Noi e gli arabi 30 anni fa
La storiografia tedesca del secolo scorso amava parlare dell’Europa come di un blocco di popoli “romano-germanici”. Noi respingiamo questa definizione perché essa ignora la componente araba del nostro passato e ci impoverisce. Preferiamo ricordare, con Giovanni Pugliese Carratelli, la nostra “provvidenziale vocazione a far proprie le conquiste culturali, superando distanze e diversità e risolvendo in arricchimento di umanità anche le dolorose esperienze di antagonismi e di guerre …”. Preferiamo ricordare la lunga dimestichezza culturale che ci ha unito attraverso i secoli con il mondo arabo e islamico.
Sergio Romano, Direttore generale per la Cooperazione culturale scientifica e tecnica del Ministero degli Affari Esteri in “La presenza culturale nei paesi arabi: storia e prospettive. Napoli, 28-30 maggio 1980”, Istituto per l’Oriente, Roma, 1982, p. 16
Sì, quel Sergio Romano lì.
https://in30secondi.altervista.org/2011/05/14/noi-e-gli-arabi-30-anni-fa/Per la precisionearabi,islam,sergio romano
e non una parola sugli slavi?
D
Difficile in un convegno sugli arabi :-))
ah, be. comunque l’appubnto non era a romano, ma alla concezione storiografica tedesca, come la semplificava lui, molto riduttiva dell’idea di europa.
;)
D
Mancano anche Greci ed ungaro-finnici, oltre che i Turchi e i Persiani, e una dozzina di piccoli popoli, Baschi in testa.
(ma forse Slavi ed Ungheresi, nel 1980, erano invisibili perché dalla “parte sbagliata” della cortina di ferro).
Inoltre tra i semiti e i mediorientali come dimenticare le civiltà del vicino oriente, non arabe, dai fenici egli ebrei, senza dimenticare i sumeri, che così tanto hanno dato alla precoce costruzione del nostro mondo, numeri, calendario, alfabeti, culture alimentari, vino e birra, mitologia, animali…