Il Qatar e i soldi ai salafiti egiziani
La commissione d’inchiesta istituita dal Ministero della giustizia egiziano per indagare su donazioni e aiuti finanziari entrati in Egitto negli ultimi sei mesi ha trovato che nel periodo indicato dal Qatar sono arrivati circa 20 milioni di euro (181 milioni di lire egiziane) con destinazione una organizzazione salafita, gli Ansar al-sunna al-muhammadiyya.
Lo scrive Roz el-Yosef il 2 settembre scorso, aggiungendo che le somme sono entrate in maniera irregolare nel periodo di caos seguito alla rivoluzione del 25 gennaio.
Il 28 dicembre 2010, prima della rivoluzione, il sito degli Ansar al-sunna al-muhammadiyya aveva pubblicato una fatwa in cui si invitava a “far scorrere il sangue” di Muhammad el-Baradei, colpevole di incitare alle sedizione “invitando la gente a ribellarsi”.
20 milioni di euro sono tanti. Anche in considerazione delle difficoltà che trovano le organizzazioni non governative egiziane a ricevere fondi dall’estero.
Si veda ad esempio la controversia sulla distribuzione dei 40 milioni di dollari americani destinate “alla società civile”.
Non sarà ora di ragionare un po’ meglio su quella perla d’Occidente che è il Qatar?
https://in30secondi.altervista.org/2011/09/05/il-qatar-e-i-soldi-ai-salafiti-egiziani/L'età della politicaansar al-sunna al-muhammadiyya,egitto,el-baradei,qatar,Roz el-Yosef,salafiti,salafiti egiziani
Ma, sopratutto, non sarà il caso che le grandi organizzazioni politiche, a partire da partiti e sindacati, della sinistra internazionale, non inizino a chiedersi se non è il caso di aiutare i loro “compagni” del resto del mondo?
(non servono solo soldi, che non ci sono)
Oppure li vogliamo lasciare in balia del capitale petro-dollaroso e se poi finisce male è solo colpa loro che, cretini, hanno fatto la rivoluzione “senza popolo”?
Perché se mi citano ancora Cuoco mi incazzerei assai, visto che da un lato ci sono le ONG, disorganizzate e tendenzialmente prive di veri capitali (eccetto Soros, che infatti sta diventando il nemico pubblico numero uno, nemmeno fosse la terza internazionale…), e dall’altro stati-monarchie ricchissime e organizzate.
In mezzo il popolo, in rivolta ma anche inesperto.
Esattamente, caro V.
Non si capisce perché tutti danno soldi a tutti tranne, ad esempio, i sindacalisti ai sindacalisti o i partiti della sinistra ai partiti della sinistra…
O perlomeno un appoggio “ideale”, voglio dire: una missioncina in Tunisia, un messaggio di solidarietà ai lavoratori di al-Mahalla…
Poi a un certo punto escono fuori i cattivi e qualcuno, a sinistra, dice: “vedete? ‘Sti arabi non erano maturi per la democrazia…”
Poco prima (o poco dopo) aver iniziato la mia collaborazione a questo blog abbiamo fatto una riunione sulla “primavera araba” a Torino, cui presenziava un ex importante sindacalista CGIL, degnissima persona, che appunto lamentava questa cosa.
Ma aggiungeva, guardate che fino a vent’anni fa queste cose le facevamo, solo che nel frattempo il referente per la Tunisia dell’internazionale socialista era… Ben Alì, inutile incontrarlo.
Mentre gli incontri tra la CGIL e i sindacati egiziani furono interrotti quando ci rendemmo conto che questi erano loschi figuri del sindacato di regime.
è mancato il passo successivo…