L'italiano ignorante
Da questo settembre l’islamistica romana è orfana della sua prestigiosa e storica cattedra.
Vogliono chiudere il Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste.
In compenso apre un corso di laurea in dialogo interreligioso e mediazione culturale.
Peccato che si terrà a Tempio Pausania, nella Sardegna settentrionale interna, e le lezioni si terranno solo il sabato e la domenica.
Evviva.
L’Italia si sta dotando degli strumenti idonei per affrontare la calata di nazileghisti e controjihadisti: le clave.
https://in30secondi.altervista.org/2010/09/11/litaliano-ignorante/In 30 secondieurabia,immigrazione,islam,islamistica,italia,universitàDa questo settembre l'islamistica romana è orfana della sua prestigiosa e storica cattedra.
Vogliono chiudere il Civico Museo d'Arte Orientale di Trieste.
In compenso apre un corso di laurea in dialogo interreligioso e mediazione culturale.
Peccato che si terrà a Tempio Pausania, nella Sardegna settentrionale interna, e le lezioni si terranno solo...
[email protected]AdministratorTutto in 30 secondi
Hanno chiuso l’insegnamento di islamistica a Roma? Però …
Cos’è? Politica, soldi, tramacci interni? Oppure le tre cose messe insieme?
Concordo, comunque, non è un bel vedere.
In ordine inverso rispetto al tuo elenco.
Qui la disciplina muore, altroché.
E invece i motivi ufficiali quali sono stati? Che scandalo … chissà a Venice come vanno le cose. Speriamo leggermente meglio …
Del resto, anche tu però, cosa ti aspetti quando hai in circolazione esperti del calibro di Santanché e Calderoli…
No, i motivi sono che Biancamaria Sacarcia Amoretti è andata in pensione. E non ha lasciato che qualcuno prendesse il suo posto. Muoia Sansone…
Beh forse un po’ di responsabilità ce l’hanno anche questi prof no? del tipo: dopo di me il diluvio…
Ah beh, se si è imposta lei avete ragione, sia te che letturearabe. Mah … resto sempre un po’ basito da ste logiche assurde.
Si era già “autoesclusa” dalla neonata facoltà di studi orientali per litigi con i suoi “figli” (non mi pronuncio su questi ultimi, che a loro volta si tirano le pietre fra loro) e quindi era andata a far parte della facolta di “scienze umane” (tipo, nn sono sicuro che si chiami così). Lì ha lasciato morire la cattedra.
Si chiama scienze umanistiche, la facoltà dico. Da quel che sento la facolta’ di studi orientali comunque verrà riassorbita da scienze umanistiche per mancanza di fondi, ma non so quando.
Non posso essere neutrale nel discutere del comportamento di Biancamaria Scarcia Amoretti, ma da alcune cose che mi disse dubito che lei abbia voluto lasciar sparire la cattedra. Sospetto che la mancanza di fondi (o quantomeno la mancata volontà di destinarli) abbia avuto un ruolo sostanziale. Poi, io non ho una grande passione per i litigi accademici e non so molto altro.
Se lo dice lei :-) Anch’io ne so pochissimo. Il risultato è comunque triste.
Riguardo al “riassorbimento” dico: potevano anche non farla, quella facoltà orientalista out-of-time.
A venezia ci si barcamena, il ricambio è un po’ meno traumatico ma è appena cambiato il rettore e pare che non veda di buon occhio i dipartimenti con pochi iscritti.. Arabo ne ha una settantina per anno ormai, ma persiano ebraico turco etc. rischiano imho
Le responsabilità sono bene distribuite, a mio modo di vedere. Nessuno faccia la vittima, è colpa sia della “classe” docente (di una certa generazione, diciamo a partire da quelli che sono entrati rubando il posto all’inizio degli ’80, andando in giù fino a quelli che ora vanno in pensione piagnucolando) che della politica (sinistreddestra tutti insieme amorevolmente da ben prima del ’90). Il risultato è questo, purtroppo.
Grazie per l’update Darmius. Ultimamente avevo sentito dell’imminente chiusura di Hindi .
@ Lorenzo: che dire … coraggio!
Siam qui per questo :-)))
Lorenzo: sul riassorbimento, tieni presente che la facoltà di Studi Orientali, pur avendo degli allievi di Biancamaria Scarcia, ha una maggioranza di professori sinologi, nipponisti e simili (sebbene mi pare di capire che anche tra loro ci sia una separazione: alcuni stanno a scienze umanistiche ed altri a studi orientali).
Non guardare solo al nostro settore :).
Comunque, concordo con te: il risultato è triste. Quella cattedra era stata di Levi della Vida e Bausani.
al di là del risiko accademico, c’è che il blocco del turn-over sta dando una bella mazzata un po’ ovunque. e la logica del “numero degli studenti” vale solo in certi casi.
Riguardo alla tristezza, mi viene in mente che la morte della cattedra di islamistica (termine coniato, se non sbaglio, proprio per la cattedra di Roma) coincide con il dissolversi del concetto stesso di islamistica. Nel senso che oggi suona un po’ come “scienza che studia il fanatismo islamico”.
D
Io infatti preferisco “islamologia”. Quanto al numero degli studenti, nell’anno in cui frequentavo gli studenti a lezione erano 8-9 circa.