Analisi comparativa q.b.
“Islam” è un sostantivo derivante dal verbo aslama che significa “abbandonarsi, sottomettersi (a Dio)”. “Musulmano” (muslim) ne è il participio attivo: indica dunque una persona che si abbandona/sottomette (a Dio).
Ne deriva che dire “islamico” non equivale a dire “musulmano”. “Islamica” è una cosa, non una persona. Dire “gli islamici” per indicare “i musulmani” è quindi concettualmente sbagliato.
“Cristianesimo” è invece un sostantivo che deriva da Cristo, un appellativo di Gesù. Il “cristiano” è un seguace di Cristo. Dire “i cristiani” è dunque corretto. E anche usare “cristiano” come aggettivo in riferimento a cose e persone è corretto.
E ora sconfiniamo un po’ nello storico e nel teologico.
Uno dei primi appellativi dati dai cristiani ai musulmani fu “maomettani” proprio perché i primi si definivano “seguaci di Cristo”, e quindi ritenevano che i musulmani fossero “seguaci di Maometto”.
Il concetto di “seguace” nel contesto islamico è davvero complicato da spiegare e, per mandato, non sto qui a dilungarmi. Ciò che è importante sapere è che nell’islam, a differenza del cristianesimo, la divinità è assoluta. Non c’è nessuno che “parla” con Dio. Nemmeno Maometto parlò con Dio: riceveva istruzioni e rivelazioni. Essere musulmano significa “abbandonarsi/sottomettersi” a questa evidenza.
Per finire: se Maometto era “soltanto” il migliore degli uomini, Gesù era uomo e dio insieme, l’anello che legava la divinità agli uomini. C’è una bella differenza.
https://in30secondi.altervista.org/2009/11/26/analisi-comparativa-q-b/In 30 secondicristianesimo,grammatica,islam,linguistica,storia delle religioni
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