Haqqani, Stati Uniti, Talebani
Jalaluddin Haqqani è sempre stato uno di quei mujahidin afghani che ha fatto sempre quello che gli tornava utile, un po’ come Gulbuddin Hekmatyar.
E anche, per fare un esempio recente, come il “contatto afghano a Kandahar” superforaggiato dagli americani, il Generale Abdul Raziq che oggi si scopre essere un corrotto contrabbandiere colpevole, probabilmente, di orribili massacri (vedi qui), e che domani — se tanto mi dà tanto — potrebbe non esserne più tanto amico.
Fu foraggiato dalla CIA quando si mise a combattere contro i sovietici e protesse e supportò Osama bin Laden.
Nel 1995 si alleò coi Talebani.
E rimase amico di Osama, immagino, laddove i Talebani alla fine degli anni ’90, come dimostrano i cable di Wikileaks (vedi ad es. qui) si dimostravano dialoganti rispetto al problema. I Talebani avevano molti contatti e appoggi in Arabia Saudita e gli americani attraverso i loro referenti in quel paese cercavano di far pressione sui Talebani per stanare Bin Laden.
A un certo punto i Talebani dichiararono di non supportare il terrorismo e di non voler dare rifugio a Bin Laden (vedi qui).
Mentre gli Haqqani mai disseno alcunché né furono interprellati al riguardo.
Poi sembra che Karzai propose a Jalaluddin di diventare Primo Ministro, ma lui rifiutò.
Si mise insieme all’ISI, il servizio segreto pakistano (vedi questo interessante articolo).
Adesso che i rapporti degli americani col Pakistan non risultano essere più così floridi, esce fuori che secondo i comandanti militari americani il “network” Haqqani (suo figlio Sirajuddin ha una milizia di 15.000 uomini stanziati nel nord del Waziristan) è il pericolo n. 1 in Afghanistan (vedi qui un recente studio sul network).
E gli americani pensano di inserire il network nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Tutta la vicenda ci ricorda che:
- nessuno è mai riuscito a nessuno riuscirà mai a conquistare l’Afghanistan per un tempo sufficiente a far sì che la conquista possa definirsi tale;
- nessun leader militare afghano ha mai dimostrato di tenere una parte se questa parte non torna comoda a lui in quel momento.
Comunque ecco la nuova strategia americana in Afghanistan: pensano di parlare coi i “Talebani buoni” in Qatar emarginando gli Haqqani, amici dell’ISI.
Vedremo cosa succede, a me non sembra un’ottima idea.
Quanto a noi se iniziassimo a togliere l’etichetta di “Talebani” a tutti i signori della guerra afghani forse arriveremo a capirci qualcosa di più.
https://in30secondi.altervista.org/2011/10/10/haqqani-stati-uniti-talebani/In 30 secondiafghanistan,gulbuddin hekmatyar,haqqani,isi,Jalaluddin Haqqani,osama bin laden,pakistan,sirajuddin haqqani,stati uniti,talebani
Credo sia stato Churchill a dire “si può sempre contare su che gli americani facciano la cosa giusta, una volta esaurite tutte le altre possibilità”