vedrà da sé.
Appunto, tu che vuoi? Che argomento hai? E poi chi sarebbe “sta gente”? Ma chi ti conosce, ma che cosa vuoi? Se vuoi parlare parliamo se non vuoi parlare evita di farlo.
> Quanto a voi, fareste bene a dismettere i vostri panni da forbiti esperti (eddeché, poi?) e limitarvi alla critica di costume, perché non appena vi avventurate in territori tipo la geopolitica e l’agenda dell’imperialismo attuale sparate una caterva di banalità condite in salsa fintamente serioso-scientifica.
Forbiti esperti? TU invece CHE NE SAI? Senti Marian, perfavore, non voglio fare a chi ne sa di più, non mi interessa. Ti ripeto: leggi, critica, e parliamone. Se non vuoi farlo o pensi, dal pulpitino, che non ne valga la pena, allora risparmiati i giudizi e torna alla tua agenda imperialista. E poi chi è il monnezzaro? Correggia non sa un’emerito niente della Siria, e non legge una parola che è una in arabo, fa ricerche su youtube in inglese. Chi è il colonialista? Chi è l’imperialista? Per quale stupida ragione tu dai credito al suo “impegno” e non al mio? Perché Correggia è amichetta tua? Ecco, allora andate al parco a giocare insieme.
> Chiedersi cui prodest? è la prima regola prudenziale in questo e tanti altri casi: non ne siete al corrente? Allora siete dei cialtroni.
Il “cui prodest” è un’esercizio di stile, se non si conoscono i fatti. E’ un espediente retorico, se non si esercita davvero la critica. Nel pezzo di Correggia il “cui prodest” compare all’inizio, è pregiudiziale, non arriva alla fine di un’analisi.
> a non ci credo. Non vi faccio così sprovveduti. Anzi, a giudicare dalla prosopopea di distinguo che dispensa Peverelli, non si direbbe proprio.
Appunto, non siamo sprovveduti, ma sulle analisi, non sulle agende. Quindi faresti meglio ad armarti di analisi invece che di complottismo.
> Forse è che i vostri obiettivi sono altri.
Ma certo, qualcuno mi paga, mentre a Marinella non la paga nessuno.
> Forse fate anche voi parte dell’esercito criminale assortito dei media mondiali che stanno attaccando la Siria, prima e peggio che i mercenari variopinti e i comprati siriani che affollano le bande di tagliagole strumento dell’Occidente.
Sissì. Frequentiamo il Bilderberg e la Trilateral.
> Sotto la brillante crosta, anche voi fate schifo.
Ti ringrazio, ti stimo molto.
> Se poi non ve ne rendete neanche ben conto (perché come molti a corto di chiavi di lettura non subalterne), allora forse è ancora peggio.
Poveri noi.
> Temo che siate essenzialmente irrecuperabili, al contrario di Marinella che, almeno, sotto la crosta, sa ascoltare chi le parla.
Evviva. No, sul serio, tu non mi conosci, non sai “se so ascoltare chi mi parla”. E in ogni caso saper ascoltare non significa sapere qualcosa della Siria. Il mondo è pieno di gente che dice idiozie pur sapendo ascoltare. Comunque, se “Marinella” sapesse leggere, oltre che ascoltare, qualcosa di diverso dalla stampa di regime, forse non avrei scritto questo pezzo.
Se la fa intortare, e tu la segui solo in base al fatto che la conosci.
Un triste quadro.
Amedeo, anche grazie al Suo prezioso lavoro abbiamo saputo che sulla Libia la propaganda bellica ci raccontava un sacco di stronzate su presunti crimini di Gheddafi (ovviamente ce n’erano anche di veri, sia chiaro…). Ritengo sia normale e legittimo che oggi si dubiti delle notizie che il mainstream veicola sulla guerra civile in Siria, non crede? Da quel che ho capito fra l’altro i dubbi più grossi della Correggia erano relativi alla strage di bambini: da quel che ho capito si sosteneva che le ferite non erano provocate dalle bombe, ma da armi “leggere”, quindi – sostenevano – non è detto fossero stati assassinati da militari o da Assadiani. Poi non ho approfondito perché era troppo straziante, e mi sento anche un po’ sporco per averne scritto qui.
State censurando il mio commento da ieri. Ve lo rimando. correggia Il tuo commento è in moderazione.
Con molta arroganza maschile sparate attacchi incredibili su di me pur non conoscendomi, tanto da dover copiare da un link internet una mia parziale anche se corretta biografia relativa a uno dei miei libri.
E’ ridicolo se non fosse tragico che anche qui si ripetano come vere delle bufale già smentite (e informatevi: non sono solo io che ho fatto quei commenti su Houla; poi li hanno fatti gli stessi osservatori Onu!! e poi il reportage del Frankfurter Allgemeine Zeitung interfvista le famiglie e arriva a una conclusione diversa dalla vostra, presa pari pari dai bollettini del Sohr o del Cns.
E’ grave che persone ben stipendiate per la loro attività di ricerca o giornalistica e non certo da strutture “rivoluzionarie” avanzino dubbi su di me che invece sulla questione della guerra con menzogne lavoro dal 1991 gratis, anzi sottraendo tempo (moltissimo) e denaro al mio lavoro. Preciso anche che i miei articoli sono gratuitamente in giro in rete, non so chi li riprenda. E’ evidente che non siete sereni nel giudizio e che non prendete affatto le distanze da chi soffia sul fuoco (e fra questi anche “alleati” impresentabili come Qatar, Arabia Saudita, Tuchia) per alimentare guerre dirette e per procura. Io però non vi accuso di essere pro-Arabia Saudita o pro-Qatar; voi mi accusate di essere pro-Assad. Io non scrivo articoli dal titolo “storie di ordinaria monnezza” in riferimento a voi; voi lo fate rispetto a me. Quanto alle peonie e gerani citati da alcuni, vi invito a lavorare, come cerco io di fare da decenni, a livello locale e globale, per un altro paradigma sociecologico – davvero equo e solidale, senza privilegiati e senza sfruttamenti – che eviterebbe le guerre geostrategiche.
Aggiungo anche: come mai chi si opponeva alle due guerre all’Iraq (1991 e 2003), a quella del Kosovo e a quella in Agfhanistan non era oggetto di tali attacchi? Nessuno, se non da destra o dal centro o da parte dei governi interessati, ci accusava di essere pro Saddam, pro Milosevic, pro Talebani. Tutto è cominciato con la Libia.
E’ poi vergognoso calunniare delle persone in questo modo sapendo che non potranno MAI difendersi perché “calunnia, calunnia, qualcosa resterà”. Come per le menzogne che portano alle guerre, anche se poi vengono smetite, la smentita non circola mai. E’ lo stesso, infernale, meccanismo.
immagino che tu abbia le prove sul lavoro per conto terzi, altrimenti questa si chiama diffamazione3
Dammi un motivo per chiamare questa cosa “diffamazione”. Una, anche piccola.
Tranquillo! Scelse silvio può scegliere anche te!
Cerchiamo innanzi tutto di non essere ideologici.
In Siria ormai la situazione è di guerra civile, in una guerra civile non si fanno prigionieri, muoiono civili e tutte le forze in campo compiono “crimini di guerra” (anzi, essendo a mio modo di vedere la guerra un crimine questo basterebbe, ma è proprio impossibile fare guerre “pulite”, e lo è due volte quando si fanno delle guerre civili).
Alcuni di questi crimini vengono narrati fino a noi, altri si perdono prima, più facilmente i media mainstream ci rappresentano le cose orribili fatte dal regime, più raramente quelle dell’opposizione, anche perchè l’opposizione è meno forte militarmente, di solito uccide miratamente, e, se iniziassimo a ragionare sui qui podest e le dietrologie, le bombe che vengono attribuite loro possono avere mille origini . Comunque le bombe e le stragi ci sono anche da quel lato, ma l’opposizione siriana, si badi bene, è molteplice e ha molteplici ideologie, ha al suo interno gruppuscoli irrilevanti ma molto violenti e movimenti di massa sostanzialemnte pacifici.
Detto questo dipingere Assad come la povera vittima di un complotto internazionale è una menzogna di regime (il “complottone” probabilmente esiste, si badi bene! ma anche se è ormai certo il coinvolgimento massiccio delle monarchie del golfo – e molto impacciato, visto che a differenza che in Libia i siriani non fanno la fila per mettersi al servizio del Qatar-, questo non vuol dire che quello che accede in Siria dipenda solo da loro, e sia cominciato grazie a loro, e sia diretto da Ryad, così come Assad non è certo una marionetta iraniana, pur ricevendo l’appoggio dell’Iran) .
In Siria, come già in Libia, c’è una parte considerevole del popolo che è contraria ad una dittatura sempre più cleptocratica, una parte del popolo che ancora da un consenso (più o meno condizionato) al regime e una parte che sta alla finestra.
E vi sono considerevoli apparati dello stato (sopratutto della sicurezza e dell’economia) che sarebbero spazzati via da una democratizzazione delle società in cui sia vigente lo stato di diritto, con la sua ugualianza di tutti i cittadini difronte alla legge, e si porcessi chi è responsabile di crimini.
Le proteste pacifiche sono state colpite da una repressione che possiamo solo definire beceramente fascista (eppure un po’ continuano anche ora, dopo un anno).
Negarlo significa negare la realtà.
Dopo di che tutti voi siete liberissimi di dire che Assad è il meglio possibile per la Siria, che per ragioni geopolitiche è giustissimo che si fucilino alcune migliaia (o decine di migliaia) di oppositori e che il “vero” anti imperialismo non stia nel sostegno alle forze di sinistra dell’opposizione siriana (che sono i veri assenti dalla comunicazione mainstream, eppure non solo esistono ma sono relativamente numerose e agguerrite, una decina d’anni fa protagoniste della, fallimentare ma interessante, “primavera di Damasco”) ma nel sostegno al regime fascistoide e razzista di Damasco.
Liberissimi.
Però Marian, l’analisi, qualunque analisi, non può tralasciare il fatto che il regime usa l’artiglieria contro i suoi oppositori, spara, tortura, uccide.
Certamente è vero che anche l’esercito siriano libero non è composto da gentiluomini britannici del tardo ottocento, e se catturano un leader governativo non lo invitano a cena.
Dopo di che se un governo a richieste politiche, anche rivoluzionarie, che vengono da ampi settori della società risponde con la violenza e non con il cambiamento, ai cortei risponde con torture, arresti e cecchini sui tetti, alle petizioni e ai documenti risponde con i cannoni e i razzi la situazione per me è molto chiara e la “responsabilità del sangue” anche.
(evito accuratamene di dire chi sia maggioritario, francamente non mi interessa, anche se noto che il sostegno ad Assad sia in diminuzione, mentre semmai la paura del regime è in crescita, quindi la cleptocrazia si sta trasformando in governo della paura, anche a livello di propaganda visto che la carta giocata da Assad è terrorizzare tutto il mondo con lo spettro di una guerra settaria, ormai invocata come profezia auto-avverante)
C’è terrorismo anti Assad? Si, ma c’è anche terrorismo di stato, una banda di tagliagole che entra in Siria non trasforma tutta l’opposizione in merda, un ordine governativo per fare stragi, rastrellamenti, omicidi sommari e torture si, trasforma, nel mio modo di vedere, una deprecabile dittatura in una merda totale.
Dopo di che, ribadisco, si può essere dei sostenitori delle dittature.
Ma odio i negazionsiti, odio profondamente chi modifica la realtà per elidere i fatti che non collimano con i suoi pregiudizi. Pensare che il regime siriano, con una storia pluridecennale di torture agli oppositori, si comporti con gentilezza e mitezza e che in Siria non ci siano fucilazioni e omicidi, bhè ragazzi/e siate seri/e.
Volte bene ad Assad?
Benissimo!
Allora dite che strappare le unghie ai prigionieri e bruciare i genitali con la fiamma ossidrica è giusto perchè quelli sono nemici della luminosa dinastia Assad, gioia del genere umano, unico vero nemico di Israele, degli USA e del capitale.
“Bisogna ucciderli per salvarli” dicevano gli USA dei Vietnamiti, quindi, per coerenza, se ritenete che l’unico possibile esito della crisi sia un governo salafita in Siria (e magari avete pure ragione, io ho 1000 dubbi di questo, ma voi siete liberissimi di pensarlo) o un intensificarsi della repressione, siete liberi di pensare che bisogna “salvare la civiltà” uccidendo le famiglie dei presunti salafiti, a cominciare dai neonati. “Ammazzali prima che gli spunti la barba”, una bella parola d’ordine.
(anche se poi mi dovreste dimostrare che Assad è nemico di USA-Israele e Capitale, oppure che l’islam sunnita radicale non tragga enorme energia dalla situazione dittatoriale della Siria, e che sia sempre stato nemico di queste persone per davvero e non solo a livello di facciata retorica e di equilibri mondiali ormai incancreniti. Per favore ditemi cosa ha fatto contro di loro. Certo se mi dite che quando ha privatizzato la telefonia pubblica l’ha regalata ai suoi famigliari, e questo è contrario al libero mercato, vi rispondo che è vero, ma il conrario del libero mercato non sempre è il socialismo, può anche essere il feudalesimo e la cleptocrazia).
Memento:
La rivoluzione francese? Un complotto massonico anti-cristiano
La rivoluzione russa? Un complotto ebraico
L’antifascismo? Un complotto giudo-pluto-marxista-massonico con base a Mosca e Parigi
Ghandi? Servo dell’imperialismo tedesco
Martin Luther King? Al soldo delle lobby ebraiche
La rivoluzione iraniana? Un complotto sovietico
I complotti esisteranno anche, ma le rivoluzioni esistono indipendentemente dal qui podest.
Vedo che le mie affermazioni vengono prese con stizza e ribattute con tirate fuorvianti.
Ma non voglio continuare ad esporre sotto questo articolo. Preferisco spostarmi sotto quello relativo all’opposizione siriana già commentato da Galbiati.
Marian
Marian, ti ricordo che le tue affermazioni erano davvero vicine all’insulto. I commenti sono fatti per la polemica, anche accesa, e hai iniziato tu.
Affermazioni vicine all’insulto, le mie?
No, no. Non spostare il piano del discorso, non confondere ad arte, non attacca. Dire a qualcuno “cerchiobottista” non è affatto un insulto, così come dire a qualcun altro che ha tenuto un contegno struzzesco in un determinato contesto non lo è, esattamente come non lo è dire “sotto la brillante crosta, anche voi fate schifo”.
Sono giudizi che si possono criticare e smontare ma sono il risultato di ciò che penso e lo scrivo senza giri di fumo.
Non sono nemmeno lontanamente paragonabili ad insulti.
Ti invito comunque a lasciar perdere e a spostarti nei commenti all’articolo di oggi sull’opposizione siriana. Vi si trova miglior polpa cognitiva, penso.
Stibei Marian
Va bene, se lo dici tu “mi sposto”
Due parole a Marian Stibei vorrei dirle, riguardo a quello che dice ma anche riguardo alla difesa che fa della Correggia.
Dal momento che hai creato un dualismo, noi e voi, su questo dualismo vorrei rimanere…le tue difese sul regime e sulle posizione pro-Assad della Correggia si basano su un attacco dell’opposizione e dell’esercito libero. Ti vorrei dire che non abbiamo (noi) paura a condannare gli atti di violenza compiuti dall’esercito libero, ma tu (o voi) dovresti porvi la domanda sul perchè si sia formato…o facciamo finta di non vedere che per 8 mesi la rivoluzione siriana è stata pressochè pacifica e poi a seguito della risposta violenta del regime quadri dell’esercito hanno cominciato a defezionare? Certo ora la situazione è di caos, gruppi diversi non sottoposti agli stessi capi, ladri e tagliagole che scorrazzano, ma allora perchè Assadad dopo le promesse riforme, ha fatto un’amnistia liberando questi ladri e tagliagole dalle carceri. Invece forse non sai o fai finta di non sapere, che i dissidenti politici sono rimasti tutti dentro.
Lo sai, fai finta di non sapere o la stampa su cui ti documenti come quella della Correggia non riporta notizia, che mentre il regime dice di combattere il terrorismo salafita, arresta e tortura giovani studenti e studentesse cristiani, alawiti e giornalisti che si occupano di libertà dei media.
Perchè la Correggia che con la sua meticolosa ricerca dei fatti siriani e mente aperta, non ha mai citato questi giovani: andate a leggere qualche cosa su Mazen Derwish, Yara Shammas, Rima ad-Dali, Farah Hawejeh!
Accusi Declich di sparare banalità su un tema geopolitico che manneggia male…ti ricordo che la tua amica Correggia scrive anche su Syrian Free Press, una testata online filo regime, gestita tra gli altri da Pilato, grande amico di Ouday Ramadan, capo delegazione di un gruppo di supporter di Assad ospitati dal regime un mesetto fa.
Syrian Free Press, ospita la Marinella assieme alla Zanzottera (altra giornalista filo regime), che una settimana fa si trovava nel presidio organizzato da Ouday Ramadan a Roma, per dare supporto all’ambasciatore cacciato! Ma di che cosa stai parlando Stibei…di onestà intellettuale e libero pensiero della Correggia e tuo?
Totò vi avrebbe detto: ma mi facci un favore…
E ancora due paroline, abbia pazienza e mi sopporti fino alla fine, dal momento che il regime è il baluardo laico contro il salafismo, mi deve spiegare, lei che se ne intende di fatti siriani, perchè una delle prime riforme promulgate dal “nuovo governo di Assad” è stata quella di concedere alle insegnanti musulmane, di entrare nelle scuole
con il volto coperto dall’hijab? Lo sa che invece prima era proibito?
Voi che da molti anni vi occupate di affari siriani, che la Siria la conoscete approfonditamente, andate a vedere dove sono finiti gli intellettuali e i dissidenti siriani: all’estero o in carcere! Se la rivoluzione prenderà la piega del fondamentalismo religioso, non sarà grazie al complotto dei paesi occidentali, del Qatar e dei sionisti, ma sarà grazie ad Assad che ha incarcerato i dissidenti e continua ad arrestare giovani laici come quelli che ho indicato sopra.
Se la Siria diventerà uno stato con la Shari’a, non saranno Stibei e la Correggia a farne le spese (saranno già impegnati da esperti, ad occuparsi di un nuovo stato)ma saranno quei giovani laici che ancora aspettano di essere liberati dalle carceri di Assad!
Non ho dubbi nel considerare la Correggia una pessima giornalista ma in buona fede (almeno sulla questione siriana), che ho seguito con simpatia e sostegno, quando veniva attaccata da Dachan, ma se come lei dice la Correggia “non era infatuata di Gheddafi né lo è di Assad. E’ una che con i suoi pochi mezzi cerca la verità e prova a ragionare sui fatti e sulle cause, cosa che non fate voi che, quando va bene, siete dei fanatici cerchiobottisti”, bene allora mi aspetto un prossimo articolo di lei su Mazwn Derwish, Rima ad-Dali, Yara Shammas e Farah Hawejeh (naturalmente sono molto di più…)ed anche, dal momento che scrivono sulla stessa rivista, che si adoperi per la liberazione di quelli di loro ancora in carcere (e alcuni torturati)presso quell’Ouday Ramadan che non più tardi di un mese fa, ha infiammato il parlamento dei giovani siriani, con un’ode ad Assad.
Sono fiducioso che la Correggia si adopererà per la loro liberazione, se come dice lei “si è messa onestamente a cercare la verità”!
Ma forse è aspettarsi troppo, per chi scrive su un sito che in bella vista dichiara: “not censored by Zion” e tra i link propone l’agenzia ufficiale siriana Sana?
«dal momento che il regime è il baluardo laico contro il salafismo, mi deve spiegare, lei che se ne intende di fatti siriani, perchè una delle prime riforme promulgate dal “nuovo governo di Assad” è stata quella di concedere alle insegnanti musulmane, di entrare nelle scuole
con il volto coperto dall’hijab? Lo sa che invece prima era proibito?»
Mi scusi, ma questo passo non regge, secondo me. Sul fatto che il regime sia più laico di gran parte dell’Esercito Libero penso che non ci sia alcun dubbio. Poi lei stesso dice che PRIMA era proibito per le insegnanti portare l’hijab, ma era proibito dal regime stesso, appunto, poi tra le riforme volute da Assad ce stata questa concessione, evidentemente nella speranza di trovare consenso in alcuni ambienti che potenzialmente potrebbero essere attratti dalla rivolta.
Questo ovviamente non vuol dire che il regime sia automaticamente “buono” in quanto laico e l’Esercito Libero sia “cattivo” in quanto permeato di elementi islamisti.
Sono d’accordo con il suo commento, ma che non regga il mio non proprio…un regime che tenta di ingraziarsi gli elementi più radicali non può ergersi a baluardo del laicismo. Un regime che ha arrestato e allontanato gli elementi laici della società perchè dissidenti, come molti intellettuali, non può poi dire che l’alternativa a lui è solo l’estremismo, estremismo che lui stesso ha favorito, e dunque meglio Assad perchè laico.
Su una cosa invece non sono d’accordo con lei, questa continua dicotomia tra regime di Assad ed ELS, in Siria ci sono molti che manifestano, laici, che non appartengono a nessuno dei due schieramenti sopra citati. Bisogna sempre far riferimento ai gruppi armati, invece c’è chi si oppone anche pacificamente, perchè questi finiscono in carcere? Assad vuole questa dicotomia tra finto-laicismo e fanatismo religioso, dico finto laicismo perchè il laicismo di Assad ora è un elemento strumentale al potere.
La Siria storicamente è più laica di molti altri paesi arabi, il laicismo non lo ha scoperto ne Assad ne il Baath, chi conosce la storia della Siria e le sue figure politiche prima dell’avvento del Baath lo sa bene.
Altri fenomeni poi, portano all’estremismo religioso uno di questo è la povertà causata anche dalla corruzione imperante.
Dal 2007-8 quando gruppi dell’esercito e del partito hanno cominciato a vendere il gasolio siriano a nero, in Libano e Turchia, il suo prezzo è aumentato da 6 cent a 43, 3/4 di Siria agricola che basava la produzione sul pompaggio di acqua tramite motori a gasolio è andato in malora. La produzione del cotone è stata quasi abbandonata, i contadini dovevano vendere ad un prezzo politico al governo, che nel frattempo aveva fatto aumentare il prezzo del gasolio.
Tutti i coltivatori di cotone della Jazirah ora fanno gli operai in Arabia Saudita, chi torna ora è un devoto fedele, parlo di gente che prima non solo beveva birra ma non osservava nemmeno il Ramadan.
Le cause dei problemi sono fondamentali per capire le dinamiche attuali, molti di questi, tornati dall’Arabia ora appoggiano la rivolta armata anche di gruppi estremisti, non certo dei laici pacifici.
Un commento su questo commento di Cat zu Felicis:
“Questo ovviamente non vuol dire che il regime sia automaticamente “buono” in quanto laico e l’Esercito Libero sia “cattivo” in quanto permeato di elementi islamisti.”
Prepongo che ritengo, dai suoi commenti, che lei sia tutt’altro che uno sprovveduto, ma una persona che cerca onestamente di comprendere ciò che accade in Siria. E che rispetto. Quindi veda questo commento come costruttivo e un reale tentativo di dialogare.
Ho i miei dubbi che l’esercito regolare siriano sia laico, ha un ideologia semi religiosa che erige il bhaatismo e la dinastia Assad a fede cieca. Certamente non si può parlare di “vera” religione, ma il livello di fanatismo non è molto differente da quello della “mistica fascista” delle brigate nere.
Viceversa parlare di Esercito Siriano Libero come di un tutt’uno mi risulta difficile, visto che è diverso da zona a zona, da comando a comando, da uomo a uomo, e, a mio avviso e per quel poco che si riesce a capire, seppure con differenti gradazione secondo le zone e i contatti che riesce ad avere con ciò che accade fuori dalla Siria, decisamente laico.
é molto più che probabile che accanto ai siriani siano entrati nel paese stranieri, sia “spontaneisti” o libici e libanesi, che organizzati dalle monachie del golfo e (occasionalmente) da paesi NATO (Turchia, Francia e UK tra tutti, sia con missioni di spionaggio, sia come addestratori/osservatori, molto meno come combattenti), ma per lo più se ne stanno per i fatti loro (la al-Bara’ ibn Malik Martyrs Brigade si proclama pure dell’ESL ma non è parte dell’ESL ecc. ecc.), ed anche quando confluiscono in altri contenitori come l’ESL esso rimane composto in grande maggioranza da disertori dello stesso “vecchio” esercito “laico” siriano, con qualche recluta che si è aggiunta in un secondo momento.
Quando si scatena la repressione e si impiega l’esercito per fare il lavoro prima affidato alla polizia segreta, un elevato livello di diserzioni è inevitabile. Dopo tutto chi si aruolava nell’esercito pensava di poter essere coinvolto in una guerra contro Israele, o contro nemici esterni, non contro un intifada locale. Questo vale sia per i militari sunniti, che per quelli drusi, alawiti, cristiani e di altre confessioni.
Ovviamente all’interno dell’esercito, sia negli alti gradi che nell’arma di artiglieria, la fedeltà al regime è profondissima, porprio perchè il regime siriano è nato nell’esercito e nell’esercito ha reclutato i suoi quadri fino a pochi anni fa. Mentre oggi si militarizzano pezzi della polizia segreta e milizie politiche, creando un esercito “regolare” sempre più “fanatico” e legato al regime e sempre meno legato alla nazione.
In pratica le diserzioni funzionano anche come una sorta di epurazione che favorisce la normalizzazzione dell’esercito in senso filo-dinastico, rafforzando la fedeltà (fideistica? a mio avviso anche) delle forze armate tramite il reclutamento, in sostituzione dei disertori, di elementi politicizzati attraverso gli organi politici del regime stesso.
A me, così dall’esterno, l’ESL sembra decisamente laico (anche se nella provincia di Idilib sembrerebbe proprio che stia avvenendo un islamizzazione dell’ESL, che però mi pare locale e limitata a quell’area), tutt’altro che permeato dall’islamismo politico e radicale. Confuso, confusissimo nell’ideologia e nei sogni, nei progetti, nei documenti che pubblica, nei proclami, nel progetto strategico e in quello che si aspetta (grossomodo credo che buona parte di loro non veda l’ora di un intervento straniero, anche perchè altrimenti perderanno e saranno fucilati per tradimento), ma assai poco paragonabile, per prassi e habitus, all’ennesima banda salafita. Anzi non è affatto un esercito sunnita, ma multiconfessionale e multietnico (anche se pochissimi ufficiali siriani erano curdi o assiri).
Se uccide (ed uccide, rapisce, cattura, talvolta tortura) civili lo fa per vendetta politica, ovvero secondo la normale prassi delle guerre civili. “Sei un sostenitore, politico, del governo? Io ti sparo”. Di solito in questi casi si tratta di decisioni prese ai più bassi livelli “gerarchici”, ovvero da soldati e capi squadra.
Insomma tutto secondo dinamiche “standard” delle guerre civili.
Se la guerra diventasse (e ci auguriamo di no) un conflitto settario vedremo come cambierà la situazione. Questa però mi sembra, ora, una profezia del regime stesso, che spera diventi una profezia auto avverante. Propio per questo, e sin da più di un anno fa, il regime ha colpito durissimamente l’oposizione laica e progressista, mentre ha cercato di patteggiare con quella islamista, che, se vincesse in determinate zone del paese, compatterebbe la popolazione attorno ad Assad in altre.
Comunque mi associo a tutti coloro che sottolineano come in Siria non esista solo l’ESL nell’opposizione, né solo un’opposizione armata e che ridurre il tutto alla sola narrazione della guerra civile sia limitante per la comprensione delle dinamiche in atto.
Anzi questo è uno dei frutti avvelenati della rivoluzione libica, che ha proposto un modello alternativo di rivolta, basato non sulle marce e le proteste e l’impiego (più o meno consapevole) delle tattiche delel rivoluzioni “colorate”, ma sul combattimento e le logiche di potenza militare. Certamente però ha giocato un suo ruolo il governo, scegliendo un determinato modello di repressione.
Detto questo a me interessa molto capire la “guerra civile” siriana, e in quel contesto devo rimarcare come l’ESL non sia il solo protagonista armato dell’opposizione.
è solo quello, di gran lunga, più grande e, si badi bene, quello più laico e meno legato all’islamismo, al salafitismo, ed al terrorismo integralista, che impiega altre sigle ed ha una forza (numerica oltre che militare) molto minore.
Certamente il fatto che il Qatar e i Sauditi siano della partita potrebbe favorire gli elementi meno laici dell’opposizione armata siriana, ma in Siria l’opposizione non è nata islamista e non è solo islamista e l’ESL non è nato come formazione islamista, non ha né la retorica, né le bandiere, né ha adottato le tattiche tipiche di quelle formazioni (pratica una guerriglia molto differente dal modello Iraqeno per esempio, più classica, più Afghana in un certo senso, meno bombe e più imboscate). Ed infatti non ottiene aiuti massicci ed incondizionati dal golfo persico, o almeno non sembrerebbe.
Anzi i sostegni più massicci, mi sembra vadano in un carrozzone sia del ESL che del CNS, in esilio, e ben poco di quel denaro (sopratutto Qwaitiano) superi il confine. Insomma c’è forse un problema di corruzione e di “casta” tra gli esiliati? Potrebbe essere.
Penso ci sia un problema di casta all’interno del CNS. Non è nuovo lo scontro interno e le continue defezioni, di membri che lamentano la massiccia presenza (e potere) dei Fratelli Musulmani, così ben rappresentati nell’organismo di opposizione ma non altrettanto in Siria.
Di meno di un mese fa è la consegna delle chiavi del CNS in Italia, da parte dello stesso Berhan Ghalioun a Mohammed Dachan, presidente onorario dell’UCOII e membro dichiarato dei Fratelli Musulmani in Italia.
Uno dei pochi, tra le molte comunità musulmane in Italia, ha non aver firmato il protocollo d’intesa con lo stato italiano, poichè non accettava di firmare il punto relativo all’uguaglianza tra uomo e donna!
Mi riallaccio in modo sparso a questioni poste dagli ultimi commenti di Alberto, cat zu Felics e Valerio.
Per illuminare, apprezzare o criticare tutti i passaggi principali ci vorrebbe lo spazio di un piccolo saggio. Non è questa la sede e non ho questo tempo, almeno in queste settimane.
Vi invito solo a riflettere su questa questione.
Come sapete, nessuna ma proprio nessuna delle rivolte popolari fatte prontamente confluire dai media globalisti nella farsa by design chiamata “primavera araba” (farsa perché ripete la tragedia che fu storicamente la primitiva “primavera araba” inventata dagli inglesi per accelerare il dissolvimento dell’impero ottomano…)ha avuto una presenza “islamista” un minimo rimarchevole: né in piazza, né in rete, né fra i “martiri”.
Così è stato in Tunisia, così in Egitto e così è stato in Siria, per non dire del Bahrein, dello Yemen e della stessa Arabia saudita. La verità è che gli “islamisti” in genere, e sono una folla di galassie come ben sapete, tra semplici militanti, politici, predicatori, militari o paramilitari, non sono affatto rivoluzionari e non servono affatto i popoli arabi da dentro i popoli arabi (esemplare tutta la storia della Muslim Brotherhood). Sono gente di potere, di mafie e di stato, ab origine e sempre finora, e col potere (qualunque potere) sempre mercanteggiano, anche quando lo combattono con armi ed attentati, anche quando sembra che “si pongano fuori”.
Questo lo sapevano e lo sanno bene in primis i governanti arabi classicamente servi dell’Occidente (preclari esempi: Ben Ali e Mubarak), ma anche quelli meno servi e un po’ più, per così dire, nazional-sovranisti (come fu a suo modo Gheddafi e com’è, mutatis mutandis, Assad).
Se comprendiamo questo riusciamo anche ad afferrare come questi governanti abbiano sempre tentato di usare pro domo loro la carta “islamista”.
Al punto che, quando, come in Tunisia all’inizio della fine della paura di ribellarsi (prima metà di gennaio 2011), di “islamisti” proprio non se ne vedeva nemmeno l’ombra da nessuna parte, a suscitarli in vita (a crearli come fatti by design: voi che siete sempre aggrappati ai cosiddetti “fatti”) ci pensarono ben bene alcuni consiglieri dell’ormai traballante Ben Ali, forse sotto il banco imbeccati da omologhi consiglieri del governo francese. Durante le poco drammatiche sedute del clan stretto intorno a Zaba nel Palais de Carthage, in collegamento satellitare con Madame Trabelsi, fu questa una delle trovate più geniali che escogitarono (della serie: “vi faremo vedere di cosa è capace Al Qaeda in Tunisia”) per rimanere a galla e far fronte alla marea montante e pacifica dei “non abbiamo più paura”.
Quindi, sin dall’inizio dei sommovimenti poi “primaverili” è chiaro a cosa servono e devono servire gli “islamisti” e cosa ne fa il potere, anche quando essi sembrano diventare o diventano il potere (come adesso in Tunisia con En-nadha, che altro non è che la risposta sottilmente gattopardesca dell’establishment vero che regge la Tunisia da decenni, funzionalizzandola quale appendice coloniale dell’Occidente euroatlentico). Butto lì alcuni minimi dettagli di Tunisia anche perché quella fase cruciale (tra dicembre 2010 e gennaio 2011) l’ho vissuta personalmente girando per quel piccolo ma vitalissimo paese…
E pure il contegno di Assad e dei suoi consiglieri con gli “islamisti” non fa differenza (non può farla, anche se il contesto è diverso).
Per questo motivo: in tutti i paesi arabi (e non solo) gli “islamisti” sono, anche sociologicamente parlando ai livelli medio-alti della scala, il necessario pendant delle tendenze imprenditoriali, globaliste e liberalizzatrici, sempre più o meno legati alle leve finanziarie “che contano”. Sono i cecchini della globalizzazione in salsa islamica, proprio come, tanto per rimanere in Siria, i quadri liberali e liberalizzatori molto ben posizionati dentro il governo Assad, ai quali dobbiamo, fra altre grosse porcherie interne, quell’accordo-capestro del 2006 col I.M.F. che ha sistematizzato la produzione dall’alto della povertà anche in Siria, con spinta adesso manageriale della precedente corruzione e perversione interna del residuo sano spirito patriottico che ancora albergava nella memoria di alcuni…
Se questo è chiaro, allora si può fare un salto in avanti e dire che in Siria, ad esempio, il gioco del potere è essenzialmente scoperto pur restando ancora confuse alcune schermaglie fra i suoi disparati servi che in apparenza si stanno invece orientando verso la guerra armata fra loro (per decidere che dovrà incarnare in futuro lo stesso potere gattopardato) e ai danni dei “civili” (cioè verso i cittadini che non hanno più paura e vogliono davvero cambiare tutto il loro modo di vivere).
Ora, se la scacchiera interna, fuori dall’apparenza mediatica indotta, è anche questa, ha senso soltanto prendere limpidamente posizione accanto ai cittadini resistenti non armati (che anche qua sono ancora la maggioranza, più o meno “silenziosa” ma non tanto, come dicono alcuni). Se questo lo si fa convintamente si deve allora e subito prendere le distanze (senza se e senza ma, e senza distinguo e preferenze verso svariati comitati e coordinamenti locali purchessia, come tuttavia sembrate fare voi su questo ed altri siti) da tutte le galassie dei ceti politici comunque camuffati (interni ed esterni alla Siria, fuori e anche dentro la rete, finanziati e no) i quali, si sa, puntano alla mera sostituzione nominale dentro lo stesso tipo di potere (“noi” élite al posto di “loro” élite). Del pari, ci si dovrà per forza smarcare ed allontanare sideralmente anche dalla considerazione filologica sopra eserciti o accozzaglie paramilitari varie autoproclamatesi “libere” e, del tutto onseguentemente, dalle truccatissme agenzie simil-ong fund raisers che per difinizione colorano della loro vernice la ribellione vitale tuttavia entrata nella mente di ampi settori del popolo siriano (sempre per infiltrarla cognitivamente e fuorviarla in un labirinto di schermi di fumo, ovviamnente…).
Questa, a me sembra, dovrebbe essere la posizione da tenere, fuori da ogni accademico distinguo e diplomatico cerchiobottismo.
Al che il problema che si pone è ancora il seguente (e se lo posero, e qui saltarono per la verità, anche i più lucidi fra i rivoluzionari tunisini che incontrai): le strategie della rivolta non armata (stiamo fuori dalle vostre compatibilità: non abbiamo più paura, abbiamo compreso il vostro gioco, non ci caschiamo, non ce la beviamo, non vi crediamo, non vi votiamo, ecc.) hanno un bisogno vitale di evolvere verso una contestazione generalizzata e più profonda degli assetti del potere in quanto tale. Altrimenti è il riflusso e, prima o poi, la ripresa dell’establishment sotto le più gattopardesche metamorfosi (fossero anche islamiche fanaticissime tipo i takfiristi… del resto fermissimamente al soldo dei liberalizzatori atei o fondamentalisti cristiani o sionisti, che è poi lo stesso…).
Contestazione dell’assetto di potere in quanto tale significa messa in mora di tutto, del modo di pensare e di vivere la vita, il tempo, il lavoro e lo studio: non qualcosa di meno né qualcosa di diverso.
Che adesso siano di fronte a questo passaggio mentale e profondamente concreto i siriani (ma, badate, questa è una concretezza che i vostri “fatti” mai potranno attingere), come prima è successo anche ai tunisini, agli egiziani, ai bahreini o chissà, come domani potrebbe succedere ai greci, agli italiani o ai tedeschi, non fa proprio alcuna differenza.
Questo è l’orizzonte presente del cambiamento e di tutti i tentativi di uscire da questo mondo.
La consapevolezza di questo aiuta e fa sperare (pardon: ma essa è un fatto o cosa?). Ed essa orienta, secondo me, tra i miliardi di “fatti” mediante cui ci inondano gabellandoci senza posa. Essa soltanto ci rende concreti, essa ci dà una chiave di lettura non subalterna, essa ci permette di non stare semplicemente ad aspettare cosa “maturerà sul terreno”… Essa è, se vogliamo, la base per l’unica opposizione non fittizia, quella che può seminare qualcosa per il futuro, in Siria come altrove e in definitiva dappertutto.
Forse anche stavolta avrò divagato. Poco male.
Applicherete ancora voi a questo mio ragionamento l’epiteto squalificante “interessante, ma astratto”?
Fate pure.
Nondimeno, se per qualcuno sono riuscito almeno un po’ a spiegarmi, questo è il vero punto della situazione, adesso in Siria domani chissà.
La notte porterà ulteriori sentieri, voglio in ultimo pensare.
I migliori saluti concreti.
Marian Stibei
Bene dopo il saggio di geopolitica scritto dalla poltrona di casa, parliamo di cose concrete.
Rileggi il mio primo post, perchè tu hai cominciato da una cosa concreta, la difesa della Correggia!
La Correggia, che tu difendi, scrive su un sito che definire filogovernativo è ben poco (risparmiami la difesa del sito), mi pare abbiate le stesse posizioni, ecco, come si può parlare di indipendenza di giudizio…fammi capire.
Vorrei comunque tornare alla cosa concreta di cui parlavo, io non scrivo animato da ideologie, ma le persone di cui parlo sopra, per me, hanno un cognome, un nome, un viso, alcune le conosco.
Hanno creduto di poter cambiare in modo democratico il loro paese, scrivendo o manifestando pacificamente. Di alcune non si sa nulla da 4 mesi, alcuni prigionieri liberati affermano che sono state torturate.
Di altre non si sa dove siano.
Altre ancora dopo 3 mesi, si sa dove sono finite, ma non hanno diritto ad un avvocato e nemmeno ad un cambio di vestiti.
Che c…o centrano i fratelli musulmani, gli islamisti e la geopolitica.
La tua amica Correggia, che con i maneggioni di syrian free press va a braccetto, si informi della loro fine…
Io non faccio il saputello sulla Libia, la Tunisia o l’Egitto, la Siria la conosco da dentro, ci ho vissuto 15 anni, le persone con cui parlo non sono numeri.
Stibei, spiegami da cosa parti per le tue analisi, dalla tua ideologia, dalla conoscenza dei fatti sul campo, dalla conoscenza delle persone?
Perchè se il tuo (vostro)punto di partenza è l’ideologia, penso ci possa essere solo un dialogo tra sordi, forse pensi che ogni Stato ha il diritto di reprimere le rivolte (anche democratiche) in nome della sua sopravvivenza.
Forse pensi che ogni rivolta è fomentata da qualcuno e qualcosa, che vuole sovvertire un ordine che a te piace.
L’occidente, i sionisti, le monarchie del golfo…ma scusa la Russia è forse una ONG, una società caritatevole…dei miliardi di soldi che la Siria da alla Russia per le armi? Dell’unico porto (militare) che la Russia ha in Siria sul mediterraneo…
Se invece non è l’ideologia a farti dire quello che dici, ma è la conoscenza dei fatti…beh non parlo di Libia o Egitto, ma la Siria girala meglio, ma dovevi girarla anche prima e sopratutto la tua compagnia (o fonte) non può essere Pilato o Ramadan ospitati dal Regime.
Infine se il punto di partenza che ci anima,per l’analisi dei fatti, è prima di tutto l’individuo, beh siamo sulla stessa lunghezza d’onda e son sicuro che passerai a Marinella quei nomi sopra…ci farà un articolo e lei a sua volta li passerà a Pilato e poi a Ramadan, che si adopereranno con gli amici del Regime per una buona causa…
Per il Signor Alberto non in quanto Signor Alberto bensì come rappresentante di tutti quelli che ragionano al modo suo…
Anzitutto:
make no mistake and no smoking screen… Almeno non con me né, possibilmente, con quelli diversi da me (la stessa Marinella Correggia non mi assomiglia: lei spara su un bersaglio fatuo, coniato by design a scopo denigratorio). Ma con il sottoscritto, avverto di nuovo, non può “attaccare” la sua patacca, e se avrà pazienza lo vedrà pian piano da sé.
Poi e poi:
guardi intanto al minimo dettaglio divino e demoniaco insieme che lei stesso si lascia uscire dalla tastiera… Se il suo punto di partenza per l”analisi dei fatti” è “l’individuo” si ricordi vita natural durante una grande piccola cosa: “l’individuo” così concepito (ossia suppostamente “concreto”) è in primis esso stesso un’ideologia, e delle più temibili e nefande pensate da esseri umani…
Fino a qual punto se ne rende conto, Signor Alberto? E di che natura sono allora quei “fatti” che lei intende fondare a partire da cotanto presupposto? Ci pensi, le si può aprire o un abisso o uno spiraglio (dipende anche da lei); magari, chissà, con coraggio concreto scoprirà ad un certo punto qualcosa che ha a che fare con il carattere più profondo e meno visibile della società in cui ci tocca di vivere: qualcosa come un “fatto” forse per tanti innominabile ma non per questo meno concreto (anzi…).
Ognuno parte dalle nuvole che vuole, vero, ma poi deve saperne misurare tutte le conseguenze e prendersene tutte le responsabilità, senza buttarle nell’alterco in rete in assenza di argomenti e fuori dalla coerenza logica.
Altrimenti, si squalifica da solo.
Ancora:
lei ha conosciuto individui concreti con le loro storie anche terribili per 15 anni in Siria, io ne ho conosciuti altri con storie comparabili per meno tempo in Tunisia (e prima altrove, ma non aggiunge niente)… E con ciò? Questo non abilita nessuno, nemmeno lei, al fraintendimento e allo spargimento di tossico fumo cognitivo…
Ho allora scritto un saggio di geopolitica? Ma lei rimesta strani miasmi… Vada sulle riviste dedicate (italiane e no) e vedrà che ben differenti arie vi tirano…
Inoltre:
“l’ordine”, come dice lei (sarà il “principio d’ordine” degli scienziati? Ma no…) che a me piace, se non si capisce già abbastanza dal e fra le mie righe, non è affatto quello che ha in mente tutta la geopolitica dagli albori ad oggi… Ma lei intiende?
A scanso di ulteriori equivoci, dichiaro da che cosa parto per le mie “analisi”:
parto dal concreto che voi non volete vedere e che nel “concreto” come voi l’immaginate non c’è e non ci può essere…
Sarà un’ideologia? Chissà…
Intanto vi indico dove può stare: nella mente di persone che cercano una diversa forma sociale di sopravvivenza per la loro e per le altre specie, fuori da questo modo di vivere in sé catastrofico partito proprio dalla sua, Signor Albero, ideologia dell’individuo, e dalla sua proprietà, dal suo denaro, capitale, orizzonte morale, religione, scienza, conoscenza, tecnologia and so on…
Me ne rendo conto: quelli che pensano come me sono persone lontane dai vostri “fatti” e “cose concrete”. Eppure un vantaggio su di voi l’abbiamo: noi possiamo comprendere nel nostro umile ombrello il vostro punto di vista subalterno al Potere (qui rigorosamente con P maiuscola, e non abbaiate invano!); voi non solo non potete avvedervi della vostra subalternità, ma consegnate – con tutto il vostro liberissimo arbitrio da moderno “individuo” – le chiavi della vostra prigione ai vostri sottili carcerieri cognitivi, senza che possiate minimamente abbordare, se non mediante fraintendimenti e strafalcioni, la grana del nostro diverso ragionamento…
Come potrete mai giovare alle lotte dei popoli siriano, italiano, tunisino, islandese, greco, argentino ecc. partendo dalle vostre concretezze, resterà un mistero teologico nei secoli dei secoli, temo.
Qua, se volete, trovate il discrimine. Quasi tutto il resto, purtroppo, è trita fuffa, e non vale davvero una risposta punto per punto…
Auguri e nuove avventure insieme al vostro “punto di partenza” assolutamente concreto.
Adesso comincia la noia.
Adesso vado a curarmi del mio.
Marian Stibei
Ieri altri 100 morti, solita prassi di Houlè, prima bombardamenti e poi gli Shebbiha che passano a setaccio le case…
A quando l’articoletto di Marinella, che con mente libera, analizza i fatti e si pone le domande, rispondendosi…come la cantilena del regime: “che sono stati i miliziani salafiti, che il taglio della gola lo fanno loro, che il governo non avrebbe nessun interesse ad uccidere dei normali cittadini”.
Ma le domande sul perchè dei miliziani sunniti debbano uccidere dei loro confratelli sunniti non ve le fate, perchè lo sapete vero che i morti di Houlè non erano alawiti cristiani o cos’altro…E non vi chiedete come mai, ad Houlè come ieri l’esercito di Assad è sempre presente, immortalato dalle immagini satellitari e dai video.
Ai vostri amici di Rinascita e Stato e Potenza il modus operandi è noto, quello della Russia in Cecenia.
Su una cosa ha ragione Stibei,
anche io come fa lei “dovrei andare a curarmi del mio”. Chissà che questo non sia il mio ultimo post…su una cosa è bravo veramente, a far cader le palle, lei è incredibilmente disarmante!
Noto solo che nei suoi trattati non ha risposto ad una delle mie domande, non ha affrontato nessuno dei fatti che le ho descritto.
Ma in filosofia è bravo…mi chiedo se la buttasse in filosofia anche se in carcere ci fosse sua madre o sua sorella.
Perchè è evidente anche ad un demente Stibei, che alcune persone di cui parlo le conosco personalmente.
La cito: “Eppure un vantaggio su di voi l’abbiamo: noi possiamo comprendere nel nostro umile ombrello il vostro punto di vista subalterno al Potere”, io sarei subalterno al Potere? Non è la Correggia che lei prontamente ha difeso a schierarsi puntualmente con il regime nei suoi articoli? Non è il sito online su cui la Correggia scrive, che amplifica le notizie dell’agenzia governativa Sanaa…penso che nella confusione dei suoi pensieri si sia perso.
Mi fa piacere vedere che nonostante la nostra distanza su un punto la pensiamo alla stessa maniera: “Come potrete mai giovare alle lotte dei popoli siriano, italiano, tunisino…”, è vero, per quanto mi riguarda non gioverò al popolo siriano, auguro a lei e alle sue certezze di giovare a qualcuno.
Ho solo un’ultima curiosità ma non la prenda per un’offesa, il suo nome è vero o si nasconde dietro ad uno pseudonimo, come nasconde il vuoto della sua anima dietro ad un forbito filosofeggiare.
Dopo la sua risposta mi sento più sereno, guardo dentro di me e penso…wow poteva andarmi peggio!
Appunto in trenta secondi: il mio scrivere produce dunque un qualche effetto sulle di lei parti basse? Meglio senz’altro che l’indifferenza o la congiura del silenzio, ovviamente. Tuttavia, per quanto riguarda me, lo sprofondamento di entrambe le palle da quando giro per questo e tanti altri siti ha raggiunto gli strati di roccia di basalto sotto la crosta terrestre e, a volte, esse girano ancora così tanto a quei bassi livelli che hanno l’energia cinetica e i jaoule di altrettante trivelle. Sono poi io che, sempre più spesso, con un qualche profondo sospiro le richiamo al loro fisiologico posto.
Ma mi creda, è sempre più dura.
Stibei, if you really care, è il mio nome vero e in Italia corrisponde, che io sappia, solo a me che scrivo. Si tratta di un nome di famiglia di incerta etimologia, forse risale a qualche stirpe di fuggiaschi contadini di Valacchia del XIV secolo (fuggiaschi dall’asservimento della gleba, come si dice sui manuali di storia che ho visto qua da voi).
Ma, per citare un grandissimo poeta italico, cioè patriota ante litteram, perché questo aspetto dovrebbe interessare qualcosa a chicchessia? Attenzione che, a volte, per queste cose, disse egli, a più d’uno mal gliene incolse. Perché farsi scavare da simili bassi morbi (specie se già le coglie se ne sono scese sembra per altri e ben più rilevanti motivi)?
Faccio a lei e a voi tutti un appello a ragionare sugli argomenti, abbandonando il culto indotto dei “fatti”.
Questo ragionare fa molto meno male. A volte fa anche bene, che ci crediate o no.
E lo so che questo lo posso solo dire, perché, in casi simili, la prova del budino non sta nel mangiarlo…
Saluti concreti.
Marian Stibei
“Faccio a lei e a voi tutti un appello a ragionare sugli argomenti, abbandonando il culto indotto dei “fatti”.”
Appunto…siccome lei ragiona ed ha abbandonato il culto indotto dei “fatti”, le consiglio di tornare alle sue abituali letture in Syria free press, Rinascita, Stato e Potenza e quant’altro.
Non faccia male alle sue parti basse leggendo il sito su cui scriviamo, siamo incorreggibili, ma cosa vuole siamo chiavi di un Potere ed uno scopo.
Le faccio tuttavia presente, che nel mare di demenza con cui ci ha gratificato, non ha risposto ad una delle mie domande.
Per rispondere come lei desidera alle sue “domande”, signor Alberto, occorre avere almeno un po’ la mente colonizzata dai suoi stessi contenuti indotti, coatti e subalterni, nonché dalle sue suggestioni fantasma, oltreché dalle sue tecniche denigratorie con le quali – en passant – lei cerca di appaiarmi a siti ed autori che (in stile “destrorso” o “fascista” o cos’altro non so, ma la cosa in sé dice niente) difendono la “geopolitica come Scienza”: posizione rispetto alla quale (ma lei forse non potrà comprenderlo) sono d’accordo, metta lei, come potrei essere d’accordo con la natura “scientifica” delle tesi di un trattato di diritto costituzionale scritto da un infiltrato del Potere a vita come Giorgio Napolitano.
Faccia lei… Sta sparando dentro il suo universo fantastico popolato da maschere di cera come vuole lei. Ma io non sono mai stato là dove lei mi cerca.
Per tutta risposta, continuerò a starmene in mare aperto, fosse pure il “mare di demenza” di chi non ci sta a farsi colonizzare la mente dai “fatti” preformati, teleguidati, “scientificamente verificabili” di cui lei ed altri qua e altrove, più o meno consapevolmente, più o meno furbescamente, sembrate parlare.
Saluti diversamente concreti.
Stibei Marian
Ancora non ho capito il suo scopo Stibei, quello che insulta il nostro pensiero e la nostra intelligenza è lei (si rilegga tutti i post dall’inizio).
Sfugge continuamente a tutte le domande e ad un confronto chiaro ed onesto a dispetto delle posizione differenti.
Io parlo dal mio universo fantastico, come dice lei, di cose reali, che conosco, stavamo parlando di Siria si ricorda? Lei parla di cose che non conosce e se rilegge i suoi ultimi post, si renderà conto che nella fantasia allucinata ci è finito lei!
Egregio signor Marian la conversazione con lei è sempre piuttosto difficoltosa.
Poniamo che io scriva un post in cui affermo di essere calvo. Ora io posso essere calvo, avere una fluente chioma, oppure essere una via di mezzo.
Qualcuno può commentare dicendo che io sono un capellone, oppure puntigliosamente farmi notare che ho ancora i capelli ai bordi della testa.
Parlandone, discutendo, magari anche litigando, ma rimanendo in argomento, magari le mie conclusioni mutano, il dibattito arriva da qualche parte, cresce la comprensione collettiva della questione “calvizie o no”.
Lei invece nella migliore delle ipotesi dice che i capelli non esistono, oppure si mette a parlare di castagne, oppure ancora ci dice che stiamo parlando di calvizie perchè abbiamo i piedi piatti e palmati.
Insomma è veramente faticoso comprenderla.
E non perchè non scriva in buon italiano.
Francamente lei per me resta, e temo resterà, un mistero.
Un mistero che dimostra grande erudizione.
Vede io, nel mio piccolo, ho sempre pensato che Hegel fosse un filosofo piccolo piccolo, capace di usare ottimi paroloni per mascherare retoricamente l’inconsistenza del suo pensiero. Mi sembra che lei sia decisamente hegheliano.
Inoltre aggiungerei che il concetto di colonizzazione mentale (oltre tutto esistono diversi usi di questo concetto che corrispondono a differenti semantizzazioni) va usato a proposito, ovvero va dimostrata la sua attinenza alla situazione, alla persona, al contesto, altrimenti è solo un parolone vuto e denigratorio.
Io non sono affatto un positivista, ma la prego di essere un po’ più scientifico, perchè se non dimostra i suoi ragionamenti lei sta solo scrivendo parole (talvolta francamente irritanti, ma ha tutto il diritto di essere irritante, e di beccarsi le nostre risposte piccate se è per questo), non concetti.
Se lei pensa che io sia un hegeliano, le dirò tutto d’un fiato: lo sono come Marx diceva di se stesso, rivolgendosi alle terribili mosche burocratiche della socialdemocrazia tedesca che, lui ancora vivente, già blateravano di “marxismo” e però chiamavano lui stesso ed Engels “gli asini di Londra”:
“una sola cosa so per certo: io non sono marxista!”.
Ovvio: io non sono hegeliano, se l’essere hegeliano significa ragionare come finora si è ragionato di Hegel (facendone al meglio una icona inoffensiva…).
Purtuttavia, posso essere “hegeliano” o “marxiano” o “spinoziano” (come Zerco, magari, perché no?) quando l’esserlo significa ritrovare nei meandri delle loro opere degli spunti che ancora oggi ci parlano dell’epoca del capitale, della sua realtà a più livelli, di come esso funziona in qualità di “principio determinante”…
La avverto: non ho bisogno di essere “un po’ più scientifico”: non riconosco per nulla, anzi, insieme ad altri (pochi o molti qua non fa diffeenza) demistifico e metto in mora dall’origine, ogni statuto di “scientificità” della scienza moderna, ogni sua rivendicazione in tal senso, ogni sua aura, ogni sua pretesa di oggettività e di esistenza quale patrimonio di conoscenze di tutta l’umanità…
Questo, forse, potrebbe davvero irritarla.
Ma con pazienza, vedrà, mi spiegherò sempre più concretamente.
Alla prossima puntata concreta.
Marian Stibei
Bravo Valerio, ottima sintesi.
Con molta arroganza maschile – che Marian, che ringrazio, cerca di contrastare – mi sparate ttacchi incredibili su di me pur non conoscendomi, tanto da dover copiare da un link internet una mia parziale anche se corretta biografia relativa a uno dei miei libri.
E’ ridicolo se non fosse tragico che anche qui si ripetano come vere delle bufale già smentite (e informatevi: non sono solo io che ho fatto quei commenti su Houla; poi li hanno fatti gli stessi osservatori Onu!! e poi l’articolo del Faz). E’ grave che persone ben stipendiate per la loro attività di ricerca o giornalistica e non certo da strutture “rivoluzionarie” avanzino dubbi su di me che invece sulla questione della guerra con menzogne lavoro dal 1991 gratis, anzi sottraendo tempo (moltissimo) e denaro al mio lavoro. Preciso anche che i miei articoli sono gratuitamente in giro in rete, non so chi li riprenda. E’ evidente che non siete sereni nel giudizio e che non prendete affatto le distanze da chi soffia sul fuoco (e fra questi anche “alleati” impresentabili come Qatar, Arabia Saudita, Tuchia) per alimentare guerre dirette e per procura. Io però non vi accuso di essere pro-Arabia Saudita o pro-Qatar; voi mi accusate di essere pro-Assad. Io non scrivo “storie di ordinaria monnezza” in riferimento a voi; voi lo fate rispetto a me. Quanto alle peonie e gerani citati da alcuni, vi invito a lavorare, come cerco io di fare da decenni, a livello locale e globale, per un altro paradigma sociecologico – davvero equo e solidale, senza privilegiati e senza sfruttamenti – che eviterebbe le guerre geostrategiche.
Con molta arroganza maschile – che Marian, che ringrazio, cerca di contrastare – sparate attacchi incredibili su di me pur non conoscendomi, tanto da dover copiare da un link internet una mia parziale anche se corretta biografia relativa a uno dei miei libri.
E’ ridicolo se non fosse tragico che anche qui si ripetano come vere delle bufale già smentite (e informatevi: non sono solo io che ho fatto quei commenti su Houla; poi li hanno fatti gli stessi osservatori Onu!! e poi l’articolo del Faz). E’ grave che persone ben stipendiate per la loro attività di ricerca o giornalistica e non certo da strutture “rivoluzionarie” avanzino dubbi su di me che invece sulla questione della guerra con menzogne lavoro dal 1991 gratis, anzi sottraendo tempo (moltissimo) e denaro al mio lavoro. Preciso anche che i miei articoli sono gratuitamente in giro in rete, non so chi li riprenda. E’ evidente che non siete sereni nel giudizio e che non prendete affatto le distanze da chi soffia sul fuoco (e fra questi anche “alleati” impresentabili come Qatar, Arabia Saudita, Tuchia) per alimentare guerre dirette e per procura. Io però non vi accuso di essere pro-Arabia Saudita o pro-Qatar; voi mi accusate di essere pro-Assad. Io non scrivo articoli dal titolo “storie di ordinaria monnezza” in riferimento a voi; voi lo fate rispetto a me. Quanto alle peonie e gerani citati da alcuni, vi invito a lavorare, come cerco io di fare da decenni, a livello locale e globale, per un altro paradigma sociecologico – davvero equo e solidale, senza privilegiati e senza sfruttamenti – che eviterebbe le guerre geostrategiche.
Aggiungo anche: come mai chi si opponeva alle due guerre all’Iraq (1991 e 2003), a quella del Kosovo e a quella in Agfhanistan non era oggetto di tali attacchi? Nessuno, se non da destra o dal centro o da parte dei governi interessati, ci accusava di essere pro Saddam, pro Milosevic, pro Talebani. Tutto è cominciato con la Libia.
E’ poi vergognoso calunniare delle persone in questo modo sapendo che non potranno MAI difendersi perché “calunnia, calunnia, qualcosa resterà”. Come per le menzogne che portano alle guerre, anche se poi vengono smetite, la smentita non circola mai. E’ lo stesso, infernale, meccanismo.
Una sola domanda a proposito delle infamie che affollano questo sito contro Marinella Correggia e i (pochi) altri compagni, che sfidando la valanga di menzogne che oggi (come ieri per la Libia, l’Iraq, la Iugoslavia…) riversano tutti i mass media osano protestare contro una ennesima guerra e il Governo Monti che la sta pianificando.
Ma voi ai tempi della guerra all’Iraq eravate in piazza a protestare? O stavate chiusi da qualche parte per paura che vi identificassero come gli “amici di Saddam”?
Francesco Santoianni
Caro Francesco, il “dove eravate voi quando…” lascialo a casa. Questo blog non è parte di quel mondo in cui a un certo punto esce fuori uno e dice: “dov’eri tu quando”. Se hai qualcosa da dire sul post dillo, altrimenti ti rubrico fra i simpatici e rumorosi facitori di fuffa. Anche al tempo dell’Iraq il pacifismo arrivò in grosso ritardo, ti ricordo. In ogni caso io ero qui molto tempo fa, e parlavo anche di Siria. Se invece di fare le difese d’ufficio cerchi sotto la parola “siria” capirai, sempre che a te interessi capire. Per la cronaca la prima manifestazione pacifista a cui partcipai data 1982. Ma questo è un dettaglio che, caro Santoianni, ti dò in pasto se vorrai continuare a generare contenuti secondari.
E per farvi depurare dalle infamie contro la splendida Marinella Correggia che affollano questo sito, un fioretto.
Un appello dei cristiani di Homs appena pubblicato sul sito di Marinella: http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=393
Evviva
Ti posto un commento che ho trovato su FB riguardo a questa iniziativa:
Fouad Roueiha
può la riconciliazione nazionale in Siria avvenire all’ombra di striscioni con i volti di Assad e Nasrallah? Personalmente ho più di un dubbio, che hanno offuscato la mia gioia nel leggere di un incontro interconfessionale della società civile avvenuto a Homs proprio con il titolo “Mussalaha” (riconciliazione). La notizia era stata diffusa dall’agenzia Fides (http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39288), un agenzia missionaria che finora non si è distinta per l’imparzialità o la precisione dell’informazione offerta sulla Siria, ed è stata ripresa dalla gran parte dei siti di sinistra che sostengono la teoria del complotto imperialista ai danni del “legittimo” regime siriano. Nel video che vi linko si vedono le foto di Assad e Nasrallah di cui facevo cenno…la prossima volta che sento di iniziative volte a riavvicinare le varie componenti del mio popolo, iniziative assolutamente necessarie e lodevoli, spero di non dover costatare che si tratta della solita operazione di facciata del regime, come questa purtroppo appare.
مؤتمر مصالحة في حمص
http://www.youtube.com
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=21OJF7p8mtM#!
Gentili signori, conosco Marinella Coreggia, abbiamo militato insieme in un associazione pacifista e alterglobalista per anni. La statura morale di Marinella è qualcosa che non si può mettere in dubbio, lo sa chiunque la conosce. E’ una donna integerrima, di sani principi, conosce a fondo le varie rivoluzioni colorate iniziate in Serbia e poi via via allargatesi nell’Est europeo. Conosce bene la realtà iraqena, prima e dopo saddam, è stata inumerevoli volte lì facendo progetti di soliderietà con la devastata situazione iraqena. Mi fido completamente di lei e tutte le vostre obbiezioni che partono da comoda casa italiana non valgono quanto una mezza frase detta da Marinella.Buona serata.
Buon per lei. Continui a fidarsi. E sulla retorica della casa itailana mi chiedo da quale tugurio di quale sfortunato paese tu stia scrivendo. E dove sia di casa Correggia, che non mi risulta essere sotto le bombe di Homs.
State censurando il mio commento da ieri. Ve lo rimando. correggia Il tuo commento è in moderazione.
Con molta arroganza maschile sparate attacchi incredibili su di me pur non conoscendomi, tanto da dover copiare da un link internet una mia parziale anche se corretta biografia relativa a uno dei miei libri.
E’ ridicolo se non fosse tragico che anche qui si ripetano come vere delle bufale già smentite (e informatevi: non sono solo io che ho fatto quei commenti su Houla; poi li hanno fatti gli stessi osservatori Onu!! e poi il reportage del Frankfurter Allgemeine Zeitung interfvista le famiglie e arriva a una conclusione diversa dalla vostra, presa pari pari dai bollettini del Sohr o del Cns.
E’ grave che persone ben stipendiate per la loro attività di ricerca o giornalistica e non certo da strutture “rivoluzionarie” avanzino dubbi su di me che invece sulla questione della guerra con menzogne lavoro dal 1991 gratis, anzi sottraendo tempo (moltissimo) e denaro al mio lavoro. Preciso anche che i miei articoli sono gratuitamente in giro in rete, non so chi li riprenda. E’ evidente che non siete sereni nel giudizio e che non prendete affatto le distanze da chi soffia sul fuoco (e fra questi anche “alleati” impresentabili come Qatar, Arabia Saudita, Tuchia) per alimentare guerre dirette e per procura. Io però non vi accuso di essere pro-Arabia Saudita o pro-Qatar; voi mi accusate di essere pro-Assad. Io non scrivo articoli dal titolo “storie di ordinaria monnezza” in riferimento a voi; voi lo fate rispetto a me. Quanto alle peonie e gerani citati da alcuni, vi invito a lavorare, come cerco io di fare da decenni, a livello locale e globale, per un altro paradigma sociecologico – davvero equo e solidale, senza privilegiati e senza sfruttamenti – che eviterebbe le guerre geostrategiche.
Aggiungo anche: come mai chi si opponeva alle due guerre all’Iraq (1991 e 2003), a quella del Kosovo e a quella in Agfhanistan non era oggetto di tali attacchi? Nessuno, se non da destra o dal centro o da parte dei governi interessati, ci accusava di essere pro Saddam, pro Milosevic, pro Talebani. Tutto è cominciato con la Libia.
E’ poi vergognoso calunniare delle persone in questo modo sapendo che non potranno MAI difendersi perché “calunnia, calunnia, qualcosa resterà”. Come per le menzogne che portano alle guerre, anche se poi vengono smetite, la smentita non circola mai. E’ lo stesso, infernale, meccanismo.
Allora: io non ti accuso di essere pro-assad, ma di prendere come valide le veline del regime siriano. E ti chiedo di esercitare la critica su tutte le fonti. Sempre che tu sia davvero interessata a fare controinformazione. Se eserciti il “cui prodest” all’inizio di un’analisi e non alla fine ritengo che tu stia facendo propaganda, anche magari involontaria, perché un metodo “scientifico” di qualsiasi genere presuppone un’analisi PRIMA del “cui prodest”. Poi ti faccio notare che il tuo articolo contiene delle contraddizioni in termini, è un fatto di logica. Quanto all’articolo del FAZ ti rimando a questo link, vedi un po’ tu cosa puoi trarne (http://www.ayyam.org/english/?p=484). Io ho firmato un appello in cui si rifiuta l’intervento armato, di qualsiasi genere, e questo per me basta, non devo dimostrare con iperboli o parabole alcunché. Uso una terminologia che può dare fastidio, ma la sostanza non cambia. Su Turchia, Qatar e Arabia Saudita ti invito a fare un ricerchina su questo blog: capirai che parlavo di al-Jazeera, Arabia Saudita, Turchia, Qatar etc. etc. ben prima che scoppiasse la guerra in Libia. E allora c’era chi mi tirava pietre. E, lo ripeto per la ventesima volta, ho parlato di jihadisti in Siria per primo, in Italia (confrontate le date). Io, però, a manifestazioni come quella del 16 giugno non ci vado, nemmeno per sbaglio, e nemmeno mi metto al “margine”. Magari questa è l’occasione per spiegarci perché, invece, tu ti mischi con personaggi che notoriamente appartengono al’estrema destra italiana in un contesto chiaramente pro-Asad. E perché citi a profusione fonti iperdestrorse. Sono “controinformazione”?
Non ho parole. Ci sono persone che si nutrono di menzogne, infamie, prese di distanza, diffamazione e probabilmente mettono su anche qualche chilo.
Sarò brevissima.
1)Ho letto che qualcuno sostiene che gli Usa non vogliono intervenire, ma i funzionari del Pentagono hanno detto che interverranno a favore del cosiddetto Esercito libero siriano, la questione è solo “quando”;
2) leggetevi il reportage del giornale tedesco Faz da Houle e vedrete che la disamina di Valerio è destituita di fondamento.
Riguardo al punto 1 non so che dirti. Se dai qualche informazione in più, magari, riusciamo a capirci meglio.
Riguardo al punto 2: http://www.ayyam.org/english/?p=484
Caro signor Lorenzo, secondo me lei si è perso qualche puntata e questa cosa o le è successa da piccolo e tutto si giustifica o le è successa adesso.
Possibile che non riesca a capire che lei non si è messo dalla parte di un venditore ambulante che vende frutta e verdura a cui viene sequestrato il carretto che usava per sfamare la famiglia: lei signor Lorenzo si è messo dalla parte di ambulanti si, ma che vendono armi a camionate per toglierlo il pane alle famiglie. Tranne ad alcune fra cui la sua, posso solo immaginare.Non mi so spiegare come si possa negare quanto successo a Houla che è stato documentato, o tutti i video che dimostrano che gli oppositori avevano parecchio tempo prima tank, rgp, razzi,e da almeno una settimana anche missili. Crede davvero che i bunker svizzeri le saranno sufficienti? Bhe, allora la consoli il fatto che siete in tanti, troppi e pericolosi ad avere perso qualche puntata da piccoli.
Fammi vedere i carri armati dei ribelli e poi ne riparliamo.
Sulla Svizzera non colgo.
Da piccolo ho perso parecchie puntate, è vero.
Anche quella in cui il personaggio principale si ingarellava in una asfittica discussione sul nulla con un semi-troll delirante..
Chi come lei della cultura costruisce muri invece di ponti e usa la propria vita come strumento di morte ha deciso dare una mano a far tornare indietro le lancette dell’orologio dimostrando di non aver capito a cosa serve la cultura nè a cosa serve la vita,tantomeno a cosa serve la storia.
Qualsiasi contadino di qualsiasi continente di qualsiasi tempo te lo potrebbe spiegare bene.
Vale, immagino tu sia una contadina.
O, a me non mi stipendia proprio nessuno. E neanche censuro nessuno, a meno che non riempia di insulti me o qualcun altro. Sotto a questo blog ci sono 2000 post, nessuno è mai stato censurato. State calmi. Ero fuori. Marinella, ti invito a rileggere le fonti, se sei in buona fede, e di rivedere le tue affermazioni. Quanto a chi crede ciecamente in Correggia faccia pure, buon per lui. Riguardo agli insulti: rido.
Il gestore di questo blog dice che non è vero che ha censurato il mio commento per giorni: “era fuori”. Se era fuori, com’è che negli stessi giorni in cui non pubblicava il mio commento, ne pubblicava altri inviati in contemporanea o dopo? E ugualmente per un po’ ne ha censurati altri? Va beh. Comunque inviterei voi a rivedere le vostre fonti. Come ho già cercato di spiegarci ma invano, io NON faccio che confrontare le contraddizioni di media/onu/ong e di far rilevare la parzialità e non verificabilità delle loro fonti; come hanno già fatto molti altri all’estero, senza scandalo. Su Houla il link che il gestore di questo blog cita è proprio paradigmatico: al solito le “fonti” sono “attivisti” che “parlano in nome degli abitanti di Houla” e che dicono che “l’esercito libero siriano sono i nostri fratelli”. E dicono che gli abitanti dei villaggi sono al 100% sunniti. In realtà delle tre famiglie sterminate, una era di un parlamentare non certo pro opposizione, e le altre due di sunniti convertiti allo sciismo. Ci sono anche dei cavaderi tasportati da altre aree e un articolo del Die Welt spiega altri dettagli. Ma è un dialogo fra sordi, me ne sto accorgendo da tempo. E poiche si usino certi toni, è assai indicativo. Comunque è chiarissimo: i social network aiutano le guerre, dirette e per procura. O quantomeno incatenano le persone al computer invece di farle uscire per strada a protestare contro la propaganda. Nel caso libico è stato chiarissimo.
Nessuno qui dice che le fonti sono imparziali. Nessuno l’ha mai detto. Ho dato un link perché si confrontassero le fonti. Potrei dare anche i link a tutte le testimonianze ma, perfavore, cercatele voi, ce ne sono un bel po’, e casomai possiamo anche farne una critica. La periodicità di questo blog non esiste, è un blog. Se sono fuori per fatti miei non sono tenuto a dirlo a Marinella Correggia né a nessun altro. Ho latitato per 7 giorni, più o meno, una volta ri-loggato ho autorizzato tutti i commenti che ho trovato, assicurandomi che non vi fossero insulti rivolti a me o a qualcun altro. Questo è quanto. E ora passiamo al dialogo fra sordi: se qualcuno, a gratis, mi accusa di censurarlo, io spiego cosa è successo. Se questo qualcuno continua a mettere in dubbio la mia buona fede, in presenza della pubblicazione del suo commento, il sordo è lui. Il gioco del vittimismo è fastidioso, se volevo censurare Correggia avrei potuto farlo, bastava un click. Invece ho pubblicato tutto, anche i doppioni. Bit canta. Se qualcuno ha bisogno di farsi vittima per i suoi scopi qui non trova appigli, sia chiaro. Sui toni: ripeto che questo è un blog, ho sempre usato questi toni, con Correggia come con Sartori, in base al mio stato d’animo. Se qualcuno mi vede come un qualcosa di istituzionale e/o strutturato è un problema suo. Un blog non è un giornale, se non si capisce questo mi sa che siamo fuori strada. Io utilizzo questo strumento per scrivere “appunti e note” e, eventualmente, ne utilizzo altri, digitali o meno, per scrivere “articoli”. Comunque: se ci dai i link agli articoli che citi per farci avere un’idea saremmo contenti, avremmo più strumenti per capire cosa è successo. Infine: a prescindere da quello che scrivo, io non vado in strada a protestare contro la propaganda che ritengo essere l’effetto collaterale, purtroppo normale, in uno stato di guerra/agitazione. Io vado in strada, nel caso si riesca a organizzare, per chiedere una soluzione pacifica al conflitto siriano e per il non-intervento di forze esterne, dagli Stati Uniti alla Russia, passando per tutti gli altri attori internazionali che lavorano CONTRO il POPOLO siriano (Arabia Saudita, Iran, Turchia, Qatar etc.). Questo è il motivo per cui NON sono andato a piazzale Ostiense (organizzato da opposizioni che non erano contro a un intervento esterno), né di fronte all’ambasciata siriana (in solidarietà col regime di al-Asad).
Non sento niente, cari Santoianni e Correggia. Non sento niente. Non arrivano commenti.
E allora riposto:
Fouad Roueiha
può la riconciliazione nazionale in Siria avvenire all’ombra di striscioni con i volti di Assad e Nasrallah? Personalmente ho più di un dubbio, che hanno offuscato la mia gioia nel leggere di un incontro interconfessionale della società civile avvenuto a Homs proprio con il titolo “Mussalaha” (riconciliazione). La notizia era stata diffusa dall’agenzia Fides (http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39288), un agenzia missionaria che finora non si è distinta per l’imparzialità o la precisione dell’informazione offerta sulla Siria, ed è stata ripresa dalla gran parte dei siti di sinistra che sostengono la teoria del complotto imperialista ai danni del “legittimo” regime siriano. Nel video che vi linko si vedono le foto di Assad e Nasrallah di cui facevo cenno…la prossima volta che sento di iniziative volte a riavvicinare le varie componenti del mio popolo, iniziative assolutamente necessarie e lodevoli, spero di non dover costatare che si tratta della solita operazione di facciata del regime, come questa purtroppo appare.
مؤتمر مصالحة في حمص
http://www.youtube.com
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=21OJF7p8mtM#!
che mi dite? Cosa rispondete? Come funziona? Io sono un censuratore cattivo e denigratore con aggressività maschile e voi potete rispondere come e quando volete dopo aver gettato fango su di me e sul mio lavoro?
Valee, Marinellaaa, Francescoo, Linaaa.
Dite qualcosina, su.
Da una settimana manco, sapevo infatti che il signor Dechlich era in ferie…vedo invece che ci sono stati molti commenti.
Stesso tono, contenuto e persone che discorrevano con me su questo sito: http://giulianasgrena.globalist.it/Detail_News_Display?ID=23141 (leggere attentamente i commenti).
Avrei una domanda da fare, mi piacerebbe avere per una volta una risposta chiara:
perché la signora Correggia e tutti i suoi difensori non rispondono mai in merito alle questioni sollevate, la difesa d’ufficio è sempre la stessa “Marinella è un’ottima persona, gli attacchi che le vengono fatti sono indegni”…e via su questo tono.
Ho avuto già modo di dire che, per quanto ne so, la signora Correggia può anche essere una degnissima persona, impegnata seriamente nella pace, ma è possibile vedere nelle critiche legittime a quanto scrive non attacchi personali? é possibile avere risposte precise a domande lecite e non difese d’ufficio?
Se la risposta è affermativa qui ci sono molte domande serie che attendono ancora risposta (non attacchi): http://giulianasgrena.globalist.it/Detail_News_Display?ID=23141
Se invece la risposta è negativa, non si gridi al complotto e alla diffamazione ricorrendo alle solite difese: http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/8428-rete-no-war-solidarieta-a-marinella-correggia.html
E termino, è ipocrita gridare agli attacchi personali e dichiararsi pacifisti, quando per primi si attacca un appello per la pace: http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=359
Vorrei infine, da tignoso come sempre, fare una correzione a quanto dice la signora Correggia, che dimostra sempre (proprio nei piccoli dettagli), di conoscere poco su quanto scrive.
A proposito di Houlè (al-Hula), dice, che una delle famiglie sterminate era sunnita ma convertita allo sciismo (?!?!).
1) non ci si converte diventando sunniti o sciiti, ma ci si converte genericamente all’Islam, scegliendo poi a quale confessione appartenere, ma si tratta di una cosa personale
2) escludo che in Siria, qualche sunnita si converta allo sciismo (magari al Cristianesimo), spiego il motivo, i gruppi sciiti in Siria sono per lo più Alawiti, Ismailiti (o Drusi, ma non si diventa Drusi, si nasce e basta), questi due gruppi ritenuti sciiti, in realtà si sono formati in modo sincretico, al loro interno vi sono elementi del cristianesimo e dello zoroastrismo.
Alawiti e Ismailiti credono addirittura nella reincarnazione.
Vi sono fenomeni di conversione da una religione ad un’altra, peraltro molto rari in ambito rurale, perché osteggiati dalle comunità, devo dire che se ad Houlè (villaggio sunnita) vi è stata la conversione di una fam. sunnita (di 100 persone) che ha aderito alle sette sciite alawite o ismailite, beh è un fenomeno che va studiato (in Siria) in cui si è imbattuta solo la signora Correggia.
Certo è vero gruppi di estremisti religiosi vessati dal regime, si stanno accanendo contro la minoranza alawita, ci sono fenomeni di questo tipo purtroppo, come è vero che in un anno e mezzo il regime ha ucciso 15.000 persone (molte donne e bambini), bisogna guardare da tutte le parti e non solo le notizie che avvallano le nostre idee signora Correggia.
Rimanendo ad Houlè come ad Haffè l’unica certezza (al di la delle conversioni…), è che si tratta di villaggi sunniti in un’area a maggioranza alawita, a volte la realtà è molto semplice.
Il perchè i sunniti di Rastan (della brigata al faruk o di bande varie) debbano attaccare solo i villaggi sunniti come ad esempio Haffè in un’area alawita, è un bel “cui prodest”.
Ultimissima cosa, signora Correggia stia attenta con Vox Clamans, citandola lei dice: “In 24 ore cento sunniti sono stati massacrati a Tal Daw (Houlé), alaouiti sono stati massacrati a Shiphonyieh, ismailiti a Salamyeh e cristiani a Qusyar”…riguardo agli Ismailiti di Salamiyyah confermo, ma sono stati uccisi dall’Amin (servizi di sicurezza), me lo dicono gli amici di Salamiyyah.
Riguardo ai cristiani la rimando a quanto dice il nunzio apostolico: http://www.sirialibano.com/siria-2/il-nunzio-apostolico-i-cristiani-in-siria-non-sono-bersaglio-piu-di-altri.html
Riguardo ai sunniti di Houlè…ma non erano sciiti?
Qualche giorno fa consigliavo alla signora Correggia di fare attenzione alle sue fonti, Fides è una di queste…:
http://ilmondodiannibale.globalist.it/Detail_News_Display?ID=26715#.T-rkEQAiADw.facebook
Be’, questa è roba forte… la rimando qui sotto:
Siria: il Vaticano smaschera falso vescovo
La disinformazione sulla Siria è passata anche attraverso i sacri palazzi. Falsi vescovi che inventavano storie su Homs, patriarchi al servizio della polizia.
redazione
mercoledì 27 giugno 2012 11:03
Esclusiva/Il Mondo di Annibale-Globalist
Il tentativo di diffondere informazioni patacca su al qaida e su presunte persecuzioni cristiane in Siria per avvalorare il sostegno al regime di Assad, ha sfruttato anche i canali informativi legati alla Santa Sede. Ma in questi i giorni alcuni tentativi sono stati smascherati proprio all’interno del Vaticano. Siamo in grado di raccontarvelo in questa nota.
Monsignor Philip Tournyol Clos, sedicente vescovo cattolico citato dall’agenzia di stampa vaticana Fides come testimone dei massacri di cristiani ad Homs, non e’ un vescovo, non fa più parte della gerarchia cattolica, non e’ mai stato ad Homs e racconta cosa che non hanno riscontro.
Lo chiarisce il Vaticano per il tramite dell’organizzazione Roaco (Riunione delle Opere in aiuto alle Chiese orientali), cioè gruppo di sostegno ai cristiani d’Oriente riunitosi pochi giorni fa a Roma insieme a Benedetto XVI, a diversi rappresentanti e vescovi delle chiese del Medio Oriente, nonché ad esponenti della diplomazia vaticana presente nella regione, compreso il nunzio a Damasco. I termini della presa di distanza da monsignor Clos sono stati perentori, come anche la convinzione che il patriarca melchita Gregorio III, circondato da persone pagate dal regime, si esprima in termini non molto diversi per effetto della disinformazione.
Nel corso dell’incontro si e’ fatto presente che indubbiamente in Siria si sono infiltrati elementi legati al fondamentalismo islamico e violenti, ma la stragrande maggioranza degli insorti non lo sono e dimostrano quotidianamente solidarietà e vicinanza alla popolazione cristiana. Questo quello che è accaduto ni Vaticano. Resta da capire come mai un’agenzia quale la Fides, espressione della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, sia potuta cadere in un simile infortunio. Anche perché il dicastero da qualche tempo è stato posto sotto la guida del cardinale Fernando Filoni, che del Medio Oriente ha una certa conoscenza. La testimonianza del falso vescovo è finita su decine di siti internet in tutto il mondo alimentando lo scenario smentito ripetutamente dalla Santa Sede di un conflitto siriano nel quale sono coinvolti i cristiani in quanto minoranza religiosa. Si tratta di una lettura infondata e smontata da numerose e autorevoli fonti ufficiali e non.
Il fatto, grave, in questo caso, è che nel corso della riunione dei vertici ecclesiali sul Medio Oriente l’intero racconto del fantomatico monsignor Philip Tournyol Clos, è stato oggetto di una presa di distanza netta. Resta il fatto che la teoria dello scontro di civiltà e del sostegno a dittature efferate troppo spesso diventa un automatismo ideologico al quale si fa facilmente riferimento, mentre la realtà ha altre facce e altre storie da raccontare.