Il dito di dio
A volte, non si sa perché, le notizie arrivano in una sequenza tale che un malevolo lettore può pensare che dietro ad esse si sia ordito un complotto.
Sicuramente non è il caso di queste due notizie, apparse a distanza di una settimana l’una dall’altra:
- Indonesia, preghiere alla rovescia;
- Arabia Saudita, da 10 anni fedeli di un villaggio pregano nella direzione sbagliata.
In ambedue i casi risultava sbagliata la direzione verso cui pregare, cioè la Ka`aba.
Poco male: possiamo definirle due notizie di folklore.
Senonché questo ridondare bisettimanale mi ha fatto ricordare la storia che mi raccontò un signore turco a Hagia Sophia, Istanbul.
La chiesa di Santa Sofia divenne una moschea nel 1453, non appena gli Ottomani conquistarono Costantinopoli.
Però, come potete vedere comparando la sua planimetria con quella della moschea blu (che si trova a pochi passi e fu costruita a inizio 1600), Santa Sofia non è proprio nella direzione giusta per pregare.
Be’… i sultani ottomani ci pregarono per un bel po’ – addirittura per secoli – senza farsi grande scrupolo.
Il signore di cui sopra mi raccontò la scusa ufficiale: quando gli ottomani arrivarono a Costantinopoli furono davvero colpiti dalla bellezza di Santa Sofia. Ma la chiesa non era nella direzione giusta e a quel punto intervenne dio che col suo dito spostò Santa Sofia nella direzione giusta. La qual cosa è evidente guardando il buco che il dito di dio fece su questa colonna:
Ovviamente il buco sulla colonna ha tutta un’altra origine (anche se non chiara) ma la storia mi piacque molto perché individuava bene una caratteristica fondamentale del dio musulmano: l’assoluta arbitrarietà.
Questi arrivò per mettere l’edificio nella direzione giusta, motivo per cui poi tutti si sentirono legittimati a pregarci dentro, ma in questo caso aveva deciso che la direzione giusta era un po’ diversa dalla direzione che aveva stabilito per tutto il resto del mondo.
Che giocherellone, dio.
https://in30secondi.altervista.org/2010/07/31/il-dito-di-dio/Mille moscheearabia saudita,hagia sophia,indonesia,islam,istanbul,moschea blu,ottomani,preghiera,santa sofia
Se vogliamo dirla proprio tutta, dato che la terra è tonda e non piatta, per pregare verso la Mecca dovrebbero mettersi leggermente in discesa. Pregando in piano si punta dritti verso lo spazio.
bella storia, ma possibile che a nessun sultano sia venuto in mente di pregare verso la cappella laterale, invece che verso l’abside?
;)
D
Effettivamente in tante moschee antiche, per esempio al-Qarawiyyin di Fes, si prega a linee oblique rispetto al mihrab. Per la hanafiyya, che è (era?) la scuola giuridica seguita in Turchia, il margine di tolleranza è comunque di 45 gradi, che non è pochissimo.
@terzogiro: volendo dirla tutta tutta, se si considera come può capitare a un credente la Ka`aba come il punto di congiunzione che unisce la Terra al Trono celeste in una colonna luminosa di effusioni divine attorno alle quali roteano angeli come sulla terra fanno i pellegrini (!!!), insomma, per così dire una sorta di faro verticale metafisico, anche se si punta verso lo spazio causa rotondità geografiche non ci si sbaglia di tanto! :)
dovremmo anche cominciare a considerare la cosa da l punto di vista delle geometrie non euclidee :D
Mi pare che il dio musulmano in questo caso esca dalle situazioni imbarazzanti come secondo la tradizione ebraica fanno i rabbini: il nostro rabbino è così bravo e pio che, sorpreso dal tramonto mentre era ancora lontano da casa, nel resto del mondo era sabato ma attorno a lui era ancora venerdì – ed è riuscito a tornare a casa sua.
D’imbarazzante vedo ben poco, e sicuramente siamo in un campo non-euclideo!