I cavalieri dell’apocalisse
Ho smesso ieri di segnare il punteggio della partita Eranobuoni vs Eranocattivi.
Segnalo la mancanza di senso nel giocarla perché, a livello della qualità delle informazioni, nulla di sostanziale è cambiato in questi giorni.
Infilarsi nella bagarre contro i soliti “uomini seduti alla scrivania” che sul finire del primo tempo pompano i loro distinguo, è un esercizio sterile.
E fa male a chi soffre di pressione.
Unico “hint” uscito ieri è questo video che, per assurdo, rafforza l’idea che le persone a bordo della Mavi Marmara non avessero armi da fuoco:
Altra nota: l’uso israeliano di terminologie da PdL (a Gaza c’è odio e invidia) mi fa pensare che Berlusconi le abbia furbescamente prese a prestito.
Anzi, sarebbe meglio dire: Berlusconi ha dei consiglieri che – per l’esservi coinvolti – osservano l’impianto della propaganda israeliana e copiano con successo alcuni costrutti concettuali, utilizzabili anche qui da noi.
Per riassumere:
- non abbiamo ancora il numero dei decessi
- non abbiamo ancora i nomi di chi è morto
- non abbiamo ancora una descrizione realistica dell’accaduto anzi, più passa il tempo, più non si capisce cosa è successo, il ché è un ovvio indice di depistaggio
In termini generali valgono, insomma, le osservazioni fatte qui e qui, e stop.
Registro anche l’inevitabile innalzamento dei toni, che accende visioni apocalittiche.
Un’apocalisse che – è ovvio – si muove sul tracciato dello scontro di civiltà.
Questa volta lo scontro si dirige verso la Turchia, cioè un paese della NATO.
Si tratta di uno Stato governato – certo – da un deprecabile demoislamico di centrodestra, ma il cui impianto è irrevocabilmente laico (lo scorso aprile a Istanbul un milione di persone ha manifestato per la riaffermazione dello Stato laico. Un milione di persone, non 14 sciamannati).
Per brevità riporto quanto scritto da Vincenzo Nigro:
Le analisi che molti facevano da mesi sono state sintetizzate alla Knesset, il parlamento israeliano, dal capo del Mossad Meir Degan: «La Turchia ha una visione strategica della sua politica, ritornare a una supremazia turca nell’arena internazionale avanzando in un corridoio islamico. Erdogan ritiene che avvicinandosi ad Hamas possano aprirsi per lui le porte nel mondo arabo». Tra l’altro gli israeliani vedono una alleanza di fatto fra Turchia e Iran contro gli interessi di Israele. E’ tutto da discutere se quella fra Iran e Turchia possa essere davvero un’alleanza o semplicemente una “coabitazione” fra due giganti musulmani che potranno rivaleggiare dai rispettivi campi sciita e sunnita. Ma di sicuro una Turchia “nemico” di Israele, tenuta fuori dall’Europa, meno obbligata a seguire gli Usa (visto che anche la Russia di Putin è diventata un’alleata rispetto dall’Urss del comunismo) sarà un player capace di rivoluzionare gli assetti del Medio Oriente allargato.
E’ ovvio che Meir Degan, la sua bislacca teoria del “corridoio islamico” e la sua peregrinissima analisi secondo cui appoggiare Hamas significherebbe “aprire le porte al mondo arabo”, sono – mi si passi la cattiveria – roba da Knesset in stato post-traumatico.
Una Knesset-del-giorno-dopo in cui la deputata Hanin Zoabi, che era su una delle navi della Freedom Flotilla, viene trattata così.
Anche se noto che, ben edulcorato, il messaggio passa subito in Italia attraverso un Enzo Bettiza su “La Stampa“, che in brani come il seguente, parla addirittura al passato remoto:
In definitiva stiamo assistendo al distacco dal mondo atlantico di un Paese forte e vitale di 80 milioni che costituì, per decenni, il baluardo orientale della NATO con un esercito ritenuto secondo soltanto a quello americano.
Un messaggio che diventa fantasia allo stato puro grazie a un Marcello Foa su “Il Giornale” che parla di “agende occulte” che solo lui conosceva:
Da tempo scrivo, in perfetta solitudine, che l’Akp promuove un’agenda occulta per islamizzare la Turchia, privandola sempre più dei suoi connotati laici e occidentali, e che in politica estera i suoi veri referenti sono nel mondo arabo islamico, non in Occidente.
Insomma: avete capito, miei cari lettori. Quindi non mi dilungo.
Per finire non escludo che in futuro, se continueranno a credere e propagare tutte queste fandonie, fra cui l’alleanza di fatto fra Iran e Turchia contro Israele, gli israeliani si troveranno davvero a contrastare questo neo-nemico panislamico (che parla le tre lingue dell’islam classico: l’arabo, il persiano e il turco).
E dovranno accettare il fatto di averlo costruito loro stessi con i mezzi efficientissimi che hanno e che tutti conosciamo.
Ironia della sorte, in questo caso riuscirebbero a fabbricare un mostro molto più aggressivo di quello mai immaginato dai jihadisti di tutto il mondo.
Fra cui ci sarebbero anche quei jihadisti senz’armi che volevano fare di Gaza un porto iraniano.
https://in30secondi.altervista.org/2010/06/03/i-cavalieri-dellapocalisse/https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/06/apocalypse_now-02.gifhttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2010/06/apocalypse_now-02-150x150.gifLe destre e l'islamScomposte invettiveakp,Enzo Bettiza,europa,freedom flotilla,gaza,il giornale,la stampa,marcello foa,Meir Degan,nato,stati uniti,turchia,vincenzo nigro
Ti faccio alzare la pressione?
Il Foglio lo definisce “piano neo-ottomano”: http://www.ilfoglio.it/soloqui/5288
Anzi: “[una] strategia che alcuni studiosi definiscono “neo ottomana””. Ovviamente l’editoriale non riporta il nome di questi studiosi. Il piano della Turchia sarà neo-ottomano ma il giornalismo del Foglio è sempre alla caz ….
Che fai, spari sull’ambulanza? :-))
Oh ma neo ottomano suona che è na meraviglia:)
Io però un pocherellino – ehm io ehm
lo confesso –
io un pochetto lo scontro di civiltà in tema l’ho sempre sentito . Sarà che sono ebrea e lo stavo per sposare un arabo israeliano – e lo scontro di civiltà pesava. La tua prospettiva mi piace e mi schiarisce un po’ di nubi – la esploererò meglio e poi ti dirò.
Ma insomma se non ti scrivevo questa cosa nun stavo tranquilla.
Be’, io la penso così: una cosa è la dimensione dei rapporti interpersonali, dello spazio sociale, soprattutto in una situazione “estrema”, una cosa è la teoria politica, la geopolitica e la diplomazia. Sul primo livello, come mi è già capitato di osservare, lo scontro di civiltà può sussistere anche nei confronti del proprio dirimpettaio. Nel mio caso, effettivamente, ho uno scontro di civiltà col mio dirimpettaio, sebbene entrambi formalmente apparteniamo alla stessa (supposta) “civiltà”… Insomma, mescolare i due piani (politico, geopolitico e sociale, interpersonale) non offre un gran servizio “euristico”.
Però discutiamone, nel senso che questo è uno dei grossi temi di questo blog.
p.s. siamo tutti qui, in questo spazio, per dirci, se vogliamo, chi siamo e cosa pensiamo :-)
p.p.s. dopo il tuo primo commento mi sono chiesto se Zauberei derivasse da un qualche etimo in qualche lingua di mia anche vaga conoscenza, ma non ho trovato nessi semantici… ce ne sono?
A mio parere il discorso che hai citato di Meir Degan non è del tutto peregrino, sebbene sotto una lente distorta. La definizione di “visione strategica neo-ottomana” è citata anche sull’espresso dell’altra settimana. La sostanza è che visto che l’UE ha deciso di lasciare alla finestra la Turchia (e non entriamo nel merito dei perché), la Turchia non fa altro che guardarsi intorno: i vicini, la Russia, il mondo turcofono… sono considerazioni naturali, strategiche, ma nulla di eclatante. Nessun criptoislamismo nella linea strategica di Ankara o di Erdogan (ha stretto storici accordi con la Grecia), solo che i suoi vicini sono musulmani. E l’unico “vicino” non musulmano con cui aveva buoni rapporti gli ha tirato ‘sto ceffone.
D
PS. il video sembra uno di quelli delle azioni antibaleniere di greenpeace (con gli israeliani nel ruolo di greenpeace), il che sembra qualcosa di militarmente ridicolo… La frase “attivista con una sbarra di ferro in mano” mi ricorda l’episodio dei simpsons in cui gli alieni conquistano la terra con un pezzo di legno con un chiodo sopra perché nel frattempo il pacifismo e il disarmo avevano trionfato eliminando dal mondo tutte le armi…
1. zauberei vuol dire magia in tedesco:) era una parola che mi pareva sciccherrima quando aprii il mio blog, e pensavo che avrei scritto tutte cose sciccherrime e assai poetiche e invece poi è andato tutto a tarallucci e vino eh, ma il nick è rimasto.
Sul discorso che tu fai la la questione è lunga e ci ritorneremo. Mi sembra molto importante che qualcuno tenga ferma la tua prospettiva – e anzi dovrebbero farlo più persone perchè ha un potere forte, un po’ come quando tra due innamorati quello più sicuro della relazione è quello che fa passare le difficoltà alla relazione anche se eccede in ottimismo. Ma in segreto io credo che i piani non possano essere mai del tutto scorporati: i vertici politici di un popolo, comunque arrivino a essere tali non cadono dall’alto ma sono le sue espressioni e flirtano con quelle espressioni entrano in circolarità..
Io pure ho diversi conflitti culturali con il mio dPer voi uomirimpettaio (non è chic non è, ma ho un vecchio post mio in tema, sul conflitto culturale che ci ho avuto co un regazzetto de Casal De Principi, che ammetterai dovrebbe esse più consimile di Nuova Delhi, e invece tiè co quelli de Nuova Delhi me trovo meglio) e fai caso a come – es. Lega, es. mafia – questa localizzazione si traduca in grandezze politiche.
Calcola anche che io sono una donna occidentale: a me la differenza salta all’occhio e alla vita. Per voi uomini forse è più facile, relativizzare ecco. Non percepire lo scacco. Ma in quelle circostanze rasenta l’assoluto.