Bric vs Chic 1-1
A conferma di quanto andavo scrivendo ieri sul fatto che sbaglia chi definisce “occidentali” i volenterosi, giunge notizia che – ohibò – è nato un nuovo polo di potere all’ONU.
Brasile-Russia-India-Cina insieme fanno una potenza non indifferente, e sono non interventisti.
L’acronimo con cui sono identificati, BRIC, ricorda il nome di uno degli appetizer più prelibati della Tunisia: io lo preferisco all’uovo ma c’è chi non potrebbe mangiarlo senza tonno.
E’ ovvio che dietro a tutto questo c’è un complotto, una congiura.
C’è di mezzo Rotschild, le lobbies di Paperopoli, il fratello scemo di Tony Blair e 35 Gnomi di Zurigo.
A parte le battute. Nel BRIC:
- non c’è un paese a maggioranza islamica;
- c’è un paese che più occidentale non si può, il Brasile;
- c’è il paese con cui stavamo facendo affari in Libia, la Russia (vedi qui e qui).
Insomma, che cos’è questo Occidente di cui si riempiono la bocca tutti?
Dove sta?
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p.s. Non interventisti (non pacifisti, please) sono tutti quei facciadibronzo della destra italiana che in questi giorni fanno i cagadubbi o si scoprono antifrancesi.
Brutto spettacolo.
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Vedi anche: Nuovi scenari: Mercosur e il mondo arabo
https://in30secondi.altervista.org/2011/03/25/bric-vs-chic-1-1/https://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/03/rosa_dei_venti_001.jpghttps://in30secondi.altervista.org/wp-content/uploads/2011/03/rosa_dei_venti_001-150x150.jpgIn fiammebrasile,bric,cina,guerra,india,libia,onu,Russia
Dei paesi Bric parlava anche Vattimo, un po’ di giorni fa sul Fatto.
Io ci metterei anche l’Iran, no?
BRIIC IBIRC CIRBI BIRCI ICRIB CIRIB
ciribiric kodak
D
peccato che l’Iran non si sviluppa al ritmo loro, anche se si sviluppa…e c’è aria di crisi economica, anche senza crisi economica internazionale. anche se poi, all’iraniana, tutto si risolve.
Bric-a-brac?
ho pensato la stessa cosa…
Bric ‘o leur (l’arte di arrangiarsi)
Ho letto l’articolo di Rampini, sul Bric, e ogni volta sembra di aver riscoperto un nuovo polo, ma secondo me, è solo un pretesto per scrivere un articolo in un venerdì mattina un pò nuvoloso e senza troppe idee.
Fra un paio di settimane (o prima) diranno, il Bric è troppo giovane per rappresentare un polo e siamo di nuovo da capo.
Non è ne giovane ne polo.
sì, è un po’ una cosa da salotto
Proprio così, champlooman: venerdì nuvoloso, senza idee, e magari con il mal di testa dalla sera prima… e il Rampy è sempre ghiotto di facili formulette da propagare, tipo Cindia, ahinoi.
Break the brick!
mhà.
Rampini effettivamente deve scrivere un pezzo tutti i venerdì, ma non per questo non azzecca mai nulla.
Invece il BRIC (meno il BRICS, che comunque esiste se non altro come IBSA) sono concetti su cui si è scritta ormai una lunga letteratura, specie in ambito economico, accanto a concetti come gli N-11. (scusate la cripticità, ma diventerei eccessivametne prolisso).
Hanno circa dieci anni di vita per gli analisti economici, ma la cosa interessante è che le nazioni BRIC hanno iniziato a definirsi BRIC tra di loro e ad avere una serie di contatti diplomatici privilegiati e di conferenze stile G4.
Poi, in realtà, l’unico asse vero politico-diplomatico-militare è quello Russo-Cinese, che è molto interessante perché ribalta completamente i rapporti di rivalità e ostilità tra queste due potenze esistenti tra il 1964 e il 1999.
Oggi al mondo ci sono circa 22-24 potenze, tra la potenza regionale e la super potenza (l’Iran è del gruppo), le uniche alleanze formali rimaste sono quelle a guida occidentale (NATO in particolare, ma poi tutti i tentacoli USA con il Giappone ecc. e quelli tra Inghilterra e alcune sue ex colonie come Australia ecc.).
Insomma l'”occidente” coincide ancora in buona parte con la rete di alleanze USA.
Ovvio che prima o poi, stante anche l’inizio del secolo cinese, si creeranno delle alleanze formali, diplomatico-militari, alternative a quelle centrate sugli USA.
Il BIRC è forse il primo tentativo, ed unisce 2 grandi produttori di materie prime a 2 grandi consumatori (quindi vi è una certa complementarietà economica). Però è un concetto che a mio avviso difficilmente funzionerà, perché è vero che queste nazioni hanno numerosi interessi in comune, ma hanno anche storie e strutture politiche troppo differenti le une dalle altre. Però oggi come oggi inizia a contare.
Anche perché, malgrado Obama, gli USA sono una potenza in evidente affanno e declino relativo.
(io sono ormai l’ultimo samurai convinto della giustezza dell’idea di fondo di P. Kennedy sull’ascesa e il declino delle grandi potenze; trovo che gli USA di oggi somiglino moltissimo alla Spagna del 1630-1640).
la caduta della spagna nel xvii secolo era dovuta alla mole di oro americano (mexicano e intorni) verso la cina e verso east. Quello americano? alla mole di denaro (finanziario) in entrata?
a mio parere, ribadisco, il Bric conta, ed è una tautologia, ma non rappresenterà un’alleanza, ne ora ne domani. scelte coordinate saranno per lo più dovute a coincidenze politiche temporali, piuttosto che ad un trend verso una comunanza di interessi. i due grandi produttori si trasformeranno in consumatori se vogliono contare, e i due consumatori dovranno far valere la loro produzione umana e di know-how.
cmq molto esauriente valerio, leggendo i tuoi commenti, ho sempre un fantastico brain storming…merci.
Eh, sì… e infatti mi aspetto un update delle vicende militari :-))
L’update è su “Nato bloody killers”
Kennedy,in estrema sintesi, diceva che una grande potenza declina quando la sua economia si contrae mentre le sue esigenze di spese militari si espandono.
Sopratutto quando arrivano sulla scena nuovi rivali e perché per battere quelli vecchi si costruiscono strutture militari sempre più grandi e costose.
Inoltre gli imperi devono fare le guerre per confermare il loro ruolo e le rispettive aree di influenza, mentre le potenze emergenti (gli USA dell”800, la Cina oggi) possono scegliere se impegnarsi o meno.
Situazioni di declino simili sono occorse alla Spagna nella prima metà del ‘600 (con in più una sclerotizzazione amministrativa ed ideologica), all’Inghilterra all’inizio del ‘900 e agli USA della guerra al terrore.
(oltre ad una spesa militare senza controllo gli USA devono far fronte anche alla crescita incontrollata delle spese per la sicurezza interna e a quelle delle agenzie di spionaggio).
Inoltre le guerre lunghe sono peggio di quelle brevi, nel ridimensionare gli imperi, perchè costano sia in termini economici, sia in termini di concessioni diplomatiche da farsi su altri fronti un tempo strategici o ai partner un tempo tenuti sotto controllo.
(per esempio gli USA oggi non possono più fare il bello e il cattivo tempo in america latina, perché devono concentrarsi su dossier iraniani, coreani, africani, pakistani ecc., mentre non possono impedire con i loro capitali l’espansione cinese in Africa, perchè non hanno più capitali liberi)
Un’altra similitudine tra la Spagna e gli USA si trova nella situazione dei loro alleati. La Spagna del ‘500 controllava indirettamente o direttamente un’area ricca e militarmente importante come l’Italia e la Germania meridionale, questa andò in crisi economica (e militare) contemporaneamente alla Spagna.
Invece le aree di tradizionale rivalità alla Spagna (Francia, Inghilterra, Olanda, Scandinavia), subita talvolta una breve e radicale crisi politico-economica, entrarono in una fase di sviluppo economico e demografico e di innovazione istuzionale.
Oggi gli alleati istituzionali degli USA (Europa, Giappone) non sono affatto in salute, mentre le aree di crescita economica comprendono molte zone che sono al di fuori dell’area di dipendenza politica tradizionale degli USA, oppure che si sono liberate dal loro abbraccio (come l’america latina).
In tutto questo India, Sud Africa e Brasile fanno esercitazioni navali congiunte, mentre Russia e Cina collaborano a tutti i livelli militari (incluso il trasferimento di teconologie…).
Non sarà ancora una nuova NATO, ma non è più nemmeno il nulla 1989-2007.