Il Santo Natale di Abu Dhabi
C’è chi, come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte, si scaglia contro le “iniziative multiculti” legate alle feste di Natale (vedi il Corriere sulla “Festa delle luci” a Cremona lo scorso anno).
Ma c’è anche chi, in un paese schiavista a stragrande maggioranza musulmana, spende 11 milioni di dollari per un albero con addobbo.
Siamo ad Abu Dhabi, il luogo è l’Emirates Palace Hotel:
L’abete, alto 13 metri, si trova nella hall dell’albergo ed è decorato con elementi in oro e argento. Ciò che rende così elevato il valore è l’insieme di collane, orecchini e altri gioielli che ornano i rami. Khalifa Khouri, titolare di Style Gallery, che ha fornito i corpi di abbellimento, dice che l’albero sfoggia tanti diamanti, perle, smeraldi, zaffiri e altre pietre preziose. L’opera potrebbe entrare nel Guinnes dei Primati. Questo è l’obiettivo di Hans Olbertz, direttore generale dell’Emirates Palace, che ha in programma di contattare i giudici per effettuare le opportune valutazioni. Il complesso ricettivo che lo ospita è una scelta per Re, un rifugio delle celebrità, un luogo dove scoprire il passato, vivendolo nel presente per traghettarlo al futuro, come memoria permanente di un’esperienza unica (fonte).
I fruitori sono quegli avventori che – nella mente dei gestori dell’hotel – per nulla al mondo rinuncerebbero alle loro tradizioni e alla loro identità.
Sì, all’Emirates Palace Hotel, il Natale è ancora Santo.
https://in30secondi.altervista.org/2010/12/17/il-santo-natale-di-abu-dhabi/Islamercatoabu dhabi,multiculturalismo,natale
Quante riflessioni interessanti si potrebbero fare su queste segnalazioni.
Forse varrebbe la pena di ricordare a tanti italiani che l’albero di Natale e’ si’ una “tradizione natalizia” ma non e’ un simbolo religioso. Purtroppo la confusione regna sovrana persino qua da noi dove recentemente se ben ricordo il vescovo di Milano (ahime!) ha avuto da ridire sugli addobbi in piazza del duomo e nessuno si e’ sognato di suggerirgli di pensare alla nativita’ di Gesu’ e lasciar perdere gli abeti.
Altra cosa interessante sarebbe quella di cercare di mettersi nei panni degli altri, e ad esempio fare l’esercizio di immaginare di vivere in Italia, dove pero’ il 90% della popolazione non e’ italiana. E vedere i nostri centri commerciali agghindati a festa non a Natale ma a date variabili in occasione di feste che non ci appartengono e conosciamo poco.