Primavera afghana
Fin da tempi remotissimi nelle aree che oggi sono Afghanistan (e limitrofe) qualsiasi attività che abbia a che vedere con la guerra si ferma in inverno e riprende in primavera.
Al di là delle motivazioni ufficiali della nuova offensiva dei Talebani in Afghanistan la realtà dell’attacco su Kabul è legata alla praticabilità del conflitto armato in condizioni climatiche accettabili.
Questo attacco è più violento di altri, e ciò significa soltanto che le truppe occupanti, nonostante gli sforzi veri o presunti, continuano a perdere terreno, cosa che si verifica regolarmente a partire dall’inizio della nuova guerra afghana, dopo il primo impatto “vittorioso”.
La regola della guerra afghana vuole che tra un po’, un anno o due, le truppe di occupazione se ne andranno via lasciando il paese nel caos che hanno contribuito a generare. Né più né meno di quanto successe in passato con i sovietici.
La regola della guerra afghana vuole che l’asimmetria delle forze dispiegate sul campo venga prima piegata e poi annullata attraverso un lavorìo di operazioni belliche commisurato alla potenza del fuoco dell’avversario.
In altre parole in Afghanistan non si smette mai di fare la guerra a una qualsiasi forza di occupazione. Chi vi si oppone mette in atto strategie di opposizione di fuoco ben proporzionate.
In breve, è solo una questione di tempo. Se non vai in Afghanistan per restarci prima o poi te ne andrai inseguito dalle bombe.
https://in30secondi.altervista.org/2012/04/16/offensiva-di-primavera/In 30 secondiafghanistan,guerra,talebani
(ed in realtà anche se ci vai per restarci, non ho molto tempo per occuparmi della questione ma ho appena incominciato a leggere Daniel R. Headrick, Il predominio dell’Occidente. Tecnologia, ambiente, imperialismo, ed. il Mulino, 2011, che consiglio per un’ulteriore chiave di lettura in una prospettiva di lungo periodo).