Baghdad proibita
All’Istituto di Belle Arti di Baghdad (al-Mansur) si insegnavano fino a ieri pittura, scultura, recitazione, canto e musica, regia.
Poi il Ministero della cultura e dell’educazione ha deciso di proibirvi gli insegnamenti di musica e di teatro e di eliminare le statue che adornano l’Istituto.
Questo – dicono alcuni studenti – è avvenuto perché insegnamenti e statue – a giudizio del Ministero – non sarebbero conformi alla shari`a, la Legge religiosa dell’islam (fonte).
Gli intellettuali insorgono: !لسنا قندهار, non siamo a Kandahar, dicono.
Contemporaneamente l’amministrazione provinciale di Baghdad chiude night club ed esercizi commerciali che vendono alcolici (fonte).
Tutto questo è assurdo.
https://in30secondi.altervista.org/2010/12/11/baghdad-proibita/In 30 secondibaghdad,iraq,islam,sharia
Mi sembra un fallimento gravissimo delle politiche americane in Iraq, oltre tutto il resto. La democrazia è un’utopia, e la sicurezza pure. Se poi iniziano a mettere in discussione anche minimi parametri di laicità, siamo alla frutta. Quello che mi chiedo è, perché succede questo? Influenza iraniana? Ritorno all’oscurantismo in un momento di crisi? Uso della religione come arma per guadagnare consenso? Capire la causa potrebbe essere un modo per rimuovere l’effetto, prima che degeneri.
Non credo l’Iran c’entri qualcosa. Lì il teatro e la musica non sono proibiti, sebbene controllati (vedi questa interessante intervista qui) e l’arte e la cultura in assoluto sono considerati un valore nazionale.
Come dicono in Toscana: la mamma dei grulli è sempre incinta.