La notizia che riporto qui sotto sul processo per l’omicidio di Sanaa Dafani ci fornisce la misura della contraddizione in cui vivono coloro la cui visibilità politica e culturale dipende dal fatto di essere o definirsi “musulmani moderati”.

Pordenone, 14 giu. – (Adnkronos/Aki) – “Speriamo che il giudice infligga l’ergastolo come chiesto oggi dal pubblico ministero, perche’ la cultura dell’omicidio infanga l’Islam e getta ombre buie sui musulmani moderati, lontani da ogni forma di violenza e di sopruso, specie ai danni delle donne”. E’ quanto chiede Gamal Bouchaib, presidente dei Musulmani moderati e membro del Comitato per l’Islam del Viminale, nel giorno dell’udienza contro El Katawi Dafani, padre della giovane ragazza uccisa lo scorso anno a Pordenone perche’ aveva una relazione con un uomo italiano. (fonte)

Come vedete c’è un problema. Perché la Legge è la Legge, la Legge è uguale per tutti. Quest’uomo, che poi – giustamente – è stato condannato all’ergastolo, non doveva essere condannato per il fatto  di “infangare l’islam” o per il fatto di “gettare ombre buie sui musulmani moderati”, bensì perché ha commesso un brutale omicidio.

Il concetto di “condanna esemplare” è profondamente antidemocratico.

Non bisogna “dimostrare” proprio niente a nessuno, bisogna che la legge faccia il suo corso.

Poi, o anche durante e prima, possiamo e anche dobbiamo ragionare sul dato culturale, religioso etc. ma questo è tutto un altro discorso.

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La notizia che riporto qui sotto sul processo per l'omicidio di Sanaa Dafani ci fornisce la misura della contraddizione in cui vivono coloro la cui visibilità politica e culturale dipende dal fatto di essere o definirsi 'musulmani moderati'. Pordenone, 14 giu. - (Adnkronos/Aki) - 'Speriamo che il giudice infligga ...