Le antiche moschee di Livorno
In Islam italiano di Stefano Allievi leggo che Livorno nel ’600 contava ben 4 moschee per gli schiavi musulmani, che in questa città erano particolarmente numerosi.
Si cita dalla relazione di viaggio di un frate siciliano di passaggio a Livorno:
la Moscova dei Turchi quale è una piccola casa, nella quale i Turchi non entrano se non a piedi scalzi e ben limpi d’ogni sporchezza, in cui vi è una cattedra con due scale, il libro del suo Alcorano ed altri libri della sua legge, in una parte vi sta indorata una cappa, in altra un trobante e altre coselle quali sono da loro adorati e quivi facciono i loro esercitii della loro maumettana legge. Questa moscova gli si permette perché anche i Turchi permettono ai Christiani nei loro bagni il fare le loro segrete chiese.
(Allievi S., Islam italiano, Einaudi, Torino 2003; p. 110 e segg.)
Mi pare molto illuminante circa i tempi (e i luoghi, a un passo dal Papa) non sospetti in cui venne fatta questa mirabolante concessione.
https://in30secondi.altervista.org/2010/12/03/le-antiche-moschee-di-livorno/Mille moscheeislam,italia,livorno,moschee
Oggi invece la storia è molto, molto più complicata.
Non si parla più di “schiavi”, almeno ufficialmente. Ma la moschea a Livorno c’è chi non la vuole proprio.
http://infosannio.wordpress.com/2010/09/13/livorno-no-alla-moschea-regaleremo-salumi-e-carne-di-maiale/
Sarà stata anche ad un passo dal Papa, ma quella è la città della Costituzione Livornina di Ferdinando I, invito alla residenza esteso “a tutti Voi Mercanti di qualsivoglia Nazione, Levantini, Ponentini, Spagnuoli, Portughesi, Grechi, Tedeschi, Italiani, Ebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani” che garantiva anche la libertà di culto, ma di quegli anni si ricorda solo Lepanto :-)
Mi delurko per farti i complimenti per il blog, sei una lettura fissa per me.
Grazie Claudio, gli attestati di stima fanno sempre bene. E grazie della citazione, veramente interessante.
Se è per quello, scorrendo le carte dell’Inquisizione pisana si trovano numerosi casi di cittadini livornesi e anche di religiosi cattolici della città che avevano rapporti stretti con gli oltre duemila schiavi musulmani presenti nei primi decenni del secolo: scambi di idee, lavori prestati a domicilio, richieste di fatture e stregonerie (più potenti di quelle normali fatte dai maghi cristiani proprio perché fatte da “infedeli”, in contatto col demonio); per non parlare del fatto che il giuramento “more turcarum” era ammesso nei processi con la stessa validità di quello fatto sui Vangeli. Ma intendiamoci, non era certo cortesia o sensibilità multiculturale: dalla citazione che riporti, così come da molte altre fonti, si intuisce che queste “libertà” erano il frutto di un meccanismo di reciprocità/rappresaglia che costringeva le potenze cristiane a non maltrattare i prigionieri musulmani solo per evitare che ai prigionieri europei nel maghreb non succedesse lo stesso.
E’ anche vero che si dava per scontata, in alcuni casi, la “necessità” di dare “almeno” un luogo di culto a queste persone. Forse non c’erano i problemi di urbanistica che abbiamo adesso…
a questo punto, raccogliendo tutto il dossier sulle “antiche moschee”, si potrebbe fare una proposta direttamente al ministero dei beni culturali: censire le “antiche moschee” italiane ed europee, proporre di restaurarle in quanto patrimonio storico e poi ridarle in gestione alle comunità islamiche locali. Sarebbe un progetto di alto profilo civile e culturale, teso a recuperare un patrimonio storico di tolleranza,oltre a generare posti di lavoro qualificati e cultura “buona”.
Ci facciamo promotori della proposta?
D
A parte gli scherzi, sarebbe un’idea meravigliosa. Peccato che nella maggioranza dei casi o non è rimasta pietra su pietra (a Livorno tutto ciò che rimane del Bagno degli schiavi è un muretto di fianco all’Archivio di Stato) oppure son diventate delle chiese (sicilia)…
Sotto alla cattedrale di Palermo c’è ancora la moschea di Palermo. E sotto la moschea di Palermo c’è la cattedrale di Palermo… (http://www.discoverislamicart.org/database_item.php?id=monument;ISL;it;Mon01;5;en). E’ così che vanno le cose :-)
Delusione… Appurato dal trafiletto riportato che anticamente “moscova” era usato per moschea, allora mi sono sparato la sega mentale che “Via della Moscova” a Milano potesse non essere riferito al fiume russo (come avevo sempre pensato) ma a una moschea che ci si trovava chissà quando. Beh, no, non è assolutamente un altro caso di tolleranza religiosa in tempi non sospetti, è proprio il fiume russo. Duh!
Bella questa chicca, molto interessante. Ah, la Livorno porto cosmopolita di una volta!