In decine di migliaia si presentano alla manifestazione indetta per “salvare” la rivoluzione egiziana.

E dall’Università islamica di al-Azhar fanno sapere che le fatwa saudite che esecrano le proteste di piazza sono “un grave errore”.

Intanto i militari modificano la legge sui partiti e ciò apre il vaso di Pandora delle aspirazioni di molti.

Il magnate Naguib Sawiris fa un nuovo partito (vedi anche qui, il Partito Liberale Egiziano – Hezb al-masriyyin al-ahrar) così come i seguaci di Gamal Mubarak, il figlio di Hosni e suo probabile delfino prima della rivoluzione del 25 gennaio.

E mentre Samir Zaher, il capo della lega calcistica egiziana, blocca il campionato a causa degli scontri avvenuti durante la partita di African Champions League Zamalek (Il Cairo) – Club Africain (Tunisi) – è finita 2-1 – i Fratelli Musulmani vivono un momento di fibrillazione:

  1. l’ex guida degli Ikhwan dichiara che anche un copto potrebbe guidare il nuovo partito (Libertà e giustizia);
  2. un gruppo di copti di Alessandria rifiuta l’offerta di entrare nel nuovo partito;
  3. i giovani Ikhwan si trovano sempre più lontani dai dirigenti attuali.

Negli ultimi tempi – e questa è una mia analisi – gli Ikhwan tentano di sostituirsi ad al-Azhar come polo autoritativo del sunnismo egiziano: tutte queste profferte ai copti sono state precedute da un incontro col Papa Shenouda III, la carica istituzionale dei copti egiziani.

Il loro posizionamento a me sembra ormai chiaro: demoislamici all’egiziana che faranno una sorta di compromesso storico con ampi spezzoni del vecchio regime, buoni legami con i demoislamici turchi, e una strizzatina d’occhio all’islamercato del Golfo.

Gli Americani, secondo me, non chiedono di meglio, anche perché a destra dei Fratelli spuntano le organizzazioni islamiche più radicali e battagliere.

In tutto ciò un dottore cita in giudizio due esponenti di spicco dei Fratelli Musulmani accusandoli di aver usato i soldi del Sindacato dei medici per fare le proprie battaglie politiche.

Quanto ai salafiti continuano a comportarsi complessivamente molto male:

  1. hanno bruciato un santuario sufi a Monufiya (alcuni vengono arrestati);
  2. un loro predicatore si scusa con el-Baradei per averlo definito un infedele;
  3. ad Alessandria chiedono più shari`a;
  4. distribuiscono volantini contro la democrazia.

Infine giunge la notizia che almeno 3.000 persone fra affiliati alla Gama`a islamiyya e la Jihad islamiyya potrebbero tornare in patria da Afghanistan, Cecenia, Bosnia, Somalia, Kenya, Iran  e Londra essendo decaduta la “lista nera” antiterrorismo che li riguardava.

Non elencherò tutti i rischi che ciò comporta e noto, soltanto, che tutto quello che succede in Egitto in questi giorni è dovuto all’introduzione di alcune libertà.

Riuscirà, l’Egitto,  ad avere una società civile in grado di avere il controllo sulle spinte violente e/o distruttive?

Non lo so. So che le risorse intellettuali ci sono e che c’è un intero campo politico da mettere a coltura, seppure in fretta e furia.

Indovinate quale.

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p.s. Ahli, Ahli, Ahlii!!

Lorenzo DeclichL'età della politica2011.01.25,al-azhar,al-gama’a al-islamiyya,calcio,egitto,el-baradei,fratelli musulmani,jihad islamica,naguib sawiris,politica,salafiti egiziani
In decine di migliaia si presentano alla manifestazione indetta per 'salvare' la rivoluzione egiziana. E dall'Università islamica di al-Azhar fanno sapere che le fatwa saudite che esecrano le proteste di piazza sono 'un grave errore'. Intanto i militari modificano la legge sui partiti e ciò apre il vaso di Pandora delle...