Libia, arriva il Ghibli
L’AMX Ghibli, è un bombardiere leggero (per missioni CAS in gergo) italo-brasiliano.
Tutto sommato un “brutto” aereo (forse la peggiore macchina tra F-16, Tornado e Typhoon, che compongono la nostra prima linea).
Non si chiama Ghibli a caso, porta il “glorioso” nome del Caproni Ca.309 Ghibli, un apparecchio progettato seguendo i consigli di Italo Balbo a metà anni ’30, come bombardiere-ricognitore coloniale in Libia.
Per questo ebbe un nome “libico”.
Il nome è stato riesumato dall’areonautica militare (i militari sono dei gran “romanticoni”), quasi come simbolo di un’epoca in cui l’areonautica italiana (un po’ anche grazie alla propaganda) era considerata una tra le migliori al mondo.
(inoltre il Ghibli è un’aereo molto amato dagli appassionati d’aviazione storica e modellismo, tra chi il regista d’animazione giapponese Miyazaki che ha chiamato Ghibli, in suo onore, la sua casa di produzione).
Corsi e ricorsi storici, Ghibli italiani tornano a volare missioni di guerra sopra la Libia.
Da oggi l’Italia (ufficialmente) partecipa ai bombardamenti in Libia, con almeno una ventina di apparecchi dell’areonautica, più alcuni della marina.
Cosa cambia?
Per la politica interna del nostro paese, forse, molto, sul campo ben poco.
Innanzi tutto ufficialmente noi non compivamo sortite offensive sulla Libia, però ufficiosamente quelli di oggi non saranno i nostri primi bombardamenti.
Cambiano il numero degli apparecchi coinvolti e i tipi di missione.
In secondo luogo non sarà una decina di bombardieri italiani a far cambiare l’esito degli scontri, visto e considerato che gli americani, Predator a parte, sembrano proprio intenzionati a rimanere fuori dai giochi.
Forse ci sarà un po’ più di pressione psicologica su Gheddafi.
In terzo luogo l’unico vantaggio sarà la disponibilità di qualche arma di precisione in più, visto che, posso capire che non ci crediate, le bombe stavano finendo.
I tagli allo spesa dello stato, cavallo di battaglia delle politiche neo-liberiste dominanti in occidente nell’ultimo trentennio, hanno in realtà colpito anche le forze armate (USA esclusi, ovviamente), forse in maniera meno dirompente rispetto a istruzione, ricerca o sanità. Però hanno effettivamente avuto un certo impatto, perchè il costo medio delle armi (ed in particolare delle bombe) è salito vertiginosamente. Quindi bombe “migliori” ma arsenali lillipuziani.
Il fatto che l’Italia si sia tolta i guanti e abbia cominciato a bombardare permette alla NATO-plus (4 nazioni non NATO sono coinvolte nella guerra) di disporre del nostro arsenale di costose armi di precisione, mentre, mettiamo, la Danimarca e gli Emirati Arabi Uniti le stanno esaurendo (o le stanno ordianando, la guerra, comunque, per qualche ditta è un affare).
P.S.
Oggi la Tunisia ha rilasciato i 105 soldati ed ufficiali libici che si erano rifugiati nel suo territorio dopo che i ribelli avevano conquistato Wazzin.
Questa è una grave violazione del diritto internazionale, infatti, in questo caso, i tunisini avrebbero dovuto internare i lealisti fino alla fine del conflitto.
Anzi, rilasciare i soldati che sconfinano entro il proprio territorio costituisce, ipso facto, una belligeranza.
Ormai il diritto internazionale sembra sempre più una faccenda per storici, una cosa che rimanda al XIX secolo…
Come del resto il rispetto della nostra costituzione (“l’Italia ripudia la guerra”… quando la mia maestra me la spiegò in 5 elementare mi sembrò una cosa bellissima, e soprattuto non equivocabile)
I combattimenti nel Gabel Nafusa intanto continuano, sopratutto attorno a Yefren (che sarebbe di nuovo nelle mani di Gheddafi) e Zintan.
Se qualcuno di voi avesse letto un solo articolo sulla stamapa italiana relativo alla guerra nel Gabel Nafusa potrebbe segnalarmelo?
Evidentemente deve esistere un qualche motivo se, sui giornali, non si parla di questo terzo fronte.
Su il primo (Brega e dintorni) nessuna nuova, i ribelli evidentemente aspettano di avere un vero esercito prima di tornare all’offensiva.
Sul secondo (Misurata) continuano i bombardamenti dell’artiglieria lealista, nel relativo disinteresse della NATO (forse qui i Tornado italiani si faranno vedere presto), mentre i ribelli hanno riconquistato quasi tutta la città (ma i lealisti non hanno mollato del tutto e provano ancora a riprendere il porto).
Le evacuazioni (cominciate con criminale ritardo) proseguono.
Comunque Misurata resta un inferno, con il numero dei morti e dei feriti che non accenna a diminuire, in uno stillicidio quotidiano disumano.
Mi unisco all’appello di En route! per la rapida evacuazione di “Baptiste”, il giornalista-bloggher francese ferito qualche giorno fa a Misurata.
https://in30secondi.altervista.org/2011/04/26/libia-arriva-il-ghibli/In 30 secondiguerra,libia
http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/04/26/AOCQ7ZP-gheddafi_bretagna_pressioni.shtml
In questo articolo del SecoloXIX l’argomento viene appena accennato “Le truppe fedeli a Gheddafi hanno esteso la campagna militare colpendo cittadine berbere sulle montagne occidentali.”
Forse il piano italiano è quello di salvare il salvabile, allo stato attuale delle cose il meglio che possiamo avere è una Tripolitania guidata dal colonnello ed una Cirenaica in mano ai ribelli del CNT di Bengasi.
In questo senso il nuovo fronte rimescola le carte in tavola, almeno per noi. Questo spiegherebbe il blackout informativo tutto italiano.
Usa,Gb e Francia puntano al cambio di regime puro e semplice. Noi cerchiamo di limitare le perdite, vorremmo congelare la situazione attuale.
Ma è solo un ipotesi, io non sono molto ferrato in dietrologia.
La divisione della Libia in due entità, effettivamente, è un’ipotesi di scuola che circola abbastanza in Italia.
Però è la classica ipotesi farlocca, perché è vero che l’unità della Libia deriva dal colonialismo italiano (ma già i turchi puntavano all’unificazione amministrativa di Tripolitania, Cireanica e Fezzan), ma i ribelli da un lato e Gheddafi dall’altro sono concordi nel volere una Libia unita e indipendente.
Insomma quasi un secolo di storia non è passato invano, ed hanno creato uno spirito di unità, forse persino meno contestato di quello italiano.
Ovvero o Gheddafi conquista Bengasi o il CNT coquista Tripoli.
Di pace tra le parti è impossibile parlare, al massimo si potrebbe pensare a brevi tregue, ma sarebbe già molto difficile. A maggior ragione se pensiamo che non tutto l’ovest è nelle mani di Gheddafi (Gabel Nafusa docet) e che la rivolta di febbraio ha riguardato quasi tutti i capoluogo di provincia della Libia; segno che il movimento è nazionale (anche se nel Fezzan, quasi disabitato, l’opposizione a Gheddafi viene per lo più da berberi e tuareg, particolarmente numerosi in quelle zone).
Quindi o vince il regime o vince il cambio di regime, altre alternative non ne vedo, anzi il piano di pace dell’UA mi sembra particolarmente velleitario e quasi scritto sotto dettatura di Gheddafi.
Come al solito la politica estera italiana non esiste, al massimo si prende come pretesto per crisi e polemiche superficiali.
Non credo che i ministri leghisti che non vogliono i bombardamenti sulla Libia sappiano qualcosa della Libia (fanno già fatica a conoscere l’Umbria e non hanno una tradizione di studi in politica estera), ma sembrano gli unici ad aver capito che questa guerra sarà lunga e costosa (per ora 250 milioni di euro al mese, contando solo le spese vive, ma credo che i costi possano facilmente raddoppiare, o anche triplicare se iniziassimo a fare le cose sul serio, per esempio rifornendo e finanziando i ribelli), se strillano è per altri motivi, non esclusi soldi e poltrone.
Grazie per l’articolo su Il secolo XIX, è proprio un accenno.
P.S.
Daniele era un po’ che non visitavo il tuo blog, complimenti per le foto.
è vero che nell’ultimo mese i ribelli hanno iniziato ad essere armati un po’ meglio, ma le spade e i giavellotti non li avevo visti nemmeno nelle prime settimane.
Dove hai trovato quelle foto?
Ah, ed esisterebbe anche un 4 fronte, di cui si parla ancora meno, l’estremo sud della Cireanica, è una zona praticamente disabitata, ma di facile accesso per i militari del Chad, che ormai sono belligeranti a tutti gli effetti.
Curioso che la diplomazia internazionale non dica nulla alle numerose nazioni africane che aiutano Gheddafi, un embrago alle armi? congelare qualche conto corrente? anche solo un richiamo degli ambasciatori potrebbe servire.
Dunque le foto le ho trovate in una galleria di 15 pagine, questa è la homepage http://epiclibyan.tumblr.com/ in questa pagina trovi il lanciatore di giavellotto http://epiclibyan.tumblr.com/page/5 fra le varie armi improprie c’è anche una pistola che spara razzi di segnalazione, non so quale sia il nome tecnico. Questa gallery a sua volta è stata segnalata su un profilo twitter che seguo http://twitter.com/#!/k_thos questo signore si è occupato di compilare alcune delle mappe che si trovano su http://libyafeb17.com/
Riguardo a questa strana guerra ancora non ho trovato una teoria dietrologica soddisfacente: è per il petrolio? ma Gheddafi lo vendeva. E’ il grande gioco in versione mediterranea? allora perchè gli americani partono convinti e poi cercano di sfilarsi?
Al momento la teoria più divertente è quella di mio zio, “a me tutta questa guerra mi sembra solo un’esercitazione per mostrare i loro nuovi giocattoli”. In effetti ci manca solo il televoto da casa per stabilire se è più figo il Gripen o il Rafale in questa guerra del ventunesimo secolo.
Aggiornamento:
Sul 4° fronte, quello del sud della Cireanica, sono continuati i combattimenti, oggi in particolra attorno a Cufra.
Se i Gheddafiani sfondano li son c4771.
@Daniele
Effetivamente a dietrologie valide siamo a zero.
Probabilmente l’intervento occidentale in questa guerra è cominciato senza un perché, forse è anche per questo che non abbiamo uno straccio di idea di come vincerla…